Società

Voto, mercati e ricatto spread: il potere delle banche centrali

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Lega e M5S si accordano, c’è il nome del premier: sarà Giuseppe Conte.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affida l’incarico e il giurista e avvocato italiano di sponda pentastellata accetta con riserva, come è consuetudine fare in questi casi.

Arriva la lista dei ministri che dovrebbe far partire il cosiddetto “Governo del cambiamento” ma, proprio qui, avviene un colpo di scena: fa discutere il nome del professor Paolo Savona indicato come ministro dell’economia e delle finanze.

A far scaturire i dubbi su una nomina di Savona sono sostanzialmente le sue posizioni euroscettiche e Mattarella mette il veto: o si cambia il nome del ministro che guiderà il MEF, oppure il governo non parte.

Lega e M5S si impuntano sul nome, in quanto cambiarlo vorrebbe dire piegarsi, ancora una volta, ai diktat europei.

Cosa c’entrano i diktat europei? Stando a più fonti (finanza online, fanpage.it, contro corrente, intopic ed altre) trapela una telefonata a Mattarella da parte di Mario Draghi, il presidente della Bce, il quale sosterrebbe che “con Savona al MEF non posso garantire per l’Italia”.

La voce è filtrata da ambienti vicini allo stesso Draghi, il quale sarebbe stato spalleggiato anche dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Solo chiacchiere e supposizioni? Può essere. Però ci sono dei dati a conferma di questa tesi: le notizie Radiocor sulla Borsa Italiana del giorno 28 maggio 2018 alle ore 16:14 riportano i seguenti dati.

“Bce: acquisti di titoli in ambito Qe (Quantitative easing) scesi a 3,831 miliardi di euro nell’ultima settimana, dai 5,309 miliardi di euro della settimana precedente”.

In buona sostanza, se l’Italia fa partire un Governo con Savona al MEF, la Bce chiude un po’ i rubinetti.

Sugli acquisti di Bond da parte della Bce, oltre all'incremento di Bund è interessante notare come anche esposizione a Oat e Bonos sia stata ridotta
Sugli acquisti di Bond da parte della Bce nell’ambito del programma QE, oltre ai movimenti su BTp e Bund si osserva una riduzione dell’esposizione a Oat e Bonos di Francia e Spagna (grafico: Financial Times)

La controversa misura contro i BTp della Bce

Lo spread sale, le Borse scivolano, “i mercati” si impongono sui voti.

Sulla scia di questo modus operandi arrivano prima le dichiarazioni del tedesco Gunther Oettinger, Commissario europeo per il bilancio e le risorse umane, poi del connazionale Markus Ferber, deputato europeo della Csu tedesca. Oettinger dichiara: “i mercati insegneranno agli italiani come votare bene”; Ferber rincara: “nello scenario peggiore la Troika dovrebbe invadere Roma e prendere in mano il Ministero del Tesoro”.

Mattarella, sotto le pressioni, decide a questo punto di non far partire l’esecutivo e nomina Carlo Cottarelli a capo di un Governo tecnico che porti avanti il Paese fino a nuove elezioni.

Tempesta passata, spread che si abbassa e mercati che sono riusciti a spegnere la fiammata populista mantenendo l’establishment al Governo, grazie allo spread che anche questa volta è stato usato come strumento di ricatto da parte della BCE. Invece no, perché nonostante la nomina di Cottarelli lo spread aumenta.

Cominciano a trapelare voci che la Fed, la Banca Centrale degli Stati Uniti, stia vendendo i Btp italiani. Lo scenario politico italiano torna a rovesciarsi: Salvini e Di Maio salgono al Colle da Mattarella, spostano Savona ai rapporti per gli Affari con l’Ue ed inseriscono Giovanni Tria al MEF, consigliato dallo stesso professor Savona.

Parte il Governo, il Premier Conte accetta l’incarico, i ministri giurano sulla Costituzione.

All’ufficialità del nuovo Governo, torna protagonista la Fed: il Tg2 delle 20:30 passa la notizia che la Federal Reserve ha effettuato un massiccio acquisto di Btp italiani, vendendo contemporaneamente i bund tedeschi, che precipitano sui mercati.

Emblematico in questo senso il tweet del Presidente americano Donald Trump, che ha preceduto l’operazione e che letteralmente riporta:

We have a MASSIVE trade deficit with Germany, plus they pay FAR LESS than they should on NATO & military. Very bad for U.S. This will change.” (Abbiamo un deficit commerciale enorme con la Germania, in più pagano molto meno di quanto dovrebbero per la NATO e le forze armate. Molto male per gli Stati Uniti. Questo cambierà.).

Non solo, Trump rincara la dose dicendo che intende chiudere al mercato americano alle auto tedesche.

La Bce era l’unico “Net buyer” (compratore netto) dei Btp e quindi giostrava lo spread; ora invece sembra che gli investitori stranieri diano fiducia al nuovo Governo italiano, che dovrà però essere pronto ad approfittare delle nuove opportunità economiche, che arrivano in primis dagli Usa e dalla Russia, per far ripartire un’economia oramai ferma e stagnante da troppi anni a causa delle politiche economiche adottate che, come si è notato, non trasmettevano fiducia.

Risulta chiaro, in conclusione, come sia importante riacquisire la sovranità monetaria mantenendo il possesso di una Banca Centrale Indipendente, che sia anche libera dal famoso “divorzio” tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia (avvenuto ad opera dell’allora Governatore Ciampi e dell’allora Ministro Andreatta negli anni ’80), tornando a essere due rami separati del settore pubblico ma un tutt’uno.

Non averla, significa dipendere da altri, che non sempre faranno i tuoi interessi; la si può definire anche ‘sicurezza nazionale’.