Economia

Borsa Milano limita danni nel finale. Bagno di sangue su banche

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Azionario sotto pressione in Europa e in Asia dopo le novità che riguardano la Fed e la Bank of Japan. Massima attenzione alle due banche svizzere UBS e Credit Suisse, dopo che la banca centrale della Svizzera, la SNB, ha rivelato che i due istituti potrebbero aver bisogno di raccogliere 10 miliardi di franchi svizzeri, per soddisfare le regole di capitale.

Ma la sessione è stata all’insegna di forti smobilizzi su tutte le principali banche europee, che hanno scontato l’incubo Brexit, dopo che nuovi sondaggi hanno dato in vantaggio il fronte “Leave”.

  • Deutsche Bank è scesa oltre -3,5%, scivolando fino al minimo da almeno il 1992, attorno a 12,83 euro.
  • Credit Suisse è crollata oltre -5%, in perdita -48% dall’inizio dell’anno.
  • In generale l’indice che monitora il settore in Europa, il Bloomberg Europe Banks and Financial Services, ha perso -2%.
  • Peggiori i titoli delle banche italiane e spagnole.
  • Unicredit ha ceduto oltre -4% ed è stata sospesa anche per eccesso di ribasso. Il titolo ha ceduto -57% dall’inizio del 2016, stando ai dati di Bloomberg.

Nel finale Piazza Affari, che durante i minimi intraday ha perso oltre -2%, ha ridotto tuttavia le perdite, più che dimezzandole, grazie al recupero degli stessi bancari che, pur rimanendo in rosso, hanno recuperato dai limiti intraday. Durante la sessione sono state sospese Mps, Ubi Banca, Unicredit e anche il titolo assicurativo Unipol. Il Ftse Mib ha chiuso in flessione -0,98%, a 16.351,90 punti.

L’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokyo ha sofferto un tonfo superiore a -3%, dopo il nulla di fatto della banca centrale.

Il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, si è limitato a ribadire che l’istituto continuerà a perseguire una politica monetaria di tassi negativi fino a quando sarà necessario. In una conferenza stampa, Kuroda ha reso noto d attendersi che l’inflazione, in Giappone, tornerà a raggiungere il 2% nel 2017 e che nel frattempo il PIL crescerà a un ritmo moderato.

Immediate le ripercussioni sul mercato valutario, che ha scontato tra l’altro anche le novità arrivate alla vigilia dal fronte Fed. Il rapporto dollaro-yen è precipitato anche sotto quota JPY 104, al minimo dal settembre del 2014 e in flessione -17% rispetto ai massimi testati nel giugno del 2015.  Euro anche in caduta libera, ha ceduto anche oltre -1% sul dollaro bucando quota $1,12.

Sul fronte Fed, i tassi sui fed funds sono stati lasciati invariati come previsto. Nel comunicato che ha accompagnato l’annuncio, la Fed ha notato che il tasso di disoccupazione Usa è sceso (al 4,7%), ma ha fatto anche notare che “la creazione dei posti di lavoro è diminuita”. Inoltre, ha precisato Yellen, il voto Brexit del prossimo 23 giugno è stato un altro fattore che ha provocato il nulla di fatto sui tassi.

In realtà, le proiezioni della Fed indicano che esiste una maggiore probabilità di due manovre restrittive sui tassi da parte della Fed prima della fine del 2016, ma i dubbi in tal senso sono aumentati.

“La fiducia sullo scenario di base è calata, e ora sei membri (del Fomc) anticipano solo un rialzo dei tassi, quest’anno”, ha fatto notare Brian Martin, di ANZ.

A suo avviso:

“il mercato scommette su un possibile aumento dei tassi a luglio con una probabilità che è scesa quasi allo zero. La Fed ha bisogno di un report occupazionale solido nel mese di giugno e di forti numeri dal fronte delle vendite al dettaglio, oltre che di miglioramento dell’inflazione, per far salire i tassi a luglio”.

Le minori speculazioni su un aumento dei tassi Usa nel brevissimo periodo non hanno avuto un effetto positivo sull’azionario. Così Angus Nicholson, analista di mercato presso IG.

“I mercati azionari non hanno preso bene (le comunicazioni della Fed), con Wall Street che ha chiuso negativa per la quinta sessione consecutiva…Sulla scia della pubblicazione del comunicato, l’oro ha assistito a qualche guadagno, così come le valute dei mercati emergenti e le obbligazioni high yield”.

Petrolio KO con perdite -3%; in ribasso per la quinta sessione consecutiva, sulla scia delle incertezze globali, in particolare sulla scia del rischio che il Regno Unito lasci l’Unione europea. Il contratto WTI scambiato a New York ha perso quota $47, il Brent è calato sotto $48. Oro in rally, oltre $1.310 l’oncia.

Sul mercato dei titoli di stato, tensione sullo spread BTP-Bund che torna sopra quota 150 punti, a fronte di tassi sui BTP sopra l’1,50%, mentre i tassi decennali sui Bund tedeschi hanno testato prima dell’inizio delle contrattazioni un nuovo minimo record.

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