NEW YORK (WSI) – Mentre l’eurozona sembra fiorente, a provocare mal di testa è la sua terza più grande economia. Molti analisti vedono l’Italia come la più grande minaccia alla stabilità dell’economia dell’area euro anche se i dagli ultimi dati sembrano in linea con le stime.
Come ha dichiarato alla Cnbc Mark Wagner della Commerzbank, il PIL italiano è solo la metà della media dell’area euro. E ciò rimarrà così almeno per il momento, ha aggiunto.
L’economia italiana dovrebbe scendere quest’anno allo 0,9 per cento e all’1,1% nel 2018 secondo quanto previsto dalla Commissione europea, mentre la zona euro è cresciuta ad un ritmo del 2,1% su base annua nel secondo trimestre del 2017 come hanno reso noto i dati ufficiali. I recenti dati provenienti dall’Italia hanno però sorpreso gli analisti: la disoccupazione è calata dello 0,7% nella prima metà del 2017, la disoccupazione giovanile è scesa a circa il 35 per cento, e lindice del settore dei servizi ha raggiunto il suo livello più alto in un decennio mentre tre banche in difficoltà, Veneto banca, Popolare di Vicenza e Mps sono state salvate, eliminando così molte preoccupazioni sul settore bancario.
“Il recupero dovrebbe continuare, ma i rischi per il futuro sono significativi”, ha detto il Fondo Monetario Internazionale a fine luglio, rivedendo le sue previsioni per la crescita italiana quest’anno, avvertendo però che i “rischi di ribasso sono significativi. ”
Quali sono i principali problemi? L’incertezza politica, eventuali battute d’arresto al processo di riforma, fragilità finanziaria e rivalutazione del rischio di credito durante la normalizzazione della politica monetaria.
Come ha sottolineato Erik Jones, professore di Economia Politica Internazionale presso l’Università Johns Hopkins:
C’è una quantità enorme di NPL. La ripresa economica sta avvenendo ma ad un passo davvero lento … e ci sono rischi politici all’orizzonte con le prossime elezioni generali (…) Aa un certo punto in futuro la BCE rialzerà i tassi, mettendo in dubbio la sostenibilità del debito italiano”
Gli alti livelli di crediti in sofferenza limitano la capacità delle banche di prestare denaro e Ciò può essere un problema particolare per un paese in debito come l’Italia. Il debito pubblico è stimato al 133% del PIL quest’anno e al 131,6 per cento nel 2018, secondo le previsioni del FMI. Se il paese non prende misure per affrontare questa situazione, l’Italia potrebbe avere un problema ancora più grande quando la Banca centrale europea (BCE) inizierà ad aumentare i tassi di interesse, come i mercati si aspettano.
I tassi di interesse più alti comporteranno tassi più elevati per i mutuatari in tutta Italia, aumentando le probabilità di eventuali inadempienze sui prestiti per l’acquisto di auto, prestiti bancari, mutui e così via.
Un’altra preoccupazione che si abbatte sull’Italia deriva dalle elezioni previste per l’anno prossimo. I sondaggi mostrano che i partiti votati all’euroscetticismo hanno la meglio, come dice Commerzbank, il che rende impossibile una coalizione di governo.