Da un lato l’escalation della guerra commerciale, dall’altra i timori per la sostenibilità dei conti pubblici italiani: sono i due fattori che gravano principalmente sulle contrattazioni di Borsa quest’oggi. I cali vanificano il rimbalzo di ieri e estendono le perdite settimanali. L’ultimatum di Donald Trump a Londra con tanto di imminente imposizione di dazi Usa al Messico e le minacce di Matteo Salvini alla compagine alleata di governo, il MoVimento 5 Stelle, stanno innervosendo gli investitori sui mercati.
Forte del successo elettorale alle europee di domenica scorsa, il vice premier e leader della Lega si dice pronto a staccare la spina al governo italiano se il M5S non appoggerà la sua idea di manovra fiscale, che includerebbe sia un condono fiscale già tentato in precedenza ma di cui poi non se n’è fatto nulla per via della contrarietà del M5s, sia un progetto di flat tax ambizioso.
La misura per completare il condono, la cosiddetta “pace fiscale”, passerebbe da una “dichiarazione integrativa speciale”. L’idea di Salvini è riproporre l’iniziativa tale e quale, con la possibilità di fare emergere fino a 100 mila euro. Comunque non si andrebbe oltre il 30% di quanto già dichiarato, pagando un forfait del 20%.
Sale rischio elezioni anticipate, Spread sale a 290
Salvini sta approfittando dei malumori interni al MoVimento 5 Stelle dopo la perdita di consensi subita alle europee. Luigi Di Maio, confermato leader del MoVimento anti establishment, teme il ritorno alle urne a settembre. Il ministro dell’Interno “pigliatutto” sta di conseguenza alzando l’asticella delle pretese. Alla Lega si dice che potrebbe andare anche il ministro dell’Economia.
Lo Spread di rendimento tra Btp e Bund decennali risale a 290 punti base a causa dell’incertezza. Eppure, si andasse al voto anticipato, in realtà i mercati potrebbero reagire positivamente in caso di alleanza tra le forze di destra, che consegnerebbe una maggioranza teoricamente più coerente e un paese più governabile. Al momento però non sembra che Salvini abbia tanto da guadagnare visto che l’esperienza di governo giallo verde sta giovando incredibilmente al suo partito in termini di indici di gradimento.
Sul listino delle blue chip Ftse Mib, nel giorno in cui dovrebbe arrivare la risposta ai rilievi della Commissione Ue da parte dell’esecutivo, si fanno particolarmente pesanti i cali di FCAFCA, Saipem, Tenaris e Pirelli. L’Istat ha poi comunicato il dato definitivo sul Pil del primo trimestre.
Il risultato è stato inferiore al consensus che era per una variazione su base trimestrale del +0,2%. Insomma, l’Italia è uscita dalla recessione tecnica nel 2019, ma la crescita rimane particolarmente stagnante. Stando alle cifre dell’Istat nei primi tre mesi dell’anno il Pil si è espanso dello 0,1% rispetto all’ultimo trimestre del 2018, tuttavia è calato dello 0,1% rispetto all’anno prima.
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Nel frattempo l’azionario europeo è in difficoltà. Il listino inglese FTSE 100 è in calo dell’1%, il DAX di Francoforte cede lo 0,7%, mentre l’indice paneuropeo EuroStoxx 50 è in ribasso dell’1,4%. In Asia non è andata molto meglio alle Borse principali, con il Nikkei 225 che ha chiuso con un rosso dell’1,6%.
L’azionario Usa scivola in avvio di seduta dopo che il presidente Usa Donald Trump ha minacciato a sorpresa di imporre dei dazi a tutte le importazioni provenienti dal Messico e anche di adottare misure coercitive analoghe contro il Regno Unito. In piena guerra commerciale con la Cina, il rischio che le tensioni si intensifichino e si espandano geograficamente, andando a interessare anche con il Messico e l’Europa, ha innervosito gli investitori.
Il Dow Jones apre in ribasso di più di 200 punti, mentre l’indice S&P 500 perde più di un punto percentuale. Nel mese di maggio, fino a giovedì 30, il computo per il paniere allargato era già negativo (del 5,3%). Con le perdite di oggi i cali si aggraveranno ulteriormente. La guerra commerciale e tecnologica a tutto campo tra Cina e Stati Uniti rischia di fare sprofondare l’economia Usa in recessione.
Piazza Affari chiude lultima seduta della settimana in negativo, con il Ftse Mib che segna un calo dello 0,73%, delle nuove tensioni commercial Usa-Cina a cui si aggiungono anche quelle con il Messico. In rialzo i titoli Atlantia, Hera, Italgas, Leonardo, Recordati, Amplifon, Snam, Telecom Italia e Terna. In controtendenza DiaSorin, Poste Italiane, Ferragamo, Tenaris, Pirelli e Prysmian.
In rosso anche le principali borse europee, che chiudono la settimana in ribasso. Vanificato il moderato rialzo registrato nella seduta di ieri. Lindice paneuropeo EuroStoxx 50 chiude in negativo dell’1,14%. Segno meno per molti titoli del paniere tra cui Volkswagen, Bayer, Banco Santander, Kering, Siemens, Daimler e Philips.
Il rendimento dei Bund decennali ha raggiunto il minimo assoluto. Complice un ritorno dell’appeal dei beni rifugio, il tasso del titolo tedesco di riferimento è sceso di anche due punti base al -0,2%. È il risultato di una fuga degli investitori dagli asset rischiosi per via del contesto meno favorevole, ricco di incertezze politico economiche.
Il Bund a medio termine, che va di corsa dai primi di settembre 2018, quando rendeva addirittura lo 0,6%, ha registrato ottimi risultati. Nello stesso periodo a guadagnare terreno sono stati anche, non a caso, altri beni rifugio per eccellenza, come l’oro, lo yen e i Treasuries Usa.