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Spread giù: governo smentisce voci moneta parallela e fa concessioni a UE

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Nelle scorse ore il titolo di Stato a due anni ha visto i rendimenti salire di ben 16,5 punti base alo 0,813%, i massimi delle ultime due settimane. Poi i rendimenti dei Btp sono però scesi, per effetto della distensione politica tra Roma e Bruxelles e anche interna al governo. Innanzitutto il governo si appresta a rassicurare la Commissione Europea, con degli esempi concreti, sulla traiettoria del debito pubblico dal 2020 in avanti.

Il Tesoro ha smentito le indiscrezioni stampa secondo cui starebbe pensando a emettere una moneta parallela. Il governo ha infatti annunciato che i mini-Bot sponsorizzati da Claudio Borghi non sono nei piani. Si tratterebbe di titoli del debito che farebbero da apripista a una moneta parallela, un progetto che verrebbe osteggiato con forza dalle autorità europee e dalla Bce.

Una moneta parallela sarebbe un passo verso l’addio dell’Italia dall’area euro (lo spauracchio di una – tuttora molto improbabile – “Italexit“). Il concetto è stato rilanciato di recente dall’illustre editorialista del Telegraph Ambrose Evans Pritchard. Nel frattempo lo Spread tra Italia e Germania ha toccato il livello più alto da dicembre a 293 punti base, prima di ripiegare.

Tesoro apre a tagli quota 100 e reddito di cittadinanza

Nel pomeriggio i rendimenti stanno calando e l’euro si sta rafforzando sul Forex dopo che stando alle indiscrezioni stampa il Tesoro italiano si appresta a rispondere alla preoccupazioni della Commissione promettendo una riduzione delle proiezioni di spesa delle nuove misure di welfare. Si tratta di ridurre i costi per iniziative costose come per esempio il reddito di cittadinanza e quota 100 (pensione anticipata) nel periodo 2020 – 2022.

È l’agenzia di stampa Adnkronos a riportarlo. Luigi Di Maio ha fatto sapere che “il MoVimento 5 Stelle non ne sa nulla” e non intende fare concessioni del genere. Inoltre l’Italia dovrebbe dire all’UE che il deficit strutturale può migliorare anche senza che si passi obbligatoriamente per un aumento dell’IVA.

Il governo, stando a quanto riferito dall’agenzia, comunicherà nella lettera l’intenzione di varare “una nuova spending review e siamo convinti che sarà possibile ridurre le proiezioni di spessa per le nuove politiche di welfare”.

M5S appoggerà flat tax proposta dalla Lega

Intanto sono rientrati i timori di una crisi di governo. Una fonte anonima interna al MoVimento 5 Stelle ha riferito a Reuters che il partito guidato dal vice premier Luigi Di Maio appoggerà il piano fiscale di Matteo Salvini per quanto riguarda la flat tax. I tagli al fisco verranno finanziati a deficit e questo preoccupa autorità europee e mercati.

Ieri l’altro vice premier e leader della Lega Salvini ha minacciato di far cadere la coalizione di governo e andare a elezioni anticipate nel caso in cui il MoVimento 5 Stelle non avesse sostenuto il progetto ambizioso. La fonte si è così espressa: “l’idea di finanziaria la flat-tax con un deficit fiscale più alto ci trova concordi”.

“Ancora di più se, come abbiamo sentito, il ministro dell’Economia Giovanni Tria condivide questa idea. Siamo favorevoli a un regime con un’aliquota fissa sui redditi del 15% per la gente che guadagna fino a 65 mila euro l’anno”.

Resta da sciogliere il nodo pace fiscale

La decisione del MoVimento 5 Stelle rischia di rafforzare ancora di più la posizione di Salvini a meno di una settimana di distanza dal successo della Lega alle elezioni europee. Salvini lo ha definito “un mandato politico del popolo” per portare a termine la sua agenda.

Per tentare di contenere i populisti al governo, la Bce, la Commissione Europea e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e i cosiddetti “bond vigilante” (investitori nel mercato obbligazionario che in base alle politiche monetarie o fiscali che considera inflazionistiche vende obbligazioni, aumentando così i rendimenti), potrebbero punire il governo italiano per aver osato infrangere le regole con le sue mire espansioniste fiscali. Il risultato sarebbe un incremento di rendimenti e Spread.

Nessuno dei due problemi che hanno causato un’impennata dei rendimenti e del gap con i tassi dei Bund è risolto. La crisi di governo potrebbe riaprirsi da un momento all’altro, specie quando la Lega proverà a tirare dritto con il condono (“pace fiscale”).

Se gli Spread e il costo del denaro salgono, sembra inevitabile il fatto che i Btp torneranno a rendere quanto facevano a fine 2018 – periodo in cui Roma era impegnata in un braccio di ferro sui conti pubblici e il deficit del 2019 con Bruxelles.

Anche perché agli investitori rimarrà il dubbio che la Lega faccia sul serio con la moneta parallela. È dai tempi della campagna elettorale, per la verità, che la forza politica propone i mini-bot e una flat tax al 15%. Il problema non è soltanto l’affronto alle regole europee ma anche che, secondo gli esperti, difficilmente potrebbe funzionare.