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Elezioni Francia, i risultati e i commenti degli analisti

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Sui mercati europei torna la voglia di rischiare e comprare titoli ad alto rendimento. Detto questo, l’euforia non è destinata a durare per gli investitori rialzisti, secondo i commentatori e analisti di Borsa. La possibilità di una vittoria di Marine Le Pen nel testa a testa tra moderati filo europeisti favorevoli al libero mercato (Emmanuel Macron) e radicali anti euro e protezionisti rimane, seppure questa sia remota se ci si basa sui numeri e sondaggi a disposizione. Anche se la Francia rappresenta oggi un rischio minore di crisi sistemica in Europa, le legislative francesi e le elezioni nel Regno Unito sono a poco più di un mese di distanza.

La posta in palio per economia e mercati è decisamente alta. In un’elezione dominata dalle sorprese – per la prima volta nella storia francese nessuno dei due partiti principali, socialisti e repubblicani, si è qualificato al ballottaggio – il vantaggio (62-38%) di Macron al secondo turno del 7 maggio “non sarà sufficiente ad alleviare le ansie del mercato“, secondo gli analisti di UBS Wealth Management.

Per Mohammed El-Erian di Janus Capital i risultati di domenica hanno scongiurato gli scenari peggiori per i mercati, che tuttavia non hanno avuto il confronto desiderato (Fillon-Macron). Un secondo turno con Le Pen rende a ogni modo basso il rischio di una fuga destabilizzante dei capitali dal sistema bancario francese (oggi in gran rialzo in Borsa). I bookmaker inglesi di William Hill danno ora all’88% le chance di elezione di Macron, ex banchiere ed ex ministro dell’Economia.

Per come stanno le cose è probabile che si manifesterà un rinnovato appetito per il rischio nei confronti dei mercati francesi ed europei. Il momento di sollievo degli operatori di mercato, però, “non è destinato a durare a lungo”, secondo Anna Stupnytska, global economist di Fidelity International, visto che Le Pen ha ancora la possibilità di vincere il 7 maggio. Mancano due settimane e non può ancora sapere bene cosa succederà nei prossimi giorni.

Ai mercati non piace soltanto la vittoria di Macron, ma anche il fatto che le percentuali dei sondaggi – in un’elezione quanto mai indecisa – siano state a grandi linee confermate dal voto di domenica. I mercati azionari hanno reagito positivamente in Asia ed Europa, con l’euro che sale su yen e dollaro Usa, mentre i bond francesi stanno guadagnando terreno. La Borsa di Parigi ha messo a segno un balzo di oltre il +4% in avvio (segui live blog di mercato).

Sono buone notizie anche per la Bce e per la Banca del Giappone. Ciononostante, è ancora troppo presto perché le autorità di politica monetaria possano permettersi di avanzare un programma di tapering, ossia di riduzione delle misure straordinarie di espansione monetaria. Il prossimo appuntamento da segnarsi sul calendario è il 3 maggio, data del dibattito tv tra Le Pen e Macron.

Timothy Graf, head of macro strategy EMEA di State Street Global Markets, spiega che i mercati stanno festeggiando per via dell’eliminazione dal tavolo delle possibilità degli scenari più negativi. Macron parte “ampiamente favorito nel testa a testa contro Le Pen” e “gli scenari scontati nelle ultime settimane si fanno più difficili” da qui al 7 maggio. Con un calo della volatilità, gli Spread tra Oat e Bund decennali, in ribasso oggi, “dovrebbero continuare a ridursi e ci aspettiamo che l’euro consolidi i guadagni visti di recente nei confronti del dollaro”.

Il collega di Graf presso State Street, Billy Street, responsabile investimenti EMEA, è meno ottimista, pur essendo convinto che “alcuni premi al rischio moderati sul mercato delle obbligazioni scompariranno e questo probabilmente beneficerà gli asset di minore qualità. Tuttavia ci potrebbero essere altre sorprese in un calendario europeo denso di avvenimenti: le elezioni nel Regno Unito, le trattative sul debito greco, le elezioni tedesche e la possibilità di elezioni in Italia, in un futuro non così lontano, sono sufficienti a mantenere i mercati occupati. Le strategie di protezione contro i ribassi restano fondamentali, in quanto probabilmente il contesto di mercato resterà volatile”.

Analisti scettici, mantenere beni rifugio in portafoglio

Philippe Bodereau, global head of financials per Pimco, dice che l’azionario finora è rimasto paralizzato dal rischio di coda di un esito negativo in Francia, come dimostra il fatto che anche in un contesto di dati macro in miglioramento l’azionario non aveva festeggiato troppo. Dopo il voto di domenica quel rischio si è decisamente ridotto. Detto questo non va abbassata la guardia.

“Ora che è stata fatta un po’ di chiarezza e ora che i sondaggi – che sono stati aspramente criticati – si sono rivelati molto accurati, fino quasi all’ultimo decimale, penso che si possa affermare che il rischio di un’elezione di Le Pen è poco probabile“.

Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer at Deutsche Asset Management, dice che i risultati “rafforzano la nostra fiducia che la Francia, da questa estate, per la prima volta avrà un Presidente favorevole alle riforme. Anche se noi conoscessimo il risultato, siamo comunque convinti che queste elezioni sono molto differenti dalle precedenti e ancora più imprevedibili. Tuttavia, a questo risultato dico: Vive la France, l’Europa continua a vivere! Come continuano a vivere i mercati azionari europei che noi abbiamo consigliato di sovrappesare dopo i risultati di ieri”.

“Siamo stati convinti dal contesto macroeconomico e dal dinamismo dei profitti mostrati da qualche tempo dalle aziende europee. Detto questo, a nostro avviso, le incertezze politiche hanno scoraggiato gli investitori stranieri ad aumentare in particolare i propri impegni in Europa. Dopo le elezioni nei Paesi Bassi e in Austria, unite alle valutazioni dei sondaggi sull’AfD in Germania, il primo turno in Francia suggerisce che i populisti nel 2017 stanno perdendo terreno. Nonostante tutte le sfide che ancora ci attendono, alla fine di quest’anno l’Europa potrebbe essere molto più stabile rispetto a quella di gennaio scorso”.

Tornando alla Francia, se si guarda più avanti del voto del 7 maggio, l’ottimismo degli analisti di Deutsche Asset Management si spegne. “Molto dipende dall’esito delle elezioni parlamentari e da come questo risultato sosterrà il mandato di Macron. Per ora Macron non può contare né su un proprio partito né su una grande esperienza politica. Ciò significa che con la sua presidenza la Francia entrerà in un territorio inesplorato“.

L’analista di Pioneer Investments Monica Defend, head of global asset allocation research, ha un “outlook costruttivo nei confronti degli asset rischiosi, in particolare per l’azionario europeo”, ma non vanno persi di vista alcuni beni rifugio da aggiungere in portafoglio. Un “rischio chiave” rimane per la strategist quello di un ritorno della volatilità, in considerazione delle “tensioni geopolitiche ancora in gioco” e pertanto “gli investitori dovrebbero continuare ad accumulare asset difensivi in portafoglio”.

Elezioni Francia: i risultati del primo turno

Al secondo round sarà una grande battaglia ideologica tra la leader del Front National Marine Le Pen (21,4%), protezionista, anti europeista e anti migranti, e il candidato centrista indipendentista Emmanuel Macron (23,9%), filo europeista e favorevole al libero scambio. Per i mercati finanziari è in fin dei conti una buona notizia, dal momento che è stato evitato lo scenario incubo di un duello finale, il 7 maggio, tra i due “estremisti” anti europeisti Le Pen e Jean-Luc Mélenchon (piazzatosi al quarto posto a un passo dalla terzo posizione).

Con quasi quattro punti di scarto sui rivali Mélenchon, della sinistra radicale (19,6%), e Francois Fillon, del partito Repubblicano (19,9%), il candidato a classificarsi in testa al primo turno è stato – secondo i primi risultati – Macron. Le Pen si è fermata intorno al 21,7%. Per Fillon e Mélenchon i risultati hanno un sapore completamente diverso: per il primo è una sconfitta bruciante, sulla quale ha gravato lo scandalo Penelopegate dei presunti impieghi fittizi assicurati a moglie e figli in Parlamento, per il secondo è una mezza vittoria. Degli 11 candidati, quinto è arrivato il leader del Partito Socialista al governo, Benoit Hamon (6,3%, peggior score della storia dei suoi) e sesto Nicolas Dupont-Aignan (4,7%), politico di orientamento di destra. Hamon e Fillon hanno fatto appello a votare per Macron al ballottaggio.

Si tratta delle stime di Ipsos basate sui risultati ufficiali alle 7 del mattino di oggi: in termini percentuali sono preliminari, pertanto soggette a lievi cambiamenti. Il tasso di partecipazione è stato del 77,3%, in ribasso rispetto alle ultime elezioni del 2012. Al secondo turno, secondo un sondaggio di Ipsos-Sopra Steria per France Télévisions, Radio France e Le Monde, Macron si imporrebbe con il 62% contro Le Pen (38% dei consensi). A giugno si terranno le altrettanto importanti legislative – spalmate su due turni – che stabiliranno gli equilibri di potere in Parlamento in Francia.

L’incertezza circa la capacità di Macron di conquistare la maggioranza necessaria in Parlamento per garantire una stabilità alla Francia preoccupa gli analisti. Per Morgane Delledonne, fixed income strategist di ETF Securities, gli investitori dovrebbero aspettarsi una riduzione dello Spread tra Oat e Bund sul breve termine, ma molto graduale.

Proprio per via dei rischi del voto per la composizione del parlamento in giugno, e quindi per il passaggio delle riforme di Macron, i differenziali nelle prossime sei settimane si ridurranno di poca misura. “Scommettiamo su una diminuzione graduale degli Spread nelle settimane a venire”.