
Il governatore Gavin Newsom si è vantato del fatto che il tasso di crescita della California supera quello degli Stati Uniti
In materia di macroeconomia per PIL, Prodotto Interno Lordo, si intende il totale di beni e servizi prodotti da uno Stato espresso in valuta.
Viene misurato in un determinato arco di tempo, di solito un anno, e tiene conto, come detto, della produzione di beni e servizi, realizzati da parte di soggetti residenti e non, destinati al consumo da parte dell’acquirente finale, alle esportazioni nette (differenziale fra esportazioni totali e importazioni totali) o a investimenti sia pubblici che privati. Non rientra in questo conteggio il prodotto destinato a consumi intermedi per ottenere nuovi beni e servizi.
Il PIL, in altre parole, può essere spiegato come:
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Secondo le nuove previsioni del Fondo Monetario Internazionale l’impatto dei nuovi dazi potrebbe costare fino allo 0,5% del PIL mondiale nel 2025 e allo 0,3% nel 2026.
In uno scenario economico internazionale complesso per via delle tensioni geopolitiche, ma soprattutto a causa dei nuovi dazi dell’amministrazione statunitense, l’Italia rischia di perdere colpi in termini di crescita del Pil. Le stime di EY
L’economia italiana ripiomba nella stagnazione. E, secondo le stime (riviste al ribasso) dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), viaggerà con un Pil nell’ordine dello “zero virgola” anche nei prossimi due anni
Per gli esperti della banca d’affari, l’Italia avrebbe le carte in regola per trainare, insieme alle altre economie dell’Europa mediterranea, il Pil della zona euro nel 2025.
Nel suo rapporto di ottobre, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia. Dalle nuove stime emerge un quadro più cauto e complicato
Pericolo scampato per l’economia Usa che, almeno per ora, evita la recessione. Rassicurazioni in tal senso sono arrivate ieri con la diffusione del Pil del secondo trimestre. Ora la palla passa alla FED
Cosa dicono le previsioni di crescita elaborate dall’Ufficio studi della CGIA su dati Prometeia
Lo rende noto l’Istat secondo cui il Pil è aumentato in volume dell’1,3% nel Mezzogiorno e dell’1% nel Nord-ovest.
I calcoli sono quelli dell’Unione Nazionale Consumatori sulla base dell’indice dei prezzi al consumo reso noto oggi dall’Istat.