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Obbligazioni: crescita nel segno dei green bond

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Che i green bond stiano rivoluzionando, in meglio, il mondo dell’asset class obbligazionaria è sotto gli occhi di tutti. Ma a farci capire quanto valga questa rivouzione in termini quantitativi, ovvero in dollari, ci aiuta S&P Global Ratings condividendo uno studio sullo sviluppo delle obbligazionari sostenibili nel 2020 e su come i proprio i green bond saranno il motore della loro crescita.

Una montagna sostenibile

Partiamo, ovvio, dalla conclusione del report: “Le emissioni globali di debito sostenibile supereranno i 400 miliardi di dollari nel 2020, spinte da ulteriore innovazione e crescita delle obbligazioni con etichetta green a cui si aggiungerà la spinta data dalla diffusione di altri nuovi strumenti di debito sostenibili”.
Da qualche anno le obbligazioni verdi sono tra i protagonisti del boom dei bond sostenibili a livello mondiale. Questo ruolo si rafforzerà nel corso di quest’anno. Gli esperti della società di rating prevedono infatti che i green bond rimarranno il principale tipo di strumento di debito sostenibile. Qualcosa comunque sta pian piano cambiando.
Per dirla meglio, qualcosa sta arricchendo il generale trend di crescita. “Prevediamo anche – si legge nel report – che il mercato del debito sostenibile continuerà a diversificarsi e innovare, poiché gli investitori cercano modi alternativi per contribuire agli obiettivi di sostenibilità”.

Un trend sempre forte.

Secondo le previsioni di S&P Global Rating il mercato mostra pochi segni di riduzione. Secondo la valutazione globale di S&P Global Ratings, i solidi fondamentali di mercato e le persistenti condizioni creditizie positive nel settore privato probabilmente supporteranno un’ulteriore crescita delle emissioni verdi nel prossimo anno.
Di che numeri stiamo parlando? Tenuto conto che, come visto, il dato globale sarà intorno ai 400 miliardi di dollari, ecco che l’emissione nel mercato delle obbligazioni con etichetta green potrebbe crescere vicino ai 300 miliardi di dollari nel 2020, dopo aver raggiunto un record di 238 miliardi nel 2019 secondo la Climate Bonds Initiative. Sebbene i green bond rappresentino ancora una parte minore delle emissioni globali obbligazionari, questa percentuale è in aumento, arrivando ormai a circa il 3,5% del totale a fronte del meno dell’1,0% che totalizzava cinque anni fa.
Questa crescita, a detta degli analisti, è vista essere un fenomeno a lungo termine, con interventi a suo favore da parte degli Stati e degli enti regolatori, in particolare in Europa, fungendo da catalizzatore per l’emissione privata.
“D’altro canto – sottolineano gli analisti di S&P Global Ratings -, riteniamo che questa crescita non sia sufficiente a colmare il divario finanziario esistente tra debito sostenibile disponibile e investimenti necessari per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima, che le Nazioni Unite stimano ad almeno 60.000 miliardi di dollari entro il 2050”.

Strumento di lotta al cambiamento climatico.

Una grande spinta alla diffusione delle obbligazioni “verdi” arriva dalla domanda di risorse destinate alla transizione energetica e alla lotta al cambiamento climatico.
Nel 2019, l’80% del ricavato è stato destinato alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica degli edifici e alle iniziative di trasporto pulito. “Mentre tra gli emittenti societari alcuni nuovi settori sono entrati nel mercato, gli emittenti nel complesso sono rimasti dominati da società di servizi pubblici, immobiliari e società di trasporto.
A nostro avviso – spiegano gli esperti -, ciò è dovuto al fatto che tali settori creano un flusso di entrate diretto e immediato per gli investitori, rispetto a settori quali l’agricoltura e la silvicoltura”, tra cui possiamo certo inserire anche i progetti di riforestazione.

Ma anche nei green bond è meglio diversificare.

Per ora, dunque, il mercato delle obbligazioni green è concentrato, a livello di prodotti, su alcuni specifici temi all’intrno della famiglia dei finanziamenti ecologici.
Dinamica che, secondo gli analisti di S&P Global Ratings, “è in contrasto con le conclusioni della relazione sui 1,5 gradi del Celsius Intergovernmental Panel on Climate Change, che ha evidenziato la necessità che tutti i settori dell’economia contribuiscano alla mitigazione dei cambiamenti climatici”.

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