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Pimco vede nei bond la “nuova normalità” dell’investimento Esg

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Gran parte dell’attenzione ricevuta dagli investimenti ispirati ai criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance  (Esg), si è concentrata sul fronte azionario. In particolare, le strategie di “investimento sostenibile” che prevedono l’esercizio dei diritti di voto per influenzare direttamente le scelte delle aziende non possono che avere come premessa l’acquisizione di quote di proprietà. La maggiore attenzione rivolta all’azionario, inoltre, è dovuta a una più ricca disponibilità di ricerche e di indici benchmark. Secondo il colosso degli investimenti obbligazionari Pimco, tuttavia, il paradigma sta già cambiando: l’investimento in bond, infatti, potrebbe diventare sempre di più un potente strumento per indirizzare e favorire cambiamenti positivi in termini di sostenibilità – anche se il prestito obbligazionario non prevede una diretta voce in capitolo nelle scelte aziendali.

Riteniamo possibile una ‘Nuova Normalità ESG’ con l’obbligazionario al centro dell’universo d’investimento sostenibile, che potrebbe in ultima analisi espandere i finanziamenti collegati a temi Esg dai miliardi attuali alle migliaia di miliardi di dollari annui, necessari per salvaguardare il merito di credito di un Paese o di un’impresa nel lungo periodo”, ha scritto in una nota di commento Gavin Power, Responsabile per gli affari internazionali e lo sviluppo sostenibile.

Una “Nuova Normalità” che non potrà che essere propiziata “dalla mole sempre più ampia di prove che dimostrano, ad esempio, che le società in grado di gestire e integrare efficacemente le questioni di sostenibilità ne ottengono una serie di benefici competitivi, tra cui efficienza delle risorse e dei costi, guadagni di produttività, nuove opportunità di ricavo e di prodotto, e vantaggi per la reputazione”.

La crescita dei bond Esg

“Sul fronte del sourcing e dell’innovazione di prodotto”, ha affermato Power, “il reddito fisso Esg registra un’accelerazione. Diversi asset manager convenzionali e boutique d’investimento hanno lanciato – o hanno in cantiere – numerosi fondi obbligazionari Esg”.

Un forte impulso verso l’attenzione alle tematiche ambientali e sociali è arrivato nel 2016, quando le Nazioni Unite hanno adottato all’unanimità i 17 Sdg, ovvero gli Obiettivi di sviluppo sostenibile – che molti emittenti stanno adottando e integrando nelle proprie politiche aziendali.
L’Onu, ricorda Power, stima che per conseguire gli Sdg entro il 2030, saranno necessari ogni anno tra i 3 e 5mila miliardi di dollari, e che la maggior parte di questi investimenti dovrà giungere dal settore privato.

“La natura di lungo periodo degli Sdg – con il termine del 2030 – e il fatto che gran parte dei finanziamenti (specialmente sul versante sovrano, ma non solo) dovrà riferirsi a investimenti e progetti ambientali e sociali con un lungo orizzonte temporale implicano che gli strumenti di debito potrebbero essere particolarmente indicati”, afferma il responsabile di Pimco per lo sviluppo sostenibile. “Pertanto, ravvisiamo la possibilità di un fiorente mercato di ‘titoli obbligazionari Sdg’ emessi da enti sovrani, banche per lo sviluppo e imprese, siano essi di natura generica o tematicamente mirati a uno o più obiettivi specifici”. Titoli come, ad esempio, il “gender bond” emesso dall’Asian Development Bank alla fine del 2017, ricorda Power.

Come può incidere, tuttavia, il prestito obbligazionario nei confronti delle politiche aziendali e orientarne le decisioni? Secondo Power bisognerebbe tenere conto che, a differenza di quanto avviene sul mercato azionario, gli emittenti spesso ritornano sul mercato obbligazionario per rifinanziare il debito in scadenza o reperire nuovi fondi.

“Ciò offre agli investitori obbligazionari un’opportunità straordinaria per identificare i rischi, intavolare un dialogo con gli emittenti e costruire relazioni in grado di influenzare il cambiamento. Siamo dell’idea che l’investimento Esg non si limiti alla collaborazione con emittenti che presentano già un approccio profondamente integrato ai fattori Esg – conclude Power – ma che contempli anche un engagement con quelli che desiderano migliorare le proprie iniziative e sono disposti a collaborare con i finanziatori per conseguire i propri obiettivi. Crediamo che l’incorporazione dell’analisi Esg nei portafogli obbligazionari possa generare interessanti rendimenti a lungo termine producendo al contempo un impatto sociale positivo. Non è detto che una cosa escluda l’altra, e il mercato comincia a rendersene conto”.

 

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