MILANO (WSI) – Banche italiane sotto attacco, sulla scia della notizia del flop – in realtà previsto – dell’operazione di aumento di capitale della Popolare di Vicenza. L’operazione si è rivelata un vero fallimento: i mercati hanno voltato le spalle all’istituto, sottoscrivendo appena il 7,66% del capitale emesso, per un controvalore di circa 115 milioni e a fronte di una operazione complessiva del valore di 1,5 miliardi di euro. In una tale situazione, è arrivato il colpo di grazia per la Borsa italiana. I mercati hanno bocciato la quotazione in Borsa dell’istituto, che ora, vista la doppia missione fallita – aumento di capitale e quotazione a Piazza Affari – sarà inglobata per oltre il 99% dal fondo Atlante.
Le preoccupazioni e i timori sono proprio per la tenuta del fondo Atlante che, da cavaliere bianco dell’intero sistema bancario, potrebbe finire nel buco nero dei guai di questo settore. D’altronde, se è vero che il fondo dovrebbe sorreggere le banche, è altrettanto vero che sono le banche ad aver finanziato la sua creazione. Tanto che recentemente Moody’s ha lanciato un avvertimento, in particolare, sulle conseguenze su Unicredit.
Di conseguenza, vendite sulle banche, con MPS e le banche popolari che si confermano tra le più colpite. Ftse Mib in calo di oltre -1%, sotto 18.400 punti. Questo, mentre l’indice di riferimento delle banche in Europa mette in evidenza la performance al ribasso del settore, di -30% circa dall’inizio del 2016.
A Piazza Affari e Wall Street, l’attenzione è focalizzata anche sul titolo Ferrari, dopo la comunicazione di un bilancio che ha messo in evidenza un utile netto a 78 milioni di euro, con un rialzo del 19% rispetto allo stesso periodo del 2015 e ricavi per 675 milioni, in rialzo dell’8,8%. Sergio Marchionne è diventato AD di Ferrari.
Secondo Angelo Meda, responsabile della divisione azionaria presso Banor Sim, l’azienda sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di una crescita, su base annua, del 2-3%. Detto questo, al momento il titolo Ferrari si trova esattamente dove si trovava al momento dell’operazione di Ipo, ovvero dello sbarco in borsa.
Questo grafico mette ulteriormente in evidenza il recupero segnato dal titolo negli ultimi 10 giorni di contrattazioni e nella sessione odierna.
Sul valutario ha recuperato terreno, mentre sono proseguiti gli acquisti sull’euro, che durante la sessione ha superato anche la soglia di $1,15.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio scambiato a New York è sotto pressione, ma rimane ancorato al di sopra della soglia di $45. Vendite anche sul Brent, sotto $47.
Oro piatto, dopo aver superato anche la soglia di $1.300.
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