Nuovi rialzi dei tassi “potrebbero arrivare relativamente presto”, sulla scia delle decisioni di politica economica che l’amministrazione Trump si appresta a varare. E’ questa la frase chiave delle minute della Fed, relative al meeting della banca centrale Usa del 31 gennaio-1° febbraio. Meeting che è stato ufficialmente il primo da quando il nuovo presidente americano Donald Trump ha preso ufficialmente il potere.
Così si legge nelle minute pubblicate nella giornata di ieri: “Molti partecipanti – al Fomc (il braccio di politica monetaria della Fed) hanno sottolineato che potrebbe essere appropriato alzare di nuovo i tassi sui fed funds relativamente presto”, nel caso in cui idati sull’occupazione e sull’ inflazione dovessero essere “in linea o anche più solidi rispetto alle aspettative correnti”.
Il bazooka fiscale dovrebbe arrivare entro agosto, secondo quanto riferito dal Segretario Usa del Tesoro Steven Mnuchin. Dai verbali è emersa tuttavia anche un’incertezza di fondo della Fed (oltre a una spaccatura tra i membri più falchi e quelli meno convinti sulla necessità di procedere subito a nuove manovre restrittive), visto che gli esponenti hanno anche rilevato che rimane poco chiaro l’impatto delle politiche che saranno adottate dalla Casa Bianca. Di conseguenza, secondo alcuni analisti, alla fine il tono delle minute non necessariamente dà per scontato un rialzo dei tassi nella prossima riunione della Fed di marz
L’Italia rimane osservata speciale, anche e soprattutto dopo i chiari avvertimenti che sono arrivati dalla Commissione europea con il rapporto sul debito italiano con cui Bruxelles ha rinnovato il diktat della manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro, pari allo 0,2% del PIL, pena l’avvio della procedura per infrazione. In una nota della Commissione sono state messe in rilievo tutte le debolezze dell’Italia, che opera in un “contesto di elevati crediti deteriorati” che affliggono l’intero settore bancario e di “disoccupazione“.
Il focus rimane dunque sulle banche italiane, alla luce anche della decisione di S&P 500 di abbassare il rating dei bond subordinati di Veneto Banca a C, per “la maggiore probabilità dell’attivazione del sostegno dello stato alla ricapitalizzazione della banca”. Occhio all’andamento dello spread Italia-Germania e dunque anche ai tassi sui BTP.
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Trend debole per i futures sui principali indici azionari europei.

Avvio piatto per lo Stoxx Europe 600, l’indice di riferimento dell’azionario europeo.

Nuova giornata in Europa caratterizzata dalla pubblicazione di diversi risultati societari. Protagonista Peugeout, che ha annunciato il suo primo dividendo in sei anni, rivedendo al rialzo il target di redditività di medio termine. Il titolo riporta un trend piatto, ma negli ultimi tre mesi è balzato di oltre +30%.

La compagnia assicurativa francese Axa ha riportato utili netti in crescita del 4%, ma il titolo a Parigi è sotto pressione.

Orange ha reso noto di aver alzato i dividendi, dopo aver comunicato il bilancio del 2016. Il fatturato del colosso francese delle tlc è salito, tuttavia il mercato domestico ha mostrato elementi di debolezza.

A Londra svetta Barclays, che ha reso noti i propri risultati di bilancio. Il titolo è balzato al record in più di un anno, sulla scia del capital ratio della banca, che è salito oltre alle attese. Gli utili relativi al quarto trimestre e al lordo delle tasse si sono attestati a 330 milioni di sterline, rispetto alla perdita di 2,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Tenendo conto degli aggiustamenti, gli utili sono stati di 284 milioni di sterline, inferiori rispetto ai 646 milioni attesi. Tuttavia gli investitori guardano soprattutto al trend del Common Equity Tier 1 ratio, parametro che misura la forza del capitale, salito al 12,4% dall’11,6% della fine del terzo trimestre, e rispetto all’11,8% previsto.

Di seguito i settori migliori e peggiori dell’azionario europeo. Banche ancora sotto tono, non basta l’assist di Barclays.


A Milano il Ftse Mib è praticamente ingennato, e registra una variazione +0,05%, a quota 18.894,79 punti. Tra i titoli Saipem +1,22%, Unipol +1,12%, Tenaris +1,11%, Stm +1% circa. Male Banca Mediolanum -1,1%, Yoox Net-A-Porter -1,09%, Buzzi Unicem -0,83%, Mediaset -0,66%. Tenaris in particolare beneficia dei risultati di bilancio che hanno messo in evidenza il ritorno all’utile dell’azienda. Bene UniCredit che beneficia della nota di Berenberg, che ha alzato il rating a buy, con un target a 15 euro. Ancora tensione sullo spread Italia-Germania, che sale +1% circa oltre 193 punti base. Tassi sui BTP a 10 anni in crescita al 2,21%, mentre avanzano anche i tassi sui Bund, allo 0,28%.
In calo le quotazioni di Peugeout, nonostante l’annuncio del ritorno al dividendo per la prima volta in sei anni. La casa automobilistica ha affermato tuttavia che non c’è ancora alcuna certezza sull’acquisizione di Opel da GM.

Trend lievemente positivo per i futures sugli indici azionari Usa.

Prezzi del petrolio in rialzo, dopo che i dati settimanali Usa hanno messo in evidenza nella giornata di ieri un calo sorprendente delle scorte.

Peter Praet, membro della Bce, ha affermato che l’allargamento degli spread dell’Eurozona è un fenomeno troppo di breve periodo per poter avere un impatto sull’economia europea. Si allenta la tensione, anche se i tassi sui BTP italiani a 10 anni fanno eccezione e continuano a puntare verso l’alto.

Si conferma l’impostazione rialzista dei prezzi del petrolio.

Apertura positiva per Wall Street con gli indici principali che scambiano nei pressi dei massimi record.
Il calo dei titoli Barclays pesa sul settore bancario europeo, che al momento cede piu’ di mezzo punto percentuale. La banca inglese ha archiviato il 2016 con utili inferiori alle attese, pur registrando un cuscinetto di capitale a sorpresa piu’ alto del precedente livello. Barclays ha quasi completato un grande piano di ristrutturazione.
I listini azionari di Wall Street hanno perso la spinta e ora scambiano sulla linea della parità, con il Nasdaq in rosso.
L’annuncio dell’arrivo del bazooka fiscale in Usa entro agosto non ha smosso piu’ di tanto i listini azionari americani. Wall Street scambia senza una direzione precisa dopo che il Segretario del Tesoro ha spiegato al Wall Street Journal e alla Cnbc che la maxi riforma del fisco promessa dall’amministrazione Trump e definita “fenomenale” dal presidente, è “la priorità numero uno” del governo.
Dopo le parole di Steve Mnuchin il Dow Jones scambia piatto dopo aver toccato nuovi massimi record, con Chevron che contribuisce ai rialzi del listino delle blue chip e il titolo Goldman Sachs invece che è in calo. L’indice allargato S&P 500 perde lo 0,17% dopo aver raggiunto anch’esso i massimi di sempre. Il Nasdaq continua a viaggiare in rosso con un -0,7%.
Sul fronte delle materie prime, petrolio in netto rialzo dopo la pubblicazione delle scorte settimanali di greggio Usa. I contratti Wti con scadenza aprile fanno segnare un progresso dell’1,6% a 54,4 dollari al barile. Le scorte di greggio negli Usa la scorsa settimana sono cresciute di 564 mila barili, molto meno delle attese che indicavano un incremento di 3,5 milioni, secondo i dati diffusi da Eia.
Il cambio euro dollaro si attesta poco sotto quota 1,058 dollari. Il biglietto verde ha perso terreno sull’euro dopo la pubblicazione del dato leggermente peggiore delle attese sulle domande di sussidio di disoccupazione settimanali in Usa.
Sul Forex il cambio euro dollaro si attesta poco sotto quota 1,058 dollari. Il biglietto verde ha perso terreno sull’euro dopo la pubblicazione del dato leggermente peggiore delle attese sulle domande di sussidio di disoccupazione settimanali in Usa.
Piazza Affari ha ceduto lo 0,35% a 18.819 punti, tenendo tuttavia quota 18.800 ha evitato – dal punto di vista tecnico – di aprire scenari ribassisti. “Nelle ultime giornate il FtseMib ha rimbalzato più volte da area 18.800. Una sua violazione confermata in chiusura di seduta potrebbe aprire la strada a scenari ribassisti con primo target da ricercarsi in area 18.500” aveva dichiarato un trader della Borsa italiana interpellato da Finanza.com.
Negativa anche la seduta per le Borse principali d’Europa. L’indice Eurostoxx50 segna -0,29% alla fine della seduta. In calo Bayer, Axa, BNP Paribas, CRH e Schneider. Barclays, dopo il forte rally della prima parte della giornata, chiude la seduta in negativo. In rialzo Iberdrola, Safran, Telefonica e Unibail. Come performance FTSE fa -0,4%, DAX pure, CAC -0,1% e Ibex +0,2%.
Tra i singoli titoli e le storie di giornata da segnalare alla Borsa di Milano Telecom Italia è balzata in cima al listino dopo la diffusione delle stime del management e dopo i giudizi positivi di alcuni broker. Bene anche STM, Mediobanca e Luxottica. Contrastati i titoli bancari. Crolla Tenaris, che ha virato in negativo dopo l’apertura di Wall Street. Vendite anche su Yoox, Buzzi e CNH.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri contrastata, con il Dow Jones che ha segnato comunque un record per la nona sessione consecutiva.