Società

Renzi: “Mps è un affare”, su Ue sono “obamiano”. Intanto pensa alla resa

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Matteo Renzi sempre più determinato ad andare avanti, referendum costituzionale o meno. Il premier torna a sfoderare tutto il suo spirito battagliero, accusando chi non vuole far nulla per cambiare l’Italia, dal palco della Leopolda. Poi, nel corso della trasmissione Faccia a Faccia, non ha alcuna esitazione a confermare la sua piena fiducia in MPS.

All’osservazione del conduttore Giovanni Minoli, che gli ricorda che “il 22 gennaio lei diceva che la banca era risanata e che investire era un affare“, il presidente del Consiglio non batte ciglio e ribadisce:

“Lo penso tutt’ora e credo che se ci sia un investitore italiano o straniero che voglia investire nella banca sia un affare”.

Un Renzi ben ancorato alle proprie convinzioni personali, tanto più quando si torna alla personalizzazione – da lui orchestrata e poi rinnegata – del referendum stesso. Il premier snobba sia lo spread che i sondaggi, e nella trasmissione Faccia a Faccia precisa:

“Un politico vero i sondaggi non li commenta, li cambia”. Sullo spread? “Non mi preoccupa, anche in caso di vittoria del no, io non agito le bandierine. Certo, se non si fanno le riforme l’Italia è finita”.

Torna poi a elencare gli obiettivi raggiunti dal suo governo:

Non ci sarà nessuna patrimoniale e nessun aumento delle tasse, il sistema economico italiano è più solido di quello che si crede dai report. Nel 2015 abbiamo privatizzato  le Poste, prenderle e portarle in borsa non è stata una passeggiata di salute, in Italia abbiamo privatizzato anche troppo, non serve una nuova Iri, si tratta di un sistema che ha funzionato in passato, prima che ci mettessero le mani ai partiti”.

Allo stesso tempo, torna a lanciare un chiaro avvertimento all’Unione europea, nel caso in cui Bruxelles dovesse negargli la flessibilità necessaria per ricostruire i centri devastati dal terremoto.

“Se loro continuano così, certo che non firmerò il bilancio“. E Renzi sottolinea poi: “Io sono obamiano, dico che l’Ue deve investire sulla crescita e nel 2017 porremo il tema del fiscal compact”.

Eppure, anche l’ottimismo di Renzi “obamiano” inizia a scricchiolare. Dietro le quinte, la situazione sembra diversa se è vero, come scrive un articolo de Il Messaggero, che il premier, dopo il discorso che ha chiuso la settima edizione della Leopolda, di fronte a tutto lo stato maggiore renziano, ha detto: “Io non mi lascerò cuocere a palazzo Chigi”. L’articolo del quotidiano cita diversi rumor e ha un titolo ben preciso:

“Referendum, Renzi alla resa dei conti: se perdo lascio palazzo Chigi”

E intanto anche la stampa internazionale mette in evidenza la forte ondata di proteste che ha travolto nelle ultime ore Firenze, con diversi manifestanti che hanno gridato tutta la loro opposizione alla politica – e alla figura- di Matteo Renzi.