MILANO (WSI) – Borsa Milano sconta la presenza nel listino Ftse Mib di molti titoli bancari, e non riesce a registrare una performance convincentemente positiva. L’indice Ftse Mib chiude su un livello poco al di sopra della soglia di 18.200 punti. Pesante la perdita accusata da Ubi Banca, penalizzata da alcune indiscrezioni secondo cui punterebbe a fondersi con Veneto Banca.
Tra i titoli banche sotto pressione così come nel resto dell’azionario europeo. Particolarmente vendute sono state oggi le banche spagnole, sulla scia del tonfo di Banco Popular, che ha scontato il piano dell’aumento di capitale con un crollo superiore a -25%. Sell sulle principali banche italiane, con perdite che durante la mattinata sono state piuttosto pesanti. Eccezione positiva MPS. La maggior parte dei bancari è riuscita a ridurre le perdite nel finale, anche se un’ondata di sell ha finito per colpire Ubi Banca (flessione di quasi -6% in chiusura) e Unicredit, che ha bucato anche al ribasso quota 3 euro, per poi oscillare nervosamente nei pressi di tale soglia e chiudere a -3,83%. Tra i titoli di altri settori, bene Telecom Italia (+4% circa) ed ENI. Male FCA.
Oggi si è aperta la riunione dei capi di stato del G7 in Giappone: allarme del premier giapponese Shinzo Abe sul rischio che l’economia globale riviva l’incubo Lehman Brothers, mentre il numero uno della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha lanciato l’allarme Brexit, criticando aspramente l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson.
Sessione contrastata in Asia, che ha visto la Borsa di Tokyo e Sidney chiudere in territorio positivo, a fronte delle vendite sui mercati di Seoul e Hong Kong. Shanghai ha chiuso la giornata di contrattazioni lievemente positiva, recuperando nel finale.
Sul mercato valutario, l’euro in recupero ma sotto la soglia di $1,12. Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio positivi, complice il calo delle scorte settimanali Usa, con le le quotazioni del Brent e del contratto WTI scambiato a New York che hanno superato la soglia di $50 al barile. Tra l’altro, una ricerca di BMI Research ha reso noto nella giornata di oggi che l’Indonesia, la Malaysia e il Vietnam diventeranno importatori netti di petrolio crude nel corso dei prossimi cinque anni, insieme al Brunei e alla Cambogia, in quanto aumenteranno, nel prossimo decennio la loro capacità di raffinazione di 500.000 barili al giorno.
Oro in rialzo, attorno a $1.230 l’oncia. Sul mercato dei titoli di stato, occhio allo lo spread BTP-Bund, che si aggira attorno a 127 punti base, e ai tassi sui BTP, che oscillano attorno all’1,43%, a fronte dello 0,16% dei rendimenti dei Bund.
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Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in rialzo, dopo la diffusione dei dati sulle scorte di petrolio crude in Usa. Il Brent supera la soglia di $50 per la prima volta in quasi sette mesi. Tuttavia, come dimostra il grafico sotto, il trend a 12 mesi sia del Brent che dei contratti scambiati a New York, rimane in netto ribasso. Anche le quotazioni dell’oro sono in crescita.
Altro grafico sul trend dei contratti sul petrolio sui mercati di Londra e New York.

Futures sui principali indici azionari europei sotto pressione. Atteso avvio lievemente negativo.

Il grafico mette in evidenza la decorrelazione tra il trend dei mercati emergenti e quello dell’azionario Usa.
La sessione inizia male per il settore bancario europeo, con il sottoindice delle banche che riporta le perdite più forti, perdendo in avvio di giornata oltre -1%.

La maggior parte degli indici azionari europei è positiva mentre a Piazza Affari, l’indice Ftse Mib paga la presenza delle banche cedendo -0,34%, a quota 18.140,34 punti,

I migliori titoli in Europa.

A salire sui mercati nella sessione odierna sono principalmente i titoli delle società attive nel comparto delle materie prime. Focus in particolare sulle quotazioni di Arcelor Mittal, dopo che Goldman Sachs ha rivisto al rialzo il target price sul titolo, da 5,40 a 5,60 euro, con un rating “buy”.
Perdita monstre per il titolo della banca spagnola Banco Popular, che apre con un tonfo superiore a -25%, dopo aver comunicato un piano di aumento di capitale di ben due miliardi di nuove azioni, per raccogliere 2,5 miliardi di euro. L’obiettivo è di rafforzare il proprio bilancio e proteggere il suo dividendo.
I titoli delle principali banche spagnole sono sotto pressione.

Indice Ftse Mib in rosso, ma senza grandi scosse. Passate le 10 ora italiana, cede -0,43%, a 18.122,98 punti. Tra i titoli, banche sotto pressione così come nel resto dell’azionario europeo. Ubi Banca cede oltre -5%, Unicredit oltre -4%, MPS -1,53%, Bper -3,31%, BPM -3,64%, Banco Popolare -4,24%, Intesa SanPaolo -1,19%. Tra i titoli di altri settori, bene Tenaris +2,31%, Telecom Italia +2,76%, male Poste Italiane -1,10%,
ENI +0,65%, FCA -1%.
Antron Siluanov, ministro delle Finanze della Russia, ha reso noto che i flussi in entrata dal mercato forex verso la Russia sono scesi -13% nel 2015. Si tratta della flessione peggiore dagli anni ’80.
Debolezza sui mercati azionari Usa, che anticipano un avvio all’insegna della cautela.
Borsa Milano riduce le perdite e al momento registra una performance praticamente piatta, con il Ftse Mib che segna una variazione -0,03%, a 18.195,55 punti. Tra i titoli, Mps ora è positiva con +0,97%, mentre gli altri bancari rimangono sotto pressione ma riducono notevolmente le perdite, a parte il caso di Ubi Banca, che soffre un’accelerazione ribassista e cede oltre -6%. Male anche Unicredit che riagguanta la soglia dei 3 euro ma cede quasi -4%. Tra le altre banche: Bper -1,53%, BPM -1,45%, Banco Popolare -0,04%, Intesa SanPaolo è positiva con +0,76%. Tra gli altri titoli, FCA -0,16%, molto bene Telecom Italia +3,67%, Tenaris +3,68%.
Sul mercato valutario, focus sull’indice del dollaro, il Dollar Index, che fa dietrofront. Altri movimenti interessanti sono il rialzo dell’oro e il calo dei rendimenti dei Treasuries Usa a due anni. Le quotazioni dell’oro, grazie al ribasso del dollaro, interrompono al momento la scia ribassista che è durata per sei sessioni consecutive.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio rimane positivo e viaggia ai massimi degli ultimi sette mesi. Ora anche il contratto WTI scambiato a New York riagguanta e supera la soglia di $50, con un rialzo superiore a +1%; il Brent sale anch’esso di 1 punto percentuale e si attesta a $50,26 al barile.
Chiusura poco variata per le principale Borse europee. Piazza Affari ha guadagnato lo 0,09% a quota 18.216,92. Contrastati i titoli bancari, con Ubi Banca maglia nera (quasi -6%). In calo anche FCA, Azimut, Ferrari e Saipem. In rialzo Enel, Terna, Luxottica, Eni, Stm e Tenaris.
L’indice paneuropeo EuroStoxx 50 ha chiuso in lieve progresso (+0,32%), malgrado l’andamento incerto di Wall Street. In rialzo BMW, Inditex, Sap, Allianz, Bnp, Daimler e Orange. Negative invece Santander, Bayer e Deutsche Telekom.
Mercati asiatici contrastati, Tokyo si indebolisce ulteriormente sulla scia dell’apprezzamento dello yen.