Mercati

Borse europee sotto pressione. Attesa per bazooka in Giappone

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ROMA (WSI) – Si profila un’altra settimana all’insegna della volatilità. I mercati, oltre a rimanere ostaggio del petrolio, saranno dominati dalla cautela, in vista delle decisioni sui tassi e in generale di politica monetaria che saranno annunciate da diverse banche centrali, come la Bank of Japan e la Fed.

L’esordio settimanale è stato decisamente negativo per la Borsa di Milano, che vede l’indice Ftse Mib cedere -1,5% circa, ritracciando in area 18.400 punti. Unicredit maglia nera tra le banche, dopo l’avvertimento che è stato lanciato da Moody’s sugli effetti negativi che la partecipazione al fondo Atlante potrebbe produrre sui suoi risultati.

Si attendono nuove e più incisive manovre dalla Bank of Japan. Intervistata da Cnbc Kathy Lien, managing director della divisione di strategia sul forex presso BK Asset Management, ha sottolineato che:

“ci sono indiscrezioni secondo cui la Bank of Japan potrebbe introdurre, accanto ai tassi sui depositi già negativi, anche i tassi negativi sui prestiti ai clienti (delle banche). Con l’economia giapponese che fa fatica, zavorrata da un forte yen e da una crescita globale più lenta, e con gli speculatori che detengono un ammontare record di posizioni lunghe sullo yen, la probabilità che ci sia un allentamento da parte della Bank of Japan è elevata”. Almeno la metà degli analisti intervistati da Reuters prevede in settimana l’annuncio di nuove misure straordinarie di allentamento monetario.

L’azionario europeo (-0,5% l’indice Eurostoxx 600) è stato zavorrato soprattuto dalle vendite che si abbattono sui titoli energetici e dei colossi dell’estrazione mineraria.

Sul valutario, nell’attesa degli annunci della Bank of Japan, lo yen torna nelle contrattazioni europee ad apprezzarsi, dopo essere sceso durante la sessione asiatica. La valuta giapponese segna un rally superiore a 100 pips nella mattinata Usa, con il rapporto dollaro/yen che torna a JPY 110.

Indiscrezioni di mercato riferiscono che, per la prima volta dal luglio del 2014, gli hedge fund hanno effettuato vendite allo scoperto, su base netta, sul dollaro.

Richart Titherington di JP Morgan Asset Management, fa notare intanto che gli investitori sono decisamente meno pessimisti riguardo ai mercati emergenti, rispetto al sentiment che prevaleva alla fine di gennaio. E ricorda che nell’ultimo periodo si è assistito a “un bel rally” e che:

“quanto accadrà ora sarà deciso da due fattori: il dollaro e l’outlook dell’economia cinese”. Di fatto, “se si riterrà che il dollaro continuerà a indebolirsi, si tratterà di un fattore molto positivo per i mercati emergenti”.

Occhio dunque a cosa succederà al Dollar Index nelle prossime sessioni.

 

Stephen Innes, senior trader di OANDA Asia Pacific, afferma sulla Fed:

“Sebbene la maggior parte dell’attenzione sarà focalizzata sulle possibili decisioni della Bank of Japan, i trader guarderanno anche alle guidance che saranno annunciate dalla Fed e dalla banca centrale della Neozelanda”.

Sul fronte delle materie prime, petrolio perde terreno, con il contratto WTI Crude che resiste sopra la soglia di $43 e il Brent che riduce la flessione e oscilla attorno a $45. Oro in lieve rialzo, attorno a $1.240 l’oncia.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund in tensione, supera 126 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali attorno all’1,53% e tassi sui Bund tedeschi a 10 anni che balzano oltre +14% allo 0,26%.

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