L’azionario tenta di estendere ulteriormente il rally di inizio anno, mentre salgono anche i bond dell’area core europea e quelli statunitensi. In seno alla Bce è braccio di ferro tra falchi e colombe. L’istituto avrebbe allo studio una revisione delle linee guida prospettiche prima della riunione del 25 gennaio: il membro del board Ardo Hansson si è schierato a favore dell’ipotesi dell’interruzione immediata degli acquisti a settembre, con modifica della forward guidance prima dell’estate, supportando anche la possibilità di modificare i tassi prima della fine del processo di reinvestimento. Sul tema dell’euro, Hansson ha precisato che il recente rafforzamento non è una minaccia per gli obiettivi relativi all’inflazione. L’altro membro del board Vitor Constancio ha invece assicurato che il maxi piano di allentamento monetario, il cosiddetto Quantitative Easing, rimarrà in vigore ancora a lungo. Gli speculatori hanno accumulato un numero record di posizioni lunghe sulla valuta unica. Le puntate rialziste dei fondi hedge hanno raggiunto i massimi storici.
Sul fronte politico, l’euro si prende una pausa dopo la corsa sui massimi di tre anni: salgono le tensioni in Germania: quando la formazione di una coalizione di governo tra Angela Merkel e i socialisti sembrava cosa fatta, i delegati SPD di Berlino hanno espresso un voto (non vincolante) contrario all’ipotesi di ripresa dei negoziati con la cancelliera e i conservatori, in vista del congresso di domenica prossima dove si terrà il voto finale tra 600 delegati, un quarto dei quali provenienti dalla regione del Renania Settentrionale. Sul Forex il dollaro recupera qualcosa mentre lo yen scivola. Contrastate le materie prime. In ambito societario, in seduta hanno pubblicato conti fiscali nel complesso migliori del previsto Bank of America e Goldman Sachs, ma quest’ultima paga il tracollo shock del 50% del trading FICC. Occhio anche ai nuovi dati macro.

Lasciate qui commenti, news e rumor dalle sale operative, consigli operativi, strategie di investimento, le vostre esperienze e tutto quello che vi passa per la testa. Tutti gli aggiornamenti sulle Borse li trovate nel LIVE BLOG (SOTTO), con flash di notizie e grafici.
Il Liveblog è terminato
I future sui principali indici della Borsa Usa scambiano in rialzo facendo pensare a un avvio in forte rialzo per Wall Street, che ieri è rimasta chiusa per le festività del Martin Luther King Day. Il Dow Jones è visto salire di 200 punti, un progresso che consentirebbe al paniere delle blue chip di raggiungere un nuovo record e avvicinarsi alla soglia di 26.000 punti. Prima del suono della campanella si conosceranno i risultati trimestrali di Citigroup (1,69%) e della compagnia di assicurazione UnitedHealth Group (+1,44%). Sul fronte macro economico, in agenda c’è l’indice ISM.
La Bce non cambierà le sue strategie e linee guida di politica monetaria durante la prossima riunione del 25 gennaio, come invece aveva fatto pensare il membro estone del board della banca centrale dell’area euro, Ardo Hannson. Lo ha riferito a Reuters una fonte anonima a conoscenza dei fatti.
Mario Draghi e colleghi non apporteranno dunque modifiche al linguaggio del comunicato consueto della Bce, che prevede la possibilità di estendere o modificare il piano di acquisti di titoli di stato in caso ce ne sia bisogno. In seguito alla pubblicazione delle indiscrezioni, l’euro accelera al ribasso sul dollaro, toccando i minimi di seduta a quota $1,2208.
Dopo averci impiegato soltanto 23 giorni a guadagnare mille punti e portarsi a quota 25 mila punti il 4 gennaio, il Dow Jones mette a segno un nuovo record e, forte di un rialzo di oltre 200 punti, raggiunge e supera anche la soglia dei 26 mila punti.
Da notare che, dopo la pausa di ieri per il Martin Luther King Day, non è soltanto l’azionario a guadagnare terreno, bensì anche l’indice della volatilità, con il VIX che scambia in area 10,70 al momento.
Nonostante il rialzo delle Borse e il possibile approccio più aggressivo della Bce, i rendimenti obbligazionari dei titoli governativi considerati più sicuri, come quelli di Usa e Germania, sono in calo.
I prezzi dell’argento proseguono il trend in rialzo sui mercati, con JP Morgan che continua ad accumulare posizioni, comprando una mole enorme di argento fisico. Le ultime operazioni permettono alla banca Usa di detenere una quantità record del metallo prezioso, più di 133 milioni di once, più di quanto mai detenuto dai Fratelli Nelson, William e Lamar Hunt negli Anni 70 In soli sette anni l’argento in mano a JP Morgan è aumentato dal livello di zero nel 2011 ai 120 milioni di oggi (vedi grafico sotto).
I gestori sono generalmente ottimisti sulle prospettive dell’argento “è quasi impossibile escludere che ci sia una sorpresa al rialzo dei prezzi” da un momento all’altro, secondo quanto riferito dal report Commitment of Traders. E le speculazioni non mancano di certo: la scorsa settimana le posizioni lunghe degli speculatori sul future scambiato sul Comex sono salite di 11,920 contratti a quota 66.224, mentre le posizioni short sono scese di 10.379 contratti a 28,122.
Piazza Affari termina le contrattazioni in calo di circa lo 0,40%. In calo di oltre il 4% Fca dopo i rialzi delle ultime sedute; negativi anche Azimut, Tenaris e Bper Banca. In rialzo Atlantia, Italgas, A2A ed Enel.
Piazza Affari termina le contrattazioni in calo di circa lo 0,40%. In calo di più del 4% Fca dopo i rialzi delle ultime sedute; negativi anche Azimut, Tenaris e Bper Banca. In rialzo Atlantia, Italgas, A2A ed Enel.
Dopo un avvio difficile, Piazza Affari si porta sopra la parità e nel primo pomeriggio scambia in rialzo dello 0,2% mentre le altre Borse europee principali sono in calo dello 0,2% di media. A livello settoriale, a due velocità le banche, bene le utility. A2a è premiata (+2,4%) dall’inserimento tra le top picks di Intermonte per il primo semestre 2018; in denaro anche Italgas (+0,9%) e Terna (+0,7%).
Richieste anche le azioni Leonardo (+1,9%) che salgono in vetta al listino delle blue chip in attesa della presentazione del piano il 30 gennaio, traendo anche vantaggio dal giudizio positivo di Societe Generale che consiglia l’acquisto del titolo. Buy su Azimut (+0,6%): il titolo due giorni fa era balzato del 13% dopo i dati 2017 e ieri aveva perso leggermente terreno.
Un discorso a parte merita FCA. Dopo aver aperto in calo, riprende la corsa del titolo (0,85% al momento) che era arrivato a sfiorare i 20 euro nei giorni scorsi. Ieri dopo che l’AD Sergio Marchionne aveva gettato acqua sul fuoco delle speculazioni sulla fusione con un’altra grande casa automobilistica, i titoli avevano perso il -4%.
Oggi, dopo un avvio in contrazione di un punto percentuale, il titolo ha imboccato poi nuovamente la via del rialzo. I dati Acea hanno mostrato per Fca un aumento delle nuove immatricolazioni in Europa nel 2017 del 5,2% ma un calo del 16,1% a dicembre. Il mercato, nel complesso ha registrato un +3,3% di nuove immatricolazioni, che hanno superato quota 15 milioni. Segno meno per Recordati (-1,4%) che risente del giudizio degli analisti del Credit Suisse.
Wall Street si riprende dalle bruciature di ieri, quando il balzo ai massimi assoluti dei principali listini si è spento in fretta per dare il la a un’inversione di tendenza che ha spinto Dow Jones, Nasdaq e S&P 500 in rosso. Il Dow Jones, che aveva anche messo a segno rialzo di 283 punti a un certo punto, un progresso che aveva consentito al paniere delle blue chip di superare i 26 mila punti per la prima volta nella sua storia, ha chiuso in calo dello 0,04%. L’indice allargato ha perso lo 0,3% mentre il Nasdaq lo 0,5%.
Anche oggi la seduta parte all’insegna dei rialzi, ma le trimestrali societarie migliori del previsto dovrebbero sostenere i listini più a lungo rispetto alla vigilia ed evitare che la seduta prenda una brutta piega. Il Dow Jones guadagna più di 100 punti in avvio dopo gli utili tutto sommato positivi pubblicati da Bank of America e Goldman Sachs (-2%). Quest’ultima ha tuttavia annunciato un calo sorprendente delle attività di trading FICC (reddito fisso, valute e commodities) del 50%. Bank of America, pur registrando profitti sopra le attese, ha annunciato un fatturato deludente, mentre Goldman ha battuto le stime su entrambi i fronti.
Nel dettaglio Goldman Sachs ha riportato le sue prime perdite trimestrali dal 2011. Un impatto negativo, per il momento, lo ha avuto la riforma fiscale del presidente Usa Donald Trump, che ha causato oneri straordinari per 4,4 miliardi di dollari. L’istituto di credito ha registrato perdite nette per 1,928 miliardi di dollari, -5,51 dollari per azione. Nello stesso periodo del 2016, i profitti erano stati di 2,347 miliardi, 5,17 dollari per azione. Escludendo le spese straordinarie, l’utile per azione adjusted è stato di 5,68 dollari per azione, superiore ai 4,91 dollari per azione attesi dagli analisti. Anche il fatturato ha fatto meglio delle previsioni. A deludere è stata invece l’attività di trading, con la divisione FICC (reddito fisso, valute e materie prime) che ha subito una contrazione scioccante del 50%. Il titolo ne paga le conseguenze e accusa un calo del 2% in avvio.
Bank of America da parte sua ha chiusi il quarto trimestre con un utile netto pari a 2,4 miliardi di dollari, 20 centesimi per azione, in calo rispetto ai 4,5 miliardi, 39 cent per azione, dello stesso periodo del 2016. Al netto della riforma fiscale i ricavi risultano cresciuti da 19,99 a 21,44 miliardi di dollari, un dato che fa però peggio delle attese di 21,5 miliardi.
Wall Street si riprende dalle bruciature di ieri, quando il balzo ai massimi assoluti dei principali listini si è spento in fretta per dare il la a un’inversione di tendenza che ha spinto Dow Jones, Nasdaq e S&P 500 in rosso. Il Dow Jones, che aveva anche messo a segno rialzo di 283 punti a un certo punto, un progresso che aveva consentito al paniere delle blue chip di superare i 26 mila punti per la prima volta nella sua storia, ha chiuso in calo dello 0,04%. L’indice allargato ha perso lo 0,3% mentre il Nasdaq lo 0,5%.
Dow Jones sopra 26 mila, poi Wall Street inverte rotta
Anche oggi la seduta parte all’insegna dei rialzi, ma le trimestrali societarie migliori del previsto dovrebbero sostenere i listini più a lungo rispetto alla vigilia ed evitare che la seduta prenda una brutta piega. Il Dow Jones guadagna più di 100 punti in avvio dopo gli utili tutto sommato positivi pubblicati da Bank of America e Goldman Sachs (-2%). Quest’ultima ha tuttavia annunciato un calo sorprendente delle attività di trading FICC (reddito fisso, valute e commodities) del 50%. Bank of America, pur registrando profitti sopra le attese, ha annunciato un fatturato deludente, mentre Goldman ha battuto le stime su entrambi i fronti.
Per via di un peggioramento sul finale, Piazza Affari archivia la seduta in calo di circa lo 0,10%. Cede il 2% Pop Emilia. Negativi anche i titoli Pirelli, Telecom Italia e Banco Bpm. In rialzo invece Moncler, Leonardo, A2A e Terna.
Le scommesse su un rialzo dell’S&P 500 sono diventate così intense che ora il premio da pagare per comprare delle opzioni call è diventato altissimo, mentre il prezzo delle put è sceso di due deviazioni standard. Che sia un buon momento per speculare su un ribasso della Borsa Usa?
Seduta in forte rialzo, nuovi massimi storici, per Wall Street. Il Dow Jones ha chiuso per la prima volta sopra la soglia psicologica dei 26 mila punti. L’indice delle blue chip, infatti, ha segnato un progresso dell’1,25% attestandosi al suono della campanella a 26.115,65 punti. Guadagna più di un punto percentuale il Nasdaq, (+1,03% a 7.298,28 punti), mentre l’S&P 500 fa +0,94% a 2.802,56 punti.
L’ascesa del mercato azionario Usa, favorita da qualche trimestrali migliore del previsto, non è stata per nulla influenzata in negativo dal nuovo forte calo dei prezzi delle criptovalute, a partire dal Bitcoin (BTC) che ha perso circa il 50% dai massimi di un mese fa. Non è una sorpresa: con l’introduzione dei futures sul CMO e sul CBOE era da mettere in conto che si potessero scatenare anche gli short.
I future sui principali indici della Borsa Usa scambiano in rialzo facendo pensare a un avvio in forte rialzo per Wall Street, che ieri è rimasta chiusa per le festività del Martin Luther King Day. Il Dow Jones è visto salire di 200 punti, un progresso che consentirebbe al paniere delle blue chip di raggiungere un nuovo record e avvicinarsi alla soglia di 26.000 punti. Prima del suono della campanella si conosceranno i risultati trimestrali di Citigroup (1,69%) e della compagnia di assicurazione UnitedHealth Group (+1,44%). Sul fronte macro economico, in agenda c’è l’indice ISM.