Società

Warren Buffett esorta le grandi aziende a pagare più tasse. E svela il motivo

Una profezia funesta è quella che ha emesso Warren Buffett, in arte l’Oracolo di Omaha per la sua abilità di previsione negli investimenti finanziari.

L’imprenditore ultranovantenne a capo della conglomerata Berkshire Hathaway ha dichiarato di aspettarsi un aumento delle tasse da parte del governo federale per far fronte al crescente deficit di bilancio.

“Penso che sia probabile un aumento delle tasse…. “Potrebbero decidere che un giorno non vogliono che il deficit fiscale sia così grande, perché questo ha delle conseguenze importanti (…) E potrebbero non voler diminuire la spesa, e decidere di prendere una percentuale maggiore di ciò che guadagniamo, e noi la pagheremo”.

Buffet lancia alert su aumento debito

Così ha dichiarato Buffett in occasione dell’assemblea annuale degli azionisti di Berkshire Hathaway, sostenendo che l’aumento delle tasse potrebbe essere più gradito ai politici rispetto ai tagli alla spesa pubblica.

Il debito nazionale negli USA a gennaio ha superato per la prima volta i 34.000 miliardi di dollari, ed è aumentato negli ultimi anni a causa delle spese governative destinate a stimolare l’economia durante la pandemia COVID. L’aumento dei tassi di interesse per contenere l’inflazione ha fatto lievitare i pagamenti degli interessi sul debito, mentre la spesa per i programmi di previdenza sociale e dell’assistenza sanitaria è aumentata con l’invecchiamento della popolazione americana.

Con l’occasione Buffett ha dichiarato di non avere alcuna esitazione a pagare le tasse, aggiungendo che la Berkshire è orgogliosa dei suoi contributi alle casse del governo federale.

“Con la Berkshire speriamo sempre di pagare sostanziose imposte federali sul reddito” e si espone anche snocciolando qualche cifra e sostenendo che vorrebbe che più aziende pagassero miliardi di dollari di tasse negli Stati Uniti.

“Lo scorso anno abbiamo staccato per le casse federali un assegno di oltre 5 miliardi di dollari e se altre 800 aziende avessero fatto la stessa cosa, nessun’altra persona negli Stati Uniti avrebbe dovuto pagare un centesimo di tasse federali, sia per quanto riguarda le imposte sul reddito, sia per quanto riguarda le imposte sulla previdenza sociale, sia per quanto riguarda le imposte sul patrimonio…”, ha dichiarato Buffett.

Buffett: nessuna alternativa al dollaro come valuta di riserva

Infine alla domanda su cosa accadrà se l’aumento del debito nazionale degli Stati Uniti raggiungerà un punto in cui il mercato non potrà più assorbire il debito statunitense e il dollaro perderà il suo status di principale valuta di riserva del mondo  risponde il miliardario sostenendo che nella “migliore ipotesi il debito degli Stati Uniti sarà accettabile per molto tempo perché non ci sono molte alternative”.

“Non c’è davvero un’alternativa al dollaro come valuta di riserva, e su questo si fanno molti discorsi, ma questa è davvero la risposta”.

E Buffett cita l’ex presidente della Fed Volcker.

Paul Volcker se ne preoccupò già prima del 1980. Ma è stato minacciato di morte e mi è capitato di avere un piccolo contatto con lui in quel periodo, ed è stato un uomo straordinario e sorprendente che, in effetti, ha deciso che doveva agire o il sistema finanziario sarebbe crollato in un modo che non poteva prevedere… È stato l’uomo della crisi”, ha detto Buffett.

“Non era la quantità di debito statunitense offerto a minacciare il sistema, ma il fatto che l’inflazione e il valore futuro del dollaro – il pensiero del tipo ‘il cash è spazzatura’ – stavano preparando qualcosa che avrebbe potuto davvero influenzare il futuro del mondo in termini di sistema economico e Paul Volcker se ne fece carico”, ha spiegato.

Buffett ha fatto notare che la Fed non controlla la politica fiscale e che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, nei suoi commenti pubblici, ha sottolineato il potenziale impatto della crescita del deficit sulla spesa pubblica.

Powell non è solo un grande essere umano, ma anche un uomo molto, molto saggio. Ma non controlla la politica fiscale e di tanto in tanto lancia una sorta di appello mascherato: ‘Per favore, prestate attenzione a questo’, perché è lì che ci saranno i problemi, se li avremo”.