ROMA (WSI) – La prova dell’azionario europeo e anche di Piazza Affari si è rafforzata sul finale grazie ai rialzi delle banche, che finalmente sono riusciti a spronare l’indice Ftse Mib, frastornato nella prima parte di seduta da trimestrali poco convincenti e dal nuovo dietrofront del petrolio.
Tra titoli bancari si mettono in evidenza MPS e Unicredit, ma anche BP e BPM su cui si è espressa positivamente Moody’s. L’agenzia di rating ha parlato della possibilità di rivedere al rialzo il rating dei due titoli, a seguito dell’annuncio della fusione delle due popolari. Buy anche su Saipem e Telecom Italia.
In particolare, riguardo a MPS, si è tenuta oggi l’assemblea ordinaria degli azionisti chiamata ad approvare il bilancio 2015, che si è chiuso con utile netto di 388 milioni di euro (-5,39 miliardi la perdita del 2014). L’approvazione del bilancio è avvenuta nel pomeriggio con il voto favorevole del 99,99% del capitale presente. Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps – che detiene una quota dell’1,49% del capitale della banca – ha auspicato il ritorno al flusso dei dividendi.
Manifestata la speranza che la strada del risanamento intrapresa da Mps possa “proseguire al fine di creare nuovo valore per gli azionisti, di ripristinare al più presto il flusso dei dividendi e di favorire lo sviluppo economico in particolare del territorio senese”.
Oggi è stata anche la volta dell’assemblea degli azionisti di UniCredit chiamata anche in questo caso ad approvare il bilancio 2015 chiuso con una perdita civilistica di circa 1,44 miliardi di euro, la distribuzione di uno scrip dividend di 0,12 euro e a rinnovare il collegio sindacale. A parlare è stato, tra gli altri, il numero uno Federico Ghizzoni, che si è riferito al fondo Atlante, affermando che la sua operatività dovrebbe iniziarenelle prossime settimane. Sul titolo Unicredit, Ghizzoni ha parlato di una performance che è andata “non bene” ma che si è attestata nei pressi della media dei titoli bancari europei.
“Non voglio entrare nel calcolo della performance del titolo della banca. Per il 2015 la performance è stata peggiore del 5,2% rispetto all’indice europeo. Quindi siamo andati non bene ma non siamo stati distanti alla media europea. Non è una giustificazione ma uno stimolo a recuperare e a far bene”.
Sullo sfondo, il settore bancario italiano continua a essere galvanizzato dall’annuncio del fondo Atlante, il veicolo che gestirà le operazioni di aumenti di capitale e le sofferenze delle banche italiane più fragili: un progetto che ha raccolto anche il plauso del Fondo Monetario Internazionale che allo stesso tempo, tuttavia, nella giornata di ieri, ha messo in evidenza anche il rischio che proprio la crisi delle banche italiane finisca per produrre un effetto a catena.
A Piazza Affari, gli acquisti sull’indice Ftse Mib sono stati frenati dal trend del comparto del lusso.
Sul valutario, euro poco mosso nei confronti del dollaro a $1,1270, dopo che solo fino a pochi giorni fa oscillava al di sopra della soglia di $1,14. In calo il rapporto dollaro/yen, a JPY 109,07 circa. Sterlina giù verso il dollaro, attorno a $1,4130.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in perdita, con il contratto WTI Crude che prova a resistere sopra $41 e il Brent sopra $44. Male le quotazioni dell’oro, attorno a $1.230 l’oncia.
Sul mercato dei titoli di stato, ha rialzato la testa lo spread BTP-Bund, riavvicinandosi ai 120 punti base, a fronte di tassi sui BTP all’1,35%. I Tassi sui Bund oscillano attorno allo 0,15%.
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I futures europei indicano un avvio contrastato per i principali indici di Borsa.

Accelerazione nel finale per la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei 225 che ha chiuso la sessione con un balzo +3,23%, a quota 16.911,05 punti.

Avvio piatto per l’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx 600. Borsa Milano sale +0,16% a 18.165,59.
I titoli peggiori dell’indice dell’azionario europeo Stoxx 600.

I titoli migliori dell’indice benchmark dell’azionario di riferimento Stoxx 600.

L’agenzia di rating Moody’s ha messo sotto osservazione i rating di Banco Popolare e BPM per una possibile revisione al rialzo, a seguito del piano di fusione. I titoli beneficiano della nota.

Attenzione ai movimenti che stanno interessando il mercato valutario, dopo la sorpresa arrivata da Singapore, che ha portato il tasso di apprezzamento del dollaro di Singapore nei confronti di un paniere di valute allo zero per cento. Immediata la debacle delle valute dei paesi emergenti nei confronti del dollaro americano. Il calo del dollaro singaporegno è stato il più forte dallo scorso agosto; male anche il dollaro neozelandese, il ringgit malesiano, la rupiah. L’annuncio di Singapore, che ha deciso di tornare all’ impostazione neutra che aveva già adottato durante l’esplosione della crisi finanziaria globale nel 2008, scatena le speculazioni su una possibile nuova escalation della guerra valutaria. Tra l’altro, a seguito dei due meeting segreti della Fed, la Cina anche è intervenuta sul mercato dei cambi, svalutando lo yuan al ritmo più forte in tre mesi.
Burberry sotto pressione sulla Borsa di Londra, il titolo cede -7% circa dopo il profit warning lanciato dalla casa di moda. Burberry ha avvertito infatti che probabilmente gli utili relativi all’anno finanziario corrente riusciranno a centrare solo la parte più bassa delle stime degli analisti.

Il petrolio sta ritracciando dopo la corsa di martedì che aveva visto il contratto sul Brent salire sui massimi del 2016 a quota 44,70 al barile. Al momento cede $1 appesantito dai commenti del ministro del Petrolio saudita che hanno ridimensionato le speranze di un accordo coordinato sul congelamento dei livelli di produzione di barili al vertice di domenica a Doha, in Qatar.
Tuttavia, come sottolineano gli analisti di Saxo Bank, i prezzi sono sopra le media mobile a 200 giorni per la prima volta dal crollo delle quotazioni a metà 2014.
Il petrolio sta ritracciando dopo la corsa di martedì che aveva visto il contratto sul Brent salire sui massimi del 2016 a quota 44,70 al barile. Al momento cede $1 appesantito dai commenti del ministro del Petrolio saudita che hanno ridimensionato le speranze di un accordo coordinato sul congelamento dei livelli di produzione di barili al vertice di domenica a Doha, in Qatar.
Tuttavia, come sottolineano gli analisti di Saxo Bank, i prezzi sono sopra le media mobile a 200 giorni per la prima volta dal crollo delle quotazioni a metà 2014.
Flash dei trader:
. Piazza Affari, che è in una fase di correzione dopo i rialzi sostenuti di ieri, cede lo 0,26% a metà seduta con i trader che parlando di una lieve correzione fisiologica. Il Ftse MIB viaggia in area 18.118,51.
. In luce ancora le banche, in particolare le popolari. Pop Milano e Banco Popolare guadagnano il 2,08% e 2,18% nell’ordine, dopo che Moody’s ha messo sotto osservazione per un upgrade i rating a lungo delle due banche in vista del matrimonio. Bene anche Pop Emilia (+2,5%). MPS passa in negativo (-0,43%). Debole anche Unicredit (-0,3%), mentre Intesa Sanpaolo cede l’1,16%.
. Titoli del lusso in calo come nel resto d’Europa: il settore risente della delusione del mercato per i conti e le stime di Burberry che perde a Londra il 7%. Ferragamo perde l’1,7%, Cucinelli cede lo 0,3%, mentre Moncler lo 0,96%. Ieri questi titoli erano saliti molto all’interno di un movimento corale di tutto il mercato.
. Saipem si disingue in positivo in un settore debole come quello energetico salendo dell’1,3%. Ad aiutare è l’annuncio da parte di Tap della commnessa alla oil service per realizzare il tratto offshore del gasdotto che approderà in Puglia.
. In controtrendenza anche Tod’s, con un balzo del 4,1%.
La notizia confortante arrivata oggi dal fronte macroeconomico dell’Eurozona è la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di marzo, che ha mostrato come l’area non sia più in una condizione di deflazione. Il trend dei prezzi è ancora decisamente sotto pressione; tuttavia il dato è rimasto invariato, contro il calo -0,1% che era stato riportato nelle stime preliminari. Tuttavia, guardando ai singoli paesi membri come nel grafico, si nota che ci sono diverse nazioni che nel blocco ci sono 15 paesi che versano in deflazione. Tra questi, anche l’Italia.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib segna un lieve rialzo, +0,29%, a quota 18.218,93 punti. Tra i titoli scambiati sul listino banche ancora in rialzo, con Ubi Banca +3,23%, Unicredit +2,85%, Intesa Sanpaolo +0,83%, Mediobanca, MPS +2,40%, Banco Popolare +5,23%, BPM +3,91%, Bper +3,80%. Tra i titoli di altri settori, Luxottica -1,59%, Moncler -1,71%, Poste Italiane -1,59%, molto bene Saipem con oltre +4,5%, Stm -3,11%, ENI +0,30%, FCA +1,04%.
Oggi la Bank of England ha votato all’unanimità (9 a 0) per lasciare i tassi di interesse invariati. Nessuna sorpresa, nonostante qualche economista aveva parlato della possibilità di una riduzione dei tassi, considerata l’incertezza provocata dalla paura del Brexit. I tassi di interesse sono stati lasciati così invariati allo 0,5% per l’85esimo mese consecutivo, a partire dal marzo del 2009.
Con uno sprint pomeridiano iniziato intorno alle 14.30, il listino italiano Ftse MIB ha chiuso in rialzo dello 0,9% a quota 18.329,09 punti. A trainare il paniere delle blue chip ci hanno pensato le popolari, Saipem – in controtendenza rispetto al settore energetico – e Telecom Italia.
Un dato che ha aiutato è stato quello relativo ai sussidi di disoccupazione Usa. Nell’ultima settimana il numero di domande di indennità è stato il più basso degli ultimi 43 anni.
In Europa le Borse hanno chiuso con un progresso medio dello 0,2% (performance del paniere paneuropeo Stoxx 600). A influire sulla prova dell’azionario sono stati i bilanci societari a luci e ombre e l’andamento debole del petrolio.
La Borsa di Londra è scesa dai massimi del 2016 toccati ieri, nel giorno in cui la Bank of England ha deciso senza sorprese e all’unanimità di mantenere invariato il costo del denaro.
In Europa le Borse hanno chiuso con un progresso medio dello 0,2% (performance del paniere paneuropeo Stoxx 600). A influire sulla prova dell’azionario sono stati i bilanci societari a luci e ombre e l’andamento debole del petrolio.
La Borsa di Londra ha chiuso piatta sotto i massimi del 2016 toccati di recente, nel giorno in cui la Bank of England ha deciso senza sorprese e all’unanimità di mantenere invariato il costo del denaro. Il Dax ha fatto +0,57%, il Cac 40 +0,41%, l’Ibex +0,34%.
Volkswagen si prepara a tagliare i bonus dei suoi alti dirigenti, incluso quello dell’amministratore delegato Matthias Muller. Si parla di una “riduzione significativa”. Stando alle indiscrezioni di Reuters, il taglio dei bonus sarà tagliato di almeno il 30%. Il pieno impatto dello scandalo sulle emissioni diventerà più chiaro quando Volkswagen renderà noti i propri risultati di bilancio, su base annua, il prossimo 28 aprile. Il titolo ha ceduto -7% negli ultimi tre mesi di contrattazioni.