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Guerra commerciale: con aumento dazi a vincere sarà l’oro

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Fra una decina di giorni, il 28 e 29 giugno, ci sarà un nuovo summit tra il presidente Donald Trump e quello cinese Xi Jinping, un momento cruciale per valutare se i dazi continueranno ad aumentare o se si comincerà a vedere un futuro ammorbidimento delle tariffe.

Due gli scenari che si prospettano secondo Norman Villamin, CIO Private Banking e Head of Asset Allocation di Union Bancaire Privée (UBP).

Lo scenario di base vede un potenziale accordo o almeno una tregua tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner commerciali, Cina compresa. Un accordo o una tregua che permetteranno ad esportazioni e industria manifatturiera si rafforzeranno e la crescita globale dovrebbe rimanere fra il 3,3 e il 3,5% e il ciclo economico dovrebbe estendersi ulteriormente nel 2020.

Se invece gli Stati Uniti imponessero dazi del 25% sui rimanenti 300 miliardi di dollari di merci cinesi e dovessero prendere in considerazione le barriere non tariffarie, l’impatto sulla crescita potrebbe essere significativo e non limitato alla sola Cina dice l’esperto di UBP.

Se l’amministrazione statunitense si concentrasse sull’aumento delle tariffe sulle automobili, l’impatto si sposterebbe verso l’Europa e il Giappone  e in questo scenario, continua l’esperto, la crescita mondiale potrebbe stabilizzarsi al di sotto del 3%  e il rischio recessione è dietro l’angolo.

Se le politiche statunitensi aumentassero ulteriormente i vincoli globali sugli scambi commerciali, ciò potrebbe dare il via a un regime protezionistico e la crescita globale potrebbe andare incontro a una grave recessione, con ripercussioni su tutte le regioni, compresi gli Stati Uniti, che dovranno anche far fronte a un forte rallentamento dell’attività economica. La crescita mondiale entrerebbe in una forte recessione che richiederebbe nuovi stimoli per proteggere la domanda interna e l’occupazione.

In questo contesto un vincitore però c’è. Con i dazi elevati potrebbe arrivare un aumento dei prezzi il che alimenterà un rialzo dell’inflazione, con un abbassamento dei tassi di interesse reali. In tale scenario, sottolinea Chris Mahoney, assistant portfolio manager, Merian Gold & Silver Fund, Merian Global Investors, si potrebbe essere un rialzo del prezzo dell’oro, che in generale tende a muoversi in direzione opposta rispetto ai tassi di interesse reali.