MILANO (WSI) – In un contesto in cui i timori sulle prossime decisioni della Fed tengono campo sui mercati, e in cui inizia il conto alla rovescia per il referendum Brexit – che si terrà nel Regno Unito il 23 giugno, gli operatori preferiscono rimanere lontani dagli asset più rischiosi. Non che vada bene al bene rifugio per eccellenza, l’oro che sconta il possibile imminente rialzo dei tassi della Fed inanellando sessioni negative e oscillando nei pressi del minimo in tre settimane e mezzo, attorno a $1.245 l’oncia.
A Piazza Affari le grandi protagoniste rimangono le banche, in particolare Unicredit. Prevista per oggi la convocazione del Cda che potrebbe ufficializzare le dimissioni del numero uno Federico Ghizzoni. Oggi la convocazione del board fissata per le 16. Il cda potrebbe decretare la fine dell’era Ghizzoni. FCA deve ancora chiarire, invece, la sua posizione riguardo alle accuse di dieselgate arrivate dalla Germania. Il titolo è tuttavia positivo.
Attesa per la riunione dell’Eurogruppo, che inizierà ufficialmente alle 15, ora di Bruxelles, e che dovrà decidere sulla prossima tranche di aiuti da erogare alla Grecia, dopo il piano di austerity varato dal governo ellenico.
Sul valutario, prosegue l’apprezzamento dello yen, con le scommesse su un imminente rialzo dei tassi Usa che sostengono le quotazioni del dollaro. Il rapporto dollaro-yen si attesta poco al di sopra di JPY 110, e la tensione in Giappone è alta, soprattutto sulla scia della recente riunione del G7, in cui gli Stati Uniti non hanno mancato di criticare le pratiche di svalutazione competitiva da parte del Giappone.
Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio hanno perso ancora terremo, con il contratto WTI sceso sotto $48. Sul mercato dei titoli di stato, focus sullo spread BTP-Bund e sui tassi sui BTP.
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Mercati azionari asiatici negativi, vicini al minimo in dieci settimane. Alla fine della giornata di contrattazioni, l’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,94%, a 16.498,76 punti. Hong Kong -0,33%, Sidney -0,44%, Seoul -0,90%. Shanghai, ancora aperta, cede -0,74%.
Previsto avvio al ribasso per i principali indici azionari europei.
Avvio negativo per i principali indici di Borsa europei. Tutti i settori sono in rosso, a parte quello di Oil&Gas. Alle 9.11 l’indice Ftse Mib dell’azionario italiano è praticamente ingessato, e segna una variazione -0,09%, a 17.310,19 punti.
I titoli migliori dell’azionario europeo (indice Stoxx 600)

I cinque titoli peggiori dell’azionario europeo.

Deutsche Bank sconta la nota di Moody’s, che ha rivisto al ribasso il rating sul debito, citando le sfide a cui fa fronte il colosso bancario tedesco. Allo stesso tempo, nella notte sono emerse indiscrezioni di un’indagine della Sec sulla banca riguardo alle politiche dei prezzi e alla dichiarazione su alcuni titoli garantiti dai mutui, nel 2013.

Resi noti i dati relativi al debito pubblico del Regno Unito. I numeri hanno messo in evidenza che il debito, su base netta, si è attestato all’83,3% del Pil alla fine del mese di aprile, in rialzo +0,1% su base annua. Su base netta, l’indebitamento è stato di 6,58 miliardi di sterline. Al netto delle banche, il debito netto UK è di 7,186 trilioni, pari appunto all’83,3% del Pil.

Occhio ai movimenti della sterlina sul mercato valutario. La valuta britannica beneficia degli ultimi sondaggi sull’esito del referendum, nel Regno Unito, sul Brexit e guadagna mezzo centesimo nei confronti del dollaro, a $1,4538. Il Daily Telegraph ha riportato nella giornata di oggi che la campagna “Remain”, che vuole che il paese rimanga all’interno dell’ Unione europea sia in vantaggio di ben 13 punti rispetto a quella che promuove lo scenario Brexit.
Dopo un avvio praticamente ingessato, l’indice Ftse Mib dell’azionario italiano mette a segno un rialzo +1,52%, a quota 17.587,94. Va di scena oggi la riunione dell’Eurogruppo, che all’ordine del giorno valuterà gli aiuti da erogare alla Grecia. Sotto i riflettori lo scontro tra l’Fmi e l’Eurozona. L’Fmi infatti, come spiega l’analista Conner Campbell di SpreadEx, “si sta rifiutando di partecipare a questo ultimo bailout, a meno che alla Grecia non venga riconosciuto un perdono del debito ‘incondizionato'”. La riunione dell’Eurogruppo prenderà il via alle 15 ora di Bruxelles. Se l’Eurozona non concederà alla Grecia una qualsiasi forma di ristrutturazione del debito, questo arriverà a balzare al 250% del suo Pil entro il 2060.
Prosegue la corsa della sterlina nei confronti del dollaro. Al momento sta parlando il numero uno della Bank of England, Mark Carney. Carney ha affermato che è improbabile che ci sia qualcosa di nuovo il prossimo 16 giugno, quando si riunità il board per annunciare novità sul fronte della politica monetaria.
A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib registra una performance in solido rialzo, salendo +1,44%, a quota 17.574,91 punti. Tra le banche MPS +3,86%, Bper +2,63%, BPM +1,13%, BP invece sotto pressione, Intesa +2,58%, Unicredit senza grande scosse, +1,65% nel giorno in cui sarà convocato il cda (alle 16), che potrebbe ufficializzare l’uscita di scena dell’attuale AD, Federico Ghizzoni. Tra i titoli di altri settori, ENI +1,85%, FCA +1,91% dopo le perdite seguite alle indiscrezioni su un presunto scandalo dieselgate in Germania, rilasciate dalla stampa tedesca. Sotto pressione Luxottica -0,45% e Telecom Italia -0,60%.
Prosegue il rialzo della sterlina contro le principali valute.
Prezzi del petrolio riducono perdite, ma sono ancora sotto pressione.

Dopo il calo di ieri, FCA rimbalza di circa due punti e mezzo percentuali stamattina a Piazza Affari. Gli investitori si mettono alle spalle le indiscrezioni della Bild secondo cui le autorità tedesche avrebbero accusato FCA di aver truccato i motori utilizzando un software illegale per aggirare le norme anti-inquinamento. La casa automobilistica italo-americana ha ribadito che le sue auto sono assolutamente conformi alle normative sulle emissioni.
Il rafforzamento del dollaro, alimentato dalle speculazioni circa un rialzo dei tassi della Fed a giugno, spinge in ribasso i contratti sul petrolio e in rialzo i futures sui principali indici della Borsa americana.
Un dollaro in rialzo è favorevole anche all’azionario europeo, dove gli investitori stanno cercando di capire se il mercato ha toccato il fondo. Ci sono ancora molti soldi nelle retrovie che devono essere investiti. Anche con una stretta monetaria in arrivo in Usa, le attività di trading sono state abbastanza calme e laterali finora a maggio.
Sul valutario, l’euro scende anche al di sotto della soglia di $1,12, al minimo dallo scorso 28 marzo.
I prezzi del petrolio virano in territorio positivo.

Titolo MPS in forte rialzo a Piazza Affari, vola anche +8%, sulla scia delle dichiarazioni che sono state rilasciate da Enrico Morando, vice ministro delle Finanze. Il titolo ha riportato la performance migliore tra le 47 banche scambiate sul sottoindice Stoxx 600 Banks Index. Morando ha di fatto segnalato la volontà del Tesoro di aumentare la partecipazione del capitale dell’istituto senese dal 4% attuale al 7%.
In ambito di reddito fisso sui mercati europei lo spread Btp/Bund decennale ha chiuso a 126 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,43%.
Le Borse europee chiudono la seduta in netto rialzo, con l’indice EuroStoxx50 che guadagna il 2,76%, favorite anche dall’accelerazione al rialzo di Wall Street. In rialzo i titoli bancari e del settore auto, AB Inbev, Airbus, Carrefour, Unilever, Axa e Safran. Nessun titolo dell’indice ha chiuso in rosso.
Piazza Affari si riscatta dopo la seduta molto negativa di ieri, compromessa dallo stacco della cedola di molti gruppi quotati e termina la seduta in netto rialzo. L’indice FTSE/MIB ha guadagnato il 3,34% sospinto dal settore bancario. La Borsa di Milano si rende così protagonista della migliore prova in Europa. MPS ha chiuso in vetta al paniere delle blue chip, seguita a ruota dai titoli della galassia Fiat, Enel, Generali, Snam, Eni, Leonardo, Moncler, Unipol e Yoox. Controcorrente solo Telecom Italia.
Tra gli altri mercati, sul valutario il tasso di cambio euro dollaro scambia a quota $1,1150, mentre tra le materie prime il petrolio Wti registra un progresso dell’1% attestandosi a 48,60 dollari al barile.
Debolezza per le quotazioni dell’oro, che viaggiano vicine ai minimi in tre settimane e mezza, scontando i timori su un rialzo dei tassi più imminente da parte della Fed. Le speculazioni sostengono le quotazioni del dollaro, a danno delle materie prime il cui valore è espresso in dollari, come appunto l’oro, ma anche il petrolio
