Economia

Ocse: Pil Italia allo 0,7% nel 2024. La ricetta per la crescita è nel PNRR

Invariate le prospettive di crescita dell’economia italiana rispetto a quelle indicate a febbraio per l’Italia. Così l’Ocse nel rapporto semestrale ‘Economic Outlook’ dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in cui viene fatto il punto sulle previsioni per un’economia mondiale in fase di progressiva ripresa.

Ocse: invariate stime crescita per l’Italia

Ebbene, secondo l’istituto con sede a Parigi, il Pil tricolore dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025, mentre vengono tagliate le stime sull’inflazione in un quadro in cui i rischi sembrano piuttosto equilibrati. Nel dettaglio l’attesa sul tasso armonizzato è di 1,1% su quest’anno, in marcato calo rispetto all’1,8% ipotizzato soltanto a inizio febbraio, e di 2% sul 2025 da 2,2% di febbraio.

“L’elevata inflazione nel corso degli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie rimangono restrittive e la maggior parte degli aiuti eccezionali legati alla pandemia da Covid-19 e alle crisi energetiche sono stati soppressi”, … tutto ciò “pesa sui consumi e gli investimenti privati.

Le soluzioni dell’Ocse per la crescita italiana

Secondo l’Organizzazione, il “rapporto debito pubblico è elevato e ci sono consistenti pressioni di spesa legate alle necessità di investimento e ai costi legati all’invecchiamento. Sarà necessario un aggiustamento fiscale ampio e sostenuto nel tempo per far fronte alle future pressioni di spesa, mettere il rapporto debito su un percorso più prudente e conformarsi alle nuove regole fiscali dell’Ue”.

 L’aggiustamento dovrebbe ‘includere azioni decisive per contrastare l’evasione fiscale, limitare la crescita della spesa pensionistica e condurre ambiziose revisioni della spesa’. L’attuazione completa dei piani di investimento pubblico e delle riforme strutturali nel Pnrr potrebbe sollevare in maniera duratura il Pil italiano, con il beneficio aggiunto di esercitare ulteriore pressione al ribasso sul rapporto debito-Pil… La priorità dovrebbe ora essere sul rafforzamento della capacità di attuazione dell’amministrazione pubblica, soprattutto a livello regionale e municipale’.

Usa daranno impulso alla crescita globale quest’anno

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha alzato le previsioni di crescita globale, grazie soprattutto alla ripresa dell’attività statunitense.

L’OCSE vede ora l’economia globale crescere del 3,1% nel 2024, lo stesso tasso di crescita dell’anno scorso, prima di salire marginalmente al 3,2% l’anno prossimo, aggiornando le previsioni di febbraio che prevedevano una crescita del 2,9% quest’anno e del 3% nel 2025.

Tuttavia, il gruppo ha indicato che la velocità della ripresa diverge ampiamente nelle diverse regioni, con la lentezza in Europa e Giappone compensata dagli Stati Uniti, la cui previsione di crescita è stata aumentata al 2,6% quest’anno da una precedente stima del 2,1%.

Grazie agli stimoli fiscali, anche l’economia cinese dovrebbe crescere più rapidamente del previsto, con una previsione di crescita del 4,9% nel 2024 e del 4,5% nel 2025, rispetto al 4,7% e al 4,2% di febbraio.

Secondo la capoeconomista dell’Ocse, Clare Lombardelli, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Economic Outlook, “il peso attuale del debito pubblico riflette le tre crisi economiche globali che abbiamo avuto negli ultimi anni, la grande crisi finanziaria globale, la pandemia e lo shock dei prezzi dell’energia.

 “Questo lascia i paesi molto più indebitati di prima. Guardando al futuro, ciò sottolinea l’importanza di agire ora. L’invecchiamento sarà un enorme problema per la maggior parte dei paesi avanzati e creerà pressioni fiscali significative, con diversi punti percentuali del Pil aggiuntivi necessari per far fronte all’invecchiamento. Inoltre, ci saranno ulteriori pressioni derivanti dalla transizione climatica, che richiederà molti investimenti, sia pubblici che privati. Lo spazio fiscale sarà utilizzato anche per questo… Per tutte queste ragioni, incluso il fatto che a fronte di tassi di interesse più alti è cresciuta la pressione sui governi che devono rifinanziare questi alti livelli di debito, occorre “pensare a ricostituire gli spazi fiscali. Ora è il momento per i paesi di mettere in atto piani a medio termine per raggiungere una sostenibilità fiscale nel tempo, non si tratta solo di tagliare drasticamente le spese nel breve termine, ma di avere un piano sostenibile nel medio termine per bilanciare le spese con le entrate”.