Economia

Mercati attendisti in vista Bce. Spettro tassi spaventa le stesse banche centrali

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Oggi Wall Street riaprirà dopo il lungo week end dedicato alle celebrazioni del Labour Day. Sotto i riflettori la reazione dei mercati successiva al deludente report occupazionale Usa diffuso lo scorso venerdì, che ha smorzato decisamente le attese per un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed, in occasione del meeting della fine di settembre.

Il quadro macro generale, a livello globale, non presenta ancora presupposti che possano avallare il lancio di eventuali manovre restrittive da parte delle banche centrali. Si attendono nuove azioni per sostenere la crescita e inflazione anche da parte della Bce di Mario Draghi, che renderà note le prossime mosse di politica monetaria in occasione della riunione del Consiglio direttivo, in calendario nella giornata di dopodomani, giovedì 8 settembre.

E un’altra banca centrale, quella dell’Australia Reserve Bank of Australia, ha deciso mantenere invariati i tassi di interesse all’1,5%, al minimo storico, citando tra i fattori il basso tasso di inflazione, i numeri contrastati relativi al mercato del lavoro.

Citati anche l’impatto del periodo prolungato di prezzi bassi per le materie prime e l’aumento dei prezzi delle case.

Intanto, i prezzi del petrolio dopo il balzo della vigilia, +5% circa, successivo ai rumor su un accordo di cooperazione che potrebbe concretizzarsi in un congelamento della produzione da parte di Russia e Arabia Saudita dal G20 in corso in Cina. L’annuncio dell’accordo è arrivato, ma come al solito le aspettative degli operatori sono state eccessivamente ottimistiche.
Oro.

Guardando ad altri mercati, sul forex l’euro rimane schiacciato sotto $1,12, anche se i cali si sono fatti meno intensi, sulla scia dell’indebolimento del dollaro. La sterlina è balzata invece ben oltre $1,33, sulla scia di nuovi dati mcro che confermato come l’impatto della Brexit non sia stato così tragico. Tutt’altro: le aziende al momento stanno beneficiando proprio del calo della sterlina successivo al divorzio del Regno Unito dal’Unione europea.

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