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Effetto G7 su Borsa Milano. Dividendi, ecco i più generosi

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MILANO (WSI) – Borsa Milano esordisce la nuova ottava con una seduta decisamente negativa, compromessa dallo stacco della cedola agli azionisti da parte di diverse aziende importanti. Sul Ftse Mib, sono 20 – dunque esattamente la metà delle 40 scambiate – le società che hanno staccato oggi i dividendi. L’assegnazione pesa sulla performance di Piazza Affari per il 2,17%. Al netto dei dividendi la prova sarebbe stata solo lievemente negativa, dunque.

È stata Intesa SanPaolo a staccare l’assegno più ricco, dal momento che la banca erogherà ai detentori di azioni ordinarie 2,2 miliardi, per un ritorno del 6%. Occhio ai dividendi che premieranno in modo particolare gli azionisti, in quanto decisamente corposi: come quelli di Azimut, pari all’8% e di UnipolSai, che assicura ritorni superiori all’8%. Oltre a quelle quotate sul Ftse Mib, ci saranno poi altre 47 società che staccheranno la cedola. Tra queste, attenzione ai rendimenti elevati di Saras, che torna a premiare gli azionisti, rimasti a bocca asciutta per sei anni, con un rendimento poco al di sotto dell’11%.

In generale, gli investitori preferiscono non esporsi troppo nei confronti dell’azionario, soprattutto ora che il mese di giugno appare più vicino. Giugno sarà un mese cruciale per i mercati di tutto il mondo, con la Fed che potrebbe decidere di alzare i tassi, il popolo britannico che si recherà alle urne il 23 giugno per votare nel referendum sul Brexit e le elezioni anche in Spagna.

Allo stesso tempo, non c’è molto da esultare, soprattutto dopo la riunione del G7 che si è riunita a Sendai, in Giappone, tra i banchieri centrali e i ministri delle Finanze dei sette grandi della Terra. Dal meeting non è emerso non solo nulla di eclatante, ma neanche di nuovo. Le sette potenze hanno manifestato la loro preoccupazione per l’indebolimento della crescita economica globale, ma non hanno lanciato alcun piano coordinato né sulle riforme che dovrebbero essere adottate per stimolare la congiuntura, né sulle politiche economiche da varare.

Confermata l’opinione secondo cui un eventuale concretizzarsi dello scenario Brexit sarebbe un fattore negativo per tutti, provocando uno choc in Europa. Nella riunione del G7, è stata anche reiterata la promessa di agire contro la guerra valutaria, anche se su tal punto Giappone e Stati Uniti sono rimasti arroccati nelle loro posizioni. In particolare, se gli Usa sono tornati ad accusare il Giappone, negli ultimi giorni, di svalutazione competitiva dello yen, la delegazione del Giappone ha parlato dei pericoli di un trading “speculativo”, facendo riferimento proprio all’apprezzamento dello yen. Il Gruppo si riunità ancora alla fine della settimana per il meeting del G7 dei capi di governo, in calendario i prossimi 26-27 maggio.

Azionario asiatico contrastato, con la Borsa di Tokyo che ha chiuso in ribasso, scontando la pubblicazione del dato relativo alla bilancia commerciale di aprile, che ha messo in evidenza un tonfo delle esportazioni, su base annua, superiore a -10%. L’indicatore conferma l’effetto che l’apprezzamento dello yen sta avendo sulle esportazioni del Giappone. Shanghai in lieve rialzo.

Sul valutario, l’euro rimane poco mosso, al di sopra della soglia di $1,12. Lo yen conferma la spinta rialzista sul dollaro, con il rapporto dollaro/yen che scende sotto quota JPY 110. Lo yen sale anche nei confronti dell’euro, con il cambio euro/yen giù, appena al di sopra di JPY 123. Sul fronte delle materie prime, il petrolio è negativo, con il contratto WTI che rischia la soglia di $48 e il Brent che rimane solido al di sopra dei $48. Oro in lieve calo, attorno a $1.250 l’oncia. Sul mercato dei titoli di stato, focus sullo lo spread BTP-Bund e sui tassi sui BTP decennali.