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Report occupazionale Usa choc, mercati perdono la bussola

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MILANO (WSI) – Aiutata dalle banche popolari e da qualche titolo industriale ed energetico, come Cnh Industrial, Saipem e Tenaris, la Borsa di Milano ha chiuso in rialzo, battendo le altre piazze europee. A sostenere i listini azionari del continente, leggermente positivi dopo lo scotto di venerdì sono stati in particolare i titoli minerari e quelli delle aziende petrolifere. Il report occupazionale Usa diffuso la seduta precedente continua ad avere effetti sui mercati di tutto il mondo. L’idea è che la Fed eviterà di imporre una stretta monetaria a luglio, tanto è vero che le chance di un simile evento sono scese dal 60% al 30% sui mercati.

Il dato, che ha messo in evidenza un mercato del lavoro meno solido delle attese, ha smorzato decisamente le attese su imminenti rialzi dei tassi da parte della Fed, con effetti paradossalmente positivi sull’azionario mondiale, Wall Street, emergenti,valutario. Nel mese di maggio, l’economia Usa ha creato il minor numero di lavori, su base mensile, in quasi sei anni e immediato è stato l’effetto sulle probabilità di un rialzo dei tassi della Fed a luglio, dimezzate al 27% riguardo a un eventuale intervento a luglio.

L’indice asiatico MSCI della regione Asia Pacifico – escluso il Giappone – è salito, sulla scia degli acquisti che hanno interessato il settore delle materie prime. In particolare le quotazioni di Newcrest Mining, principale produttore di oro in Australia, sono balzate +13%, mentre BHP Billiton ha guadagnato oltre +4%.

Inizia a sentirsi l’appuntamento imminente del referendum con cui il Regno Unito deciderà se rimanere o meno in UE. Tra gli ultimi sondaggi, da citare quello ITV, che ha messo in evidenza che il 45% dei britannici è a favore dello scenario Brexit, rispetto al 41% favorevole a rimane4re nel blocco “Remain”. Risultato: la sterlina è scesa di riflesso oltre -1% nei confronti del dollaro. Occhio anche ai movimenti del biglietto verde dopo la diffusione del rapporto occupazionale Usa: solo 38.000 i posti di lavoro creati nel mese di maggio. Il Bloomberg Dollar Spot Index è in lieve recupero, dopo essere crollato fino a -1,5% dopo la diffusione del dato. Lo yen si è deprezzato verso il dollaro, dopo essere balzato +2,2% lo scorso venerdì, mettendo a segno il rialzo più forte dallo scorso aprile (sempre per il dato deludente Usa sull’occupazione).

Il ringgit malese si è rafforzato +1,1%, segnando il rialzo più sostenuto dallo scorso marzo, mentre la rupia è salita +1,2%. Lo yuan cinese è invece crollato al minimo dal novembre del 2014 contro un paniere di altre valute, dopo che la People’s Bank of China, la Banca centrale cinese, ha rafforzato il fixing meno di quanto atteso, dopo il tonfo del dollaro.

Bond governativi in rialzo in Asia, dopo il rally che ha già portato i rendimenti globali, alla fine della scorsa settimana, al minimo di sempre. Sul fronte delle materie prime, il petrolio ha registrato un calo pesante di più del 2% ma poteva andare peggio. Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund.

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