Economia

Borsa Milano peggiora: va di scena il caso Mps

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All’indomani della riunione della Bce di Mario Draghi, che ha deluso le attese con la mancata estensione del Qe, i mercati azionari ripartono senza grandi slanci per poi chiudere in territorio negativo, accusando anche il “trauma” che arriva dalla Fed.

Eric Rosengren – numero uno della Fed di Boston, storicamente un funzionario colomba della Banca centrale Usa – strema i mercati, già confusi dopo il mancato assist della Bce, lanciando l’alert bolla e spingendo per un rialzo graduale dei tassi di interesse. Effetti disastrosi a Wall Street .

In meno di 24 ore diversi scossoni agitano forex. Il cambio euro-dollaro, che ieri si era rafforzato, salendo anche al nuovo massimo in due settimane oltre $1,13, e poi è tornato a perdere l’importante soglia psicologica, riflettendo i timori su una economia, quella dell’ Eurozona, che fa ancora i conti con le minacce di stagnazione e deflazione. L’alert Fed ha scatenato corposi acquisti sul dollaro, portando l’euro a scendere sul filo di $1,12

Tra i market mover i timori che arrivano dal fronte geopolitico, con la Corea del Nord che ha effettuato un test nucleare, il quinto e “il più potente finora”, come ha dichiarato la Corea del Sud. Il test ha provocato un terremoto di magnitudo 5.3 avvertito anche in Cina e Giappone alle 2:30 di notte, ora italiana.

Forte la condanna della comunità internazionale, Cina inclusa. E l’ Aiea Agenzia Internazionale per l’energia atomica, ha condannato la provocazione parlando di “violazione flagrante delle numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e di un disprezzo totale delle continue richieste della comunità internazionale”. Yukiya Amano, numero uno dell’agenzia dell’Onu, ha definito l’atto “preoccupante e da condannare”.

Focus sul trend dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari, che ha pagato l’effetto Wall Street accelerando al ribasso nel finale. L’attenzione rimane ancora sui bancari e sul futuro di Mps dopo le dimissioni dell’AD Fabrizio Viola.

Da monitorare anche i prezzi del petrolio, che hanno brindato ieri al forte calo delle scorte Usa, che è stato il maggiore dal 1999. E che oggi registrano forti perdite, facendo un brusco dietrofront. Il contratto WTI scambiato a New York cede -3% circa a $46,20, mentre il Brent scivola di oltre il 3% a $48,37.

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