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Borsa Milano: sell pesanti, buca 18.000. Euro ritraccia da $1,14

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MILANO (WSI) – Dopo il peggior trimestre dal 2011 per l’azionario europeo (per lo Stoxx 50 una perdita del -10%), anche la prima seduta del nuovo periodo è decisamente negativa. Alla fine della giornata di contrattazioni, il Ftse Mib cede -1,88%, a 17.776,84 punti.

Male le banche, che non sono tuttavia oggi il settore peggiore. Pesanti le perdite per energetici e industriali come ENI -3,53%, FCA -5%, Cnh Industrial -4,27%, Saipem -2,27% Tra le note positive del Ftse Mib, Anima Holding +2,57% e Azimut Holding +3,11%, Yoox +0,37%.  Tornando al comparto bancario, Mps -0,70%, Bper -0,10%, BPM -1,87%, molto male Banco Popolare con -4,71%; Intesa SanPaolo -2,55%, Unicredit -2,21%, Mediobanca -0,87%.

L’andamento è in sintonia con i cali giornalieri visti in Asia. A Wall Street nel mese di marzo si sono visti ribassi, ma marzo è risultato il miglior mese da ottobre 2015. Per il Dow Jones è stata anche la reazione piĂą positiva su base trimestrale dal 1933. Anche per l’oro è stato un trimestre da dimenticare, con il metallo che ha registrato un balzo del 16,5%, il piĂą sostenuto in 30 anni di tempo.

A gravare sui corsi azionari al momento sono il tonfo delle banche dell’area piĂą debole d’Europa, come l’Italia, e i cali dei prezzi del petrolio, con il future sul Brent schiacciato sotto i 40 dollari al barile, e piĂą in generale delle materie prime. Sono fattori che inducono gli investitori a ridurre l’esposizione agli asset piĂą rischiosi. Alla fine delle contrattazioni a Piazza Affari, il Brent cedeva -4,22%, a $38,63 al barile, mentre il contratto WTI -3,78%, a $36,89. Calo anche per le quotazioni dell’oro, -1,57%, a $1.213,37.

Sul valutario , occhio ai movimenti dell’euro che in giornata è balzato oltre la soglia di $1,14, prima di riportarsi al di sotto, attorno a quota $1,1370 circa, dopo la pubblicazione, dal fronte macroeconomico Usa, del report occupazionale.

Sempre tra le valute, da segnalare comunque che il dollaro cede nei confronti dello yen, viaggiando in area JPY 112, mentre forte è il tonfo della sterlina, che cede oltre -1% sul dollaro, nei pressi di $1,42. Lo yen è acquistato anche contro l’euro, che viaggia attorno a JPY 127,60 circa, a conferma del fatto che gli investitori si allontanano dagli asset rischiosi. La valuta giapponese è infatti considerata una valuta rifugio.

In Europa sono usciti i dati sui Pmi di marzo. L’indice dell’area euro ha registrato un miglioramento sia rispetto alla rilevazione flash che rispetto al mese precedente.

In Cina ha sorpreso in positivo il dato sull’indice manifatturiero, che si è espanso per la prima volta in nove mesi, risalendo sopra quota 50 punti base, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e fase di espansione (valori al di sopra) . L’indice Pmi della seconda economia al mondo è salito dai 49 di febbraio ai 50,2 di marzo, un livello che non si vedeva da agosto. L’azionario cinese ha comunque fatto i conti con il declassamento a negativo dell’outlook creditizio da parte di Standard & Poor’s.

L’indice composito di Shanghai ha chiuso in rialzo dello 0,14%, mentre Hong Kong ha perso l’1,34%. Shanghai ha visto un aumento dell’1,01% del valore in settimana. Il paniere composito Hang Seng è invece sceso di 277,78 punti a 20.498,92 nel corso dello stesso periodo.

Sempre in Asia molto male la Borsa di Tokyo. Un sondaggio di Tankan ha alimentato i timori che le politiche della Abeconomics stiano perdendo vigore. Il rafforzamento dello yen potrebbe compromettere gli utili trimestrali delle aziende esportatrici. I mercati hanno perso terreno dopo che il sondaggio sulle aziende nipponiche ha mostrato un calo della fiducia più netto delle previsioni il mese scorso. Il Nikkei ha chiuso in calo del 3,55%.

 

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