Economia

Elezioni politiche 2018, analisti: spread sopra 160

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Il risultato elettorale peserà più sui Btp che sulle Borse, secondo gli analisti di Unicredit, che vedono lo Spread con i Bund decennali salire sopra i 160 punti base. Al momento scambia in rialzo in area 140 punti, i massimi dal 23 febbraio. La banca stima che i Btp “resteranno sotto pressione nel breve termine” per due motivi su tutti: in primo luogo, vista la situazione di “hung parliament“, l’incertezza continuerà a dominare la scena almeno fino a fine marzo quando inizieranno le consultazioni’ del presidente della Repubblica.

“C’è molta incertezza sul risultato finale delle elezioni in termini di formazione di un nuovo governo e gli investitori sono riluttanti a scommettere su cosa succederà nei prossimi giorni”, dice Chiara Cremonesi, fixed income strategist di UniCredit, durante una conference call con clienti e investitori.

Il secondo motivo è “il risultato molto migliore di quanto il mercato si aspettava ottenuto dai partiti populisti, che potranno avere un ruolo cruciale nella formazione del nuovo governo”. Lo spread tra Btp e Bund a dieci anni potrà quindi “salire oltre i 150 punti base e riavvicinare i massimi da gennaio a 160 punti”.

Non sono invece previsti movimenti significativi sul fronte dei rendimenti, ma “se cresceranno nelle prossime settimane le indicazioni che il prossimo governo sarà guidato da un partito populista ci aspettiamo che i rendimenti dei Btp si muovano significativamente verso l’alto”.

Il capo economista per l’Italia di UniCredit, Loredana Federico, si dice d’altra parte “molto scettica sulla formazione di una coalizione populista tra Movimento 5 Stelle e Lega. Quanto al centrosinistra, definito “chiaro sconfitto” delle elezioni, “l’aspettativa è che il risultato avrà conseguenze determinanti sulla leadership di Matteo Renzi da qui in avanti”.

Per Barclays però è innegabile che i partiti anti sistema siano “on fire” con gli elettori italiani che hanno punito i partiti tradizionali colpevoli – secondo loro – di anni di economia debole, delle tasse in aumento e dei problemi nella politica sui migranti. Ci sono dubbi su quale direzione politica prenderà il paese e la paralisi politica è da mettere in conto. Le consultazioni per formare un governo saranno lunghe e faticose e c’è anche la possibilità di tornare al voto.

Alta volatilità prima e durante l’avvio delle consultazioni

Il MoVimento 5 Stelle, che potrebbe ottenere fino a 240 seggi alla Camera dei Deputati dopo un risultato di almeno cinque punti percentuali superiore alle attese, giocherà un ruolo cruciale, decisivo per il futuro politico italiano. Quanto all’altro vincitore del voto, la coalizione di centro destra trainata dalla Lega, non è ancora sicuro che l’alleanza regga durante la prossima fase politica, quella delle consultazioni.

Per Berenberg Economics, secondo cui il risultato delle elezioni del 4 marzo va ritenuto “uno sconvolgimento politico maggiore” un’alleanza tra i partiti anti sistema, Lega e MoVimento 5 Stelle, è improbabile, ma l’asse euro scettica garantirebbe stabilità alla terza economia dell’area euro, in quanto otterrebbe una maggioranza chiara alla Camera (355 seggi).

Secondo gli analisti del gruppo non va nemmeno sottovalutato il rischio che si vada a nuove elezioni. Visto che si dovrà passare per forza dalle mine vaganti Lega o MoVimento 5 Stelle per la formazione di un nuovo esecutivo, è evidente che il rischio che nessuna coalizione si formi rimane. Basti pensare che Forza Italia e PD non avrebbero i numeri (210 seggi) per governare nemmeno se dovessero ricorrere a un qualche appoggio esterno.

Il parlamento sarà ingovernabile da un gruppo di forze dello stesso spettro politico, e quindi anche UBS Wealth Management prevede colloqui tesi per la formazione di un nuovo esecutivo. Il parlamento si scioglierà e verrà rinominato il 23 marzo. Alla luce dell’esito del voto, i tre scenari possibili principali per l’Italia sono i seguenti: governo di larghe intese a guida centro destra con l’appoggio di esterni in stile tedesco, un’asse anti sistema tra MoVimento 5 Stelle e Lega, oppure il ritorno alle urne.

Per quanto riguarda l’impatto sui mercati finanziari, Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy, osserva che visto che ci dobbiamo aspettare “negoziati lunghi dopo il voto, la volatilità è destinata ad aumentare per gli asset finanziari italiani”, sia lato Borse sia lato Bond. Una coalizione allargata di forze moderate e conservatrici verrebbe ben digerita dai mercati, “perché porterebbe stabilità politica e disciplina fiscale”.

Un ritorno alle urne potrebbe prolungare l’incertezza e pesare sui mercati italiani. Va detto inoltre che “l’azionario italiano sinora non ha scontato l’incertezza elettorale, ma i rendimenti attuali dei bond governativi italiani dicono che una parte dei rischi politici è stata in realtà incorporata”.

I timori dei mercati sono condivisi anche in seno al governo. La paura è che l’Italia possa finire nel mirino della speculazione dopo l’esito delle elezioni. “Con questi scenari si aprirà un problema con l’Europa”, afferma per esempio un ministro. Dello stesso avviso Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri in uscita che si è candidato con il gruppo +Europa, partito che ancora non sa se supererà la soglia di sbarramento: “L’asse Merkel-Macron isolerà l’Italia“.

Secondo Marco Valli di Unicredit i Btp saranno messi sotto pressione nelle prossime settimane per due ragioni: in primis, il risultato del voto è che il parlamento è ingovernabile. Almeno fino alla fine di marzo, quando saranno avviati i colloqui per formare un nuovo governo, il rischio incertezza peserà sui mercati. In secondo luogo, il risultato più positivo del previsto dei partiti populisti. I mercati non anticipavano che si potesse materializzare un’alleanza anti sistema e invece Lega e M5S avrebbero i numeri per governare insieme. Questo aprirebbe un’incognita in termini di impegno disciplina fiscale, riforme e processo di integrazione europea.

Mediobanca Javier Suarez e Andrea Filtri prevedono una volatilità elevata a breve termine con i settori più difensivi (utility, consumi, infrastrutture e tlc) che dovrebbero fare meglio dei settori pro ciclici come banche e industriali. Oggi il settore bancario è il più tartassato dalle vendite con un paio di titoli come MPS e Banco BPM che sono stati sospesi dagli scambi per eccesso di ribasso.

Adrian Hilton, responsabile tassi e valute di Columbia Threadneedle Investments, parla di un risultato “piuttosto confusionario”. Detto questo “non crediamo che siano aumentate le probabilità che l’Italia lasci l’Eurozona. Il Movimento Cinque Stelle e la Lega Nord hanno entrambi ricevuto ottimi risultati, mentre il PD di Renzi e – più sorprendentemente – Forza Italia di Berlusconi hanno sofferto”.

“Le modalità di formazione del governo non saranno chiari finché non sapremo come saranno distribuiti i seggi parlamentari. Né i Cinque Stelle nè la coalizione di centro-destra (LN/FI) possono governare da soli, ma sembra probabile che la futura amministrazione prevederà un partito anti-establishment o un altro. La reazione dei mercati obbligazionari è stata abbastanza contenuta fino ad ora; il risultato davvero negativo per i mercati sarebbe una coalizione che comprenda sia la Lega che i Cinque Stelle”.

Un simile scenario, secondo Hilton, “peggiorerebbe probabilmente le relazioni con la Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi di bilancio. Ma siamo lontani dall’idea che l’Italia possa abbandonare l’euro: entrambi i partiti anti-establishment hanno attenuato il loro scetticismo verso l’euro negli ultimi mesi e i sondaggi continuano a mostrare una maggioranza popolare a favore dell’adesione alla moneta unica. Gli ostacoli costituzionali a un referendum in stile Brexit in Italia sono comunque notevoli”.

“Molto probabilmente vedremo un periodo prolungato di compromessi, negoziati e incertezza mentre si dovrà formare il Parlamento. Nel peggiore dei casi, l’Italia tornerà alle urne tra pochi mesi. Nonostante questa incertezza, riteniamo che il rischio di rotture dell’euro sia al minimo da anni. E nel contesto di una solida crescita economica nell’area euro, riteniamo che gli spread dei titoli di Stato periferici possano continuare a convergere verso quelli core”.

Secondo Timothy Graf, responsabile macro strategy EMEA di State Street Global Markets, “dopo un 2017 che alla fine si è dimostrato favorevole rispetto al rischio politico dell’Eurozona, il forte e inatteso risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle rimette questi timori nuovamente in primo piano. Nonostante negli ultimi mesi i membri del Movimento abbiano mitigato la propria posizione anti-euro, il loro euroscetticismo potrebbe reintrodurre le minacce alla stabilità dell’Eurozona che da tempo si erano attenuate. La creazione di un Governo presenta molte sfide, ma il risultato di oggi potrebbe minare il forte consenso di cui l’euro continua ancora a godere. Anche lo spread dei Btp potrebbe leggermente ampliarsi”.

Anche per il suo collega Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca di SPDR ETFs per l’area EMEA, “il rischio politico è tornato sulla scena“. “Nonostante il recente calo del sentiment anti-Euro all’interno dei discorsi del Movimento, il risultato di oggi rappresenta una battuta d’arresto al forte consenso che la moneta unica stava raccogliendo nell’ultimo periodo. Potrebbe essere comunque troppo presto prima che questo si traduca in una vera e propria crisi dell’Eurozona e il mercato dovrà analizzare l’impatto delle elezioni sulle riforme vere e proprie. Ma la voce ormai si è sparsa e lo spread dei BTP potrebbe ampliarsi rispetto ai livelli attuali, mentre la forza dell’euro potrebbe subire una battuta d’arresto fino a quando non si avrà maggiore chiarezza. Tutto questo potrebbe inevitabilmente avere un impatto su altre asset class denominate in euro, almeno fino a quando il mercato non sposterà la sua attenzione sul prossimo importante evento europeo di questa settimana”, ovvero il meeting della Bce.

Elezioni, ci sono opportunità di guadagno sui mercati

Nonostante tutto ciò, gli analisti di JP Morgan rimangono ottimisti sull’Italia dicendo che “rimane la prima scelta” e che “la debolezza scaturita dall’incertezza politica presenta un’opportunità di guadagno‘. Per Blackrock l’impatto a lungo non sarà negativo sull’euro e nemmeno sull’azionario europeo.

Lo stategist responsabile per gli investimenti globali di Blackrock, Richard Turnill, ha sottolineato che il rafforzamento dell’economia italiana, con una crescita del Pil che potrebbe essere intorno all’1,5% nel 2018-2019, dovrebbe ammorbidire l’impatto dal fronte politico. “Vediamo spazio per una certa pressione sui titoli di stato dell’Italia e di altri paesi periferici della zona euro ma non vediamo questo come particolarmente negativo per l’euro e i mercati azionari europei”.

Anche David Zahn, Head of European Fixed Income di Franklin Templeton, che ha ridotto il peso dell’obbligazionario italiano nel portafoglio, non è particolarmente pessimista, per due ragioni principali: innanzitutto in quanto “l’incertezza politica in Italia è la norma” e in secondo luogo perché la mancata vittoria della coalizione di centro destra, che aveva promesse misure trumpiane di riduzione del fisco e aumento delle spese. Zahn prevede dunque “una reazione moderata dei mercati obbligazionari europei, ma avverte che se le autorità non prendessero seriamente l’esigenza di riforme, in futuro potrebbero esserci delle conseguenze”.

L’incertezza politica è ordinaria amministrazione in Italia, aggiunge il fund manager di Franklin Templeton, “per cui ci attendiamo con molta probabilità una reazione pragmatica dei mercati obbligazionari europei alla mancanza di un netto vincitore. Mentre si attende di conoscere qualche dettaglio in più su come sarà composto il governo il gestore prevede una reazione dei mercati obbligazionari europei abbastanza positiva. In assenza di una soluzione imminente, le autorità italiane potrebbero indire nuove elezioni, ma nei nostri recenti viaggi in Italia non abbiamo rilevato alcun entusiasmo per un’altra tornata elettorale”.

Detto questo, Zahn ritiene cancellata ogni ipotesi di riforme strutturali. Nel lungo termine, “l’inerzia potrebbe nuovamente costituire un problema per l’Italia, in quanto riteniamo che alcune riforme siano necessarie. Tuttavia, nel breve termine, pensiamo che i mercati saranno sollevati per il fatto che per il paese non si prospetti una coalizione di centrodestra, i cui impegni durante la campagna elettorale hanno puntato su un aumento delle spese e debito più elevato”.

I fondamentali di lungo termine dell’Italia sono buoni, secondo il fund manager, ma “la traiettoria politica del paese è preoccupante, in particolare per quanto riguarda la potenziale spinta verso l’aumento delle spese fiscali da parte dei sempre più potenti partiti di destra”.

Meno ottimisti in generale gli analisti di Goldman Sachs, che vedono “conseguenze negative sul medio termine per la stabilità dell’area euro e di conseguenza anche per i mercati”. Il risultato ufficiale deve ancora essere annunciato e mancano gli elettori all’estero, ma il dato che si può dare per certo è che non ci sarà una maggioranza, motivo per cui “c’è da attendersi potenzialmente un lungo periodo difficile prima di vedere la formazione di un nuovo governo”. “Il ritorno alle urne tra un anno potrebbe essere anche una possibilità”. L’ipotesi peraltro piacerebbe a Berlusconi che per quella data potrà candidarsi a premier.

Il voto italiano dice che ci sarà poca volontà di imporre politiche economiche che mantengano il deficit fiscale italiano sotto il 3% (il limite di Maastricht). “Questo creerà tensioni tra Italia e partner europei. La composizione del parlamento non verrà vista come favorevole a questi paesi, in particolare al Nord Europa. Lì verranno pretese garanzie di riduzione dei rischi associati all’Italia prima di poter proseguire con i piani di integrazione europea, a cui il parlamento italiano probabilmente si opporrà”.

David Madden di CMC Markets osserva che la fiducia degli investitori nell’Italia ha subito un colpo dopo il voto vista la sconfitta dei partiti mainstream e il trionfo dei populisti. Senza una maggioranza di governo, l’incertezza riguarda il ruolo che avrà il partito anti-establishment MoVimento 5 Stelle. “I trader temono che la nazione sia destinata a un periodo di imprevedibilità politica e questo potrebbe ritardare le riforme necessarie”.

Claudio Ferrarese, portfolio manager presso Fidelity International, sostiene che bisogna aspettarsi ‘settimane di incertezza’. “Una grande coalizione è ancora possibile, ma i partiti tradizionali sono in una posizione di debolezza e dovranno scendere a patti con il M5S o la Lega. Anche se Lega e M5S avranno voce nell’agenda politica, le posizioni più estreme di questi partiti saranno contenute una volta che saliranno al potere. La retorica anti europea è più soft oggi rispetto al passato. Detto questo, i due partiti concentreranno i loro sforzi per ottenere un alleggerimento fiscale e e per tenere un atteggiamento più aggressivo nei confronti dei partner europei”.

Il prossimo appuntamento da osservare con attenzione è quello con l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, tra tre o quattro settimane. “A seconda delle persone che saranno elette, potrebbero esserci indicazioni importanti sulla direzione che prenderanno le consultazioni”. La vittoria dei partiti populisti non sta sconvolgendo i mercati extra italiani, come se il problema di uno stallo politico fosse confinato all’Italia. Il Ftse 100 inglese per esempio rimbalza, guadagnando terreno dopo aver toccato i minimi di 14 mesi venerdì.

Sugli scenari di mercato dopo i risultati delle elezioni, Carlo Gentili, AD di Nextam Partners, reputa che “la cosa più sconcertante è che abbiamo un parlamento a maggioranza antieuropeista e questo è il dato più preoccupante per i mercati. Credo che sia qualcosa che pesa e che peserà tanto nei prossimi mesi dal punto di vista dei mercati. Vi è inoltre da rilevare come si siano dissolte le leadership politiche degli ex grandi partiti e quindi anche il loro potere di interdizione e contrasto si è molto ridotto”.