MILANO (WSI) – La Borsa di Milano chiude in buon rialzo ma sotto i massimi di seduta, con il Ftse Mib che ha dimezzato i guadagni rispetto a quando, in mattinata, aveva riagguantato la soglia dei 18.000 punti, con un incremento che aveva raggiunto anche il +2%. In generale l’azionario europeo, in rialzo per la seconda sessione consecutiva, ha beneficiato del buon trend del petrolio e delle speranze su un imminente accordo per erogare nuovi aiuti alla Grecia.
Focus sugli utili di banche come Unicredit e Banco Popolare. Proprio quest’ultima banca rimane osservata speciale, dopo il tonfo della vigilia successivo al via libera dell’assemblea all’aumento di capitale richiesto dalla BCE come condizione necessaria per la fusione con BPM. Anche oggi Banco Popolare è oggetto di vendite.
Unicredit positiva per la maggior parte della seduta: con la diffusione del bilancio, che ha messo in evidenza un calo degli utili -20% a un livello comunque migliore delle attese, il titolo ha seguito la regola del “sell on the news” e ha virato in rosso. Unicredit è chiamata a fare chiarezza, dopo i dubbi che sono stati sollevati da un recente articolo del Financial Times riguardo ai suoi livelli di capitale.
Diffusi intanto i dati di Bankitalia, da cui risulta come le sofferenze delle banche italiane siano cresciute a marzo a 83,6 miliardi. Il recupero del settore bancario a livello europeo è alimentato oggi soprattutto dai risultati migliori delle attese di Credit Suisse. Finora nessun effetto Bce, che ha reso noto che effettuerà a novembre una valutazione su quattro banche di diversi paesi, tra cui anche dell’Italia.
Prosegue la stagione degli utili trimestrali, che ha visto protagoniste nelle ultime ore anche Nokia (che ha sofferto l’impatto dei costi legati alla fusione con Alcatel-Lucent); Munich Re, Thyssenkrupp.
Dal fronte macroeconomico, poco convincenti i dati relativi alla produzione industriale di alcuni paesi dell’Eurozona, Italia inclusa.
Azionario asiatico per lo più positivo, con la Borsa di Tokyo che ha guidato i guadagni. L’indice Nikkei 225 ha chiuso le contrattazioni segnando un rialzo superiore a +2%. Diffuso in Cina il dato relativo all’inflazione di aprile, che ha mostrato come l’indice dei prezzi al consumo sia salito a un tasso annuo del 2,3%, praticamente in linea con il +2,4% atteso dagli analisti. I prezzi alla produzione, tuttavia, sono scesi -3,4% su base annua. Indici azionari cinesi piatti.
Sul valutario, euro poco variato attorno a $1,1380, mentre il dollaro sale sullo yen e supera quota JPY 109. La debolezza dello yen è alimentata dalle dichiarazioni provenienti dal Giappone, che sarebbe disposto a intervenire per frenare la volatilità dello yen. In particolare, il ministro giapponese delle Finanze, Taro Aso, ha detto oggi che sarebbe “naturale” per il governo intervenire, nel caso in cui lo yen dovesse guadagnare in modo eccessivo e brusco nei confronti del dollaro Usa.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio recupera terreno. Oro positivo, attorno a $1.265 l’oncia. Sul mercato dei titoli di stato, occhio allo lo spread BTP-Bund, che oggi punta verso il basso a 136 punti base e ai tassi sui BTP decennali, all’1,48%.
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Focus sui risultati di bilancio del colosso bancario svizzero Credit Suisse, che ha terminato il primo trimestre dell’anno con una perdita netta di 302 milioni di franchi svizzeri, inferiore al passivo di 424 milioni atteso da Reuters. La banca ha reso noto di essere fiduciosa sulla capacità di centrare o eccedere il target dei risparmi sui costi – su base lorda – di 1,7 miliardi di franchi, entro la fine del 2016. Credit Suisse ha affermato anche di aver ravvisato la presenza di segnali preliminari di ripresa dell’attività a marzo e ad aprile. Tuttavia, le deboli condizioni di mercato e i bassi livelli di attività dei clienti potrebbero persistere – ha aggiunto – nel secondo trimestre e forse anche oltre.
Principali futures sugli indici azionari europei in crescita.
Thyssenkrupp ha rivisto al ribasso le stime dell’anno intero, alla luce delle difficoltà che continuano a caratterizzare i mercati delle materie prime. Il colosso prevede per il secondo trimestre un calo degli ordinativi -13% a 9,03 miliardi di euro, e vendite -10% a 9,85 miliardi di euro, peggiore del fatturato di 10,3 miliardi di euro precedentemente atteso.
Avvio positivo per i principali mercati azionari europei.

Balzo per il titolo Credit Suisse, che ha riportato una perdita di 302 milioni di franchi svizzeri, inferiore alle attese degli analisti.

Trend negativo per il titolo Thyssenkrupp, dopo che il colosso dell’acciaio ha tagliato le attese sull’intero anno.

Anche il titolo del colosso assicurativo Munich Re è in ribasso, dopo aver rivisto al ribasso l’outlook dell’intero anno alla fascia bassa della precedente forchetta di stime. Munich Re ha assistito a un calo del 45% nei profitti netti del primo trimestre.

I migliori titoli dell’indice di riferimento dell’azionario europeo, Stoxx Europe 600.

I peggiori titoli sull’indice di riferimento dell’azionario europeo Stoxx Europe 600. Male Natixis dopo che la banca francese ha citato la debolezza nella divisione di investment bank, decidendo di rafforzare i suoi piani per il taglio dei costi e per ridurre gli asset più rischiosi.

Rendimenti dei titoli di stato greci a 10 anni attorno all’8%, dopo essere scesi al di sotto della soglia dell’8% per la prima volta in sei mesi.

Trend positivo per i prezzi del petrolio.

I rialzi di Credit Suisse sostengono il settore bancario in Europea, che ha riportato perdite a due cifre dal mese di gennaio.

Prosegue positiva la performance dell’azionario europeo.

Dollaro in rialzo sullo yen di circa +0,75%, dopo le dichiarazioni arrivate dal Giappone, che alimentano speculazioni su interventi da parte del paese per deprezzare lo yen.

Borsa Milano in forte rialzo, con l’indice Ftse Mib che riagguanta la soglia di 18.000 punti, salendo oltre +2%, a 18.053,07. Banche positive, anche se, in attesa dei conti, Banco Popolare è ancora sotto pressione e cede -3%. Giù anche Banca Mediolanum, -0,41%. Tra le altre banche MPS +2,84%, Bper +2,09%, BPM +1,19%. Intesa SanPaolo +2,77%, Mediobanca +2,48%, Unicredit +2,67%, Ubi Banca +2,89%. Enel balza di quasi +4% dopo i conti, Eni positiva con +1,5%, bene anche FCA con +2,65%; tra i titoli di altri settori Prysmian -0,73%, Ferragamo +2,77%, Telecom Italia +2,18%, Luxottica +1,86%, Unipol +2,95%.
In rialzo i futures sugli indici azionari Usa, con quelli sul Dow Jones che balzano più di 100 punti.
Mancano 30 minuti all’avvio delle contrattazioni a Wall Street, e i futures Usa mantengono ancora una intonazione positiva.
Trend ancora positivo per gli indici azionari europei. Nel caso di Piazza Affari, dopo un rialzo superiore a +2%, il Ftse Mib più che dimezza i guadagni, salendo +0,69%, e tornando sotto la soglia di 18.000 punti, a 17.807,70 punti.

Avvio positivo per gli indici azionari Usa.

Sul valutario, euro poco mosso, +0,08% a $1,1392. Forte rialzo del dollaro sullo yen, +0,74%, a JPY 109,12. Il dollaro cede invece contro la sterlina, con il rapporto di cambio sterlina/dollaro in rialzo +0,29%, a $1,4449. Le speculazioni su nuovi interventi delle autorità giapponesi per frenare lo yen sostengono anche il rapporto euro/yen, +0,80%, a JPY 124,29. L’euro cede nei confronti della sterlina, rapporto eur/gbp -0,21%, a GBP 0,7884, mentre sale sul franco, +0,37%, a CHF 1,1096.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in rialzo, con il contratto WTI scambiato a New York +1,63%, a $44,15 e il Brent +2,68%, a $44,80.
A Piazza Affari il Ftse Mib è in rialzo +1,05%, a 17.872,28 punti. L’indice ha dimezzato i guadagni rispetto ai massimi intraday, quando saliva oltre +2% e aveva riconquistato la soglia dei 18.000 punti. Dietrofront per le banche, con MPS -2,84%, Bper -0,86%, BPM ancora in rialzo, BP -3,12%. Intesa SanPaolo +0,89%, si spegne l’appeal speculativo su Unicredit, -0,60% dopo la pubblicazione del bilancio. Ubi Banca +2,26%.
Il Ftse MIB ha chiuso in rialzo dell’1,41% a quota 17.934,72 punti. Volumi per 2,3 miliardi. L’indice europeo FTSEurofirst sale dello 0,8%, Madrid +1,2%, Francoforte +0,6%.
A Piazza Affari fari rivolti come sempre al settore bancario, con MPS, Banco Popolare e Unicredit, dopo il calo del 20% dell’utile netto, tutti titoli che si sono mossi in controtendenza. Bene invece Prysmian dopo i conti. Richieste anche le Buzzi Unicem e le FCA. A livello settoriale in denaro il lusso.
Il trend dei mercati azionari asiatici.