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Borsa Milano salvata da banche dopo delusione Draghi. Euro volatile

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ROMA (WSI) – Dopo una sbandamento pomeridiano in coda alle dichiarazioni proferite da Mario Draghi, la Borsa di Milano ha ritrovato forza, spinta dal settore bancario, e ha chiuso con  un rialzo superiore al mezzo punto percentuale. Nella conferenza stampa successiva alla decisione della Bce di mantenere invariati i tassi e concentrarsi sull’implementazione delle misure ultra accomodanti giĂ  in essere, Draghi ha gettato acqua sul fuoco delle speculazioni su un piano di helicopter money.

Durante la conferenza di Draghi il listino Ftse Mib ha virato in territorio negativo, complice il rafforzamento dell’euro, che però è sfumato nell’arco di un’ora. Di conseguenza, anche l’azionario ha ridotto le perdite per poi addirittura issarsi in territorio positivo. Molto richieste Mediobanca, Unicredit, Pop Milano e Pop Emilia. In calo Snam e Mediaset penalizzate da qualche notizia societaria negativa.

La moneta unica, dopo essere balzata a un passo da $1,14, ha azzerato quasi tutti i guadagni, tornando quasi al punto di partenza, attorno alla soglia di $1,13. Un trend schizofrenico, dovuto ai mancati annunci a sorpresa di Draghi, a cui evidentemente i mercati si sono abituati. Pur aprendo all’opzione di tagliare ulteriormente i tassi di interesse – rivendicando così l’indipendenza della Bce, a dispetto degli attacchi che sono arrivati soprattutto dalle autoritĂ  politiche della Germania – Draghi ha gelato i mercati, ammettendo che il Consiglio Direttivo della Bce “non ha mai discusso” l’opzione dell’helicopter money.

Secondo alcuni analisti, un solo riferimento alla possibilitĂ  di ricorrere a tale opzione avrebbe potuto mettere sotto pressione l’euro. Finora, il mix di misure straordinarie lanciate da Draghi non è riuscito a indebolire la moneta unica. E un deprezzamento dell’euro sarebbe stato piĂą che necessario, in un contesto di economia – quella dell’Eurozona -ancora in bilico, in quanto avrebbe potuto risollevare almeno le esportazioni, così come avrebbe reso piĂą costose le importazioni.

Il solo riferimento di Draghi al rafforzamento dell’inflazione nell’area euro ha poi portato gli investitori a vendere i bond sovrani dell’Europa. Sotto i riflettori soprattutto le vendite che hanno colpito i Bund tedeschi, che hanno visto i rendimenti decennali balzare anche oltre +50% e superare la soglia dello 0,20%. I Bund erano stati venduti giĂ  durante la mattinata, sulla scia del rally (poi sfumato) dei prezzi del petrolio.

Vendite anche sui BTP italiani, sebbene in misura decisamente minore rispetto ai Bund. Il risultato è che lo spread Italia-Germania a 10 anni è rimasto attorno ai 120 punti base, ma i tassi sui BTP sono saliti fino all’1,43%.

A Piazza Affari, focus ancora sulle banche, dopo la chiara apertura manifestata dall’Unione europea sul lancio del fondo Atlante, il fondo frutto di un accordo tra il governo italiano e le banche che gestirĂ  i crediti deteriorati del settore bancario italiano e le operazioni di aumento di capitale. Oggi poi è arrivato anche l’ok della Consob al piano di aiuto al settore bancario italiano.

Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio sono tornati a scendere in modo sostenuto; dopo il rally delle ultime ore il contratto WTI Crude tornato sotto $44 e il Brent sotto $45, dopo che aveva raggiunto anche $46. Bene anche l’oro, che supera $1.250 l’oncia.

In Asia seduta è stata per lo piĂą positiva, sulla scia del recupero dei prezzi del petrolio durante le contrattazioni asiatiche. Shanghai è rimasta sottotono, dopo i dati del mercato immobiliare, che hanno confermato la soliditĂ  del settore, allontanando così le speculazioni su un’azione imminente di stimoli di politica monetaria da parte della People’s Bank of China, la banca centrale del paese. Tokyo balzata oltre +2%.

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