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Borsa Milano in rialzo. Banche rimangono nota stonata

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MILANO (WSI) – La grande sorpresa dopo la pausa pasquale è arrivata dagli Stati Uniti. L’azionario europeo è stato infatti favorito dalle parole della numero uno della banca centrale Usa, Janet Yellen, che ha espresso una certa cautela sul ritmo del ciclo dei rialzi dei tassi partito a dicembre dell’anno scorso.

Probabilmente la Fed rispetterà i pronostici di mercato e adotterà due strette monetarie piuttosto che le quattro che chiedono a gran voce alcuni dei suoi esponenti con diritto di voto come John Williams della Fed di San Francisco. Secondo Robert Kaplan della Fed di Dallas ci potrebbe volere un “tempo esteso” per normalizzare i tassi.

Lo smorzarsi delle speculazioni sui rialzi dei tassi ha confortato gli operatori: il risultato è stato una maggiore propensione al rischio, un dietrofront del dollaro e un calo anche della volatilità.

A Piazza Affari, l’indice benchmark di riferimento Ftse Mib è salito +1,12%, a 18.375,32 punti. Gli acquisti sono stati frenati di nuovo dal trend negativo dei titoli bancari. Mps ha ceduto -2,42%, Banco Popolare ha perso oltre -3%.

Positivi invece gli energetici e gli industriali: ENI quasi +3%, Saipem balzata oltre +7%. Bene anche FCA+5,85%, ed Exor +5,72%. Rally anche per Mediaset, quasi +6% che, insieme al Gruppo Espresso, ha beneficiato dei dati diffusi ieri relativi agli introiti pubblicitari raccolti dalle stazioni radiofoniche.

Tornando alle banche, si segnala nervosismo su Unicredit, che ha chiuso in calo di oltre -3%. Incide negativamente il suo ruolo di garante dell’aumento di capitale di Pop Vicenza, operazione che deve essere fatta entro la fine del mese prossimo.

Sul versante macro, la situazione è incerta negli Stati Uniti, la prima economia al mondo. Gli ultimi sondaggi regionali di marzo sembrano unanimi nel segnalare una significativa stabilizzazione del manifatturiero.

L’ISM manifatturiero di venerdì, che dà uno spaccato dell’attività nell’intero paese, dovrebbe tornare in fase di espansione sopra i 50 punti. Lo stesso giorno verrà anche reso noto il rapporto occupazionale di marzo.

In Asia, seduta molto buona per Shanghai, ma l’accelerazione dei profitti industriali cinesi osservata  in gennaio-febbraio non è del tutto convincente, mentre la Borsa di Tokyo ha chiuso in calo dell’1,31%, senza beneficiare del recente indebolimento dello yen. Tonfo di Takata, che ha lasciato sul terreno circa il 20% in scia alle indiscrezioni riportare da Bloomberg, secondo cui il gruppo giapponese avrebbe stimato in circa 24 miliardi di dollari i costi per il richiamo dei suoi airbag difettosi.

Non sono arrivate grandi nuove dalla conferenza del premier giapponese Shinzo Abe. L’aumento dell’Iva si materializzerà tra 12 mesi e ci potrà essere un  anticipazione della spesa pubblica  prevista dall’attuale budget. Politiche monetarie ed economiche saranno coordinate allo scopo di rilanciare la ripresa della terza potenza economica al mondo.

Sul valutario, l’euro si è riportato sopra la soglia di $1,13, scambiato in rialzo +0,38% alla fine della sessione della Borsa di Milano, a $1,1334. Dollaro/yen in calo -0,10%, a JPY 112,59.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio, che saliva oltre +3%, ha dimezzato i guadagni nel finale, dopo la pubblicazione delle scorte settimanali Usa, scendendo sotto la soglia di $39 al barile a New York e ritracciando sotto i $40 nel caso del barile.  Oro in accelerazione ribassista, -1,27% a $1.226,38 l’oncia.

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