MILANO (WSI) – Borsa Milano ha terminato la prima seduta della settimana invariata, con il Ftse Mib che ha chiuso con una variazione +0,04%, a 17.737,02 punti.
In generale, sull’azionario, hanno pesato i dati poco confortanti che sono arrivati dal fronte macroeconomico della Cina. Resa nota la produzione industriale, salita ad aprile del 6% su base annua, meno del +6,5% atteso dagli analisti. Diffuso anche il dato relativo alle vendite al dettaglio di aprile, rallentate al ritmo annuo di espansione del 10,1%, contro il +10,5% del mese precedente e atteso dal consensus. In rallentamento, infine, anche la crescita degli investimenti in asset fissi, con quelli delle aziende private che hanno segnato un rialzo +5,2% su base annua nel periodo compreso tra gennaio e aprile.
Si tratta di dati che altri paesi delle economie occidentali potrebbero solo sognare di riportare. Ma l’espansione economica della Cina sta comunque avvenendo al ritmo più basso degli ultimi 25 anni, e tale fattore spaventa i mercati di tutto il mondo.
Sessione positiva in Asia per la borsa di Tokyo, nonostante il dato peggiore delle attese relativo all’indice dei prezzi alla produzione, che ad aprile è sceso -4,2% su base annua, contro il -3,7% previsto dagli analisti di Reuters. In generale, la sessione è stata contrastata in Asia, con l’azionario cinese che ha oscillato attorno ai minimi in due mesi dopo la pubblicazione dei dati, per poi chiudere tuttavia in territorio positivo, con l’indice CSI 300 che è salito dello 0,66%. Borsa Tokyo anch’essa positiva, con l’indice Nikkei 225 avanzato dello 0,33%.
Oggi sono rimasti chiusi i mercati di Austria, Danimarca, Germania, Norvegia e Svizzera.
I dati diffusi la scorsa settimana in Europa hanno confermato la solidità del Pil tedesco , a fronte della debolezza di quello italiano. L’Eurozona continua a fare i conti con lo spettro della deflazione e con la minaccia Brexit.
Wall Street ha chiuso la seduta di venerdì in calo, ma alla chiusura delle contrattazioni in Europa ha segnato un buon rialzo, con il Dow Jones che è balzato fino a +150 punti e il Nasdaq +1% circa, sulla scia dei buy che hanno interessato Apple e il settore biotech.
A Piazza Affari fari sempre puntati sulle banche, con i titoli delle popolari che hanno recuperato terreno rispetto alle prime battute della seduta. Banco Popolare e BPM in rialzo, con la prima che è salita +3%. Mps è rimasta in rosso, arginando comunque le perdite a -0,45%; giù anche Intesa SanPaolo e Unicredit. Tra gli altri titoli, male Exor -2,74%, FCA -1,46%, Finecobank bene con +3,61%, così come Telecom Italia tra i titoli migliori con +3% circa.
Sul valutario occhi al movimento della sterlina, sulla scia dello scenario Brexit. La valuta britannica ha chiuso comunque positiva sul dollaro, sopra quota $1,44. Il Bloomberg Dollar Spot Index si aggira al record di questo trimestre, dopo che il balzo delle vendite al dettaglio in Usa, reso noto lo scorso venerdì, ha aumentato le speculazioni su un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Lo zloty ben comprato dopo che Moody’s Investors Service non ha rivisto al ribasso il rating della Polonia ad A2, comunque al quinto rating più basso tra quelli “investment grade”. L’outlook è stato comunque rivisto a negativo per la prima volta in dieci anni. Euro in rialzo sul dollaro oltre $1,13; dollaro/yen in crescita nei pressi di JPY 109.
Tra le materie prime, molto bene i prezzi del petrolio, che sono saliti anche oltre +3%, dopo che Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le stime sui prezzi per il secondo trimestre a $50 dai $45 delle attese di marzo. Non solo. La banca americana ha affermato anche che il mercato verserebbe già in condizioni di deficit. Gli acquisti sono proseguiti solidi, portando il contrattp WTI a superare la soglia di $47 e il Brent a sfondare al rialzo anche quota $49. In entrambi i casi le quotazioni hanno raggiunto livelli che non si vedevano dall’inizio di novembre. Oro attorno a $1.275.
In generale, occhio al trend dell’azionario europeo rappresentato dallo Stoxx Europe 600 Index, che ha chiuso una sessione contrassegnata da volumi decisamente bassi con un guadagno inferiore a +0,1%, dopo essere sceso comunque fino a -0,7% nei minimi di giornata. Il volume delle azioni scambiate di mano sul listino è stato inferiore alla media degli ultimi 30 giorni di quasi -45%.
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Prezzi del petrolio crude in rialzo sulla scia del giudizio bullish di Goldman Sachs, che ha affermato che, a suo avviso, il mercato del petrolio ha virato da una situazione di surplus a una di deficit. Goldman è stata decisamente ribassista, fino a poco tempo fa, sulle quotazioni del petrolio, tanto da aver avvertito recentemente su un imminente crash dei prezzi. La banca Usa ha cambiato idea, facendo riferimento ora alle difficoltà che colpiscono il fronte dell’offerta in Nigeria, Venenzuela e Cina.

Oggi rimarranno chiusi i seguenti mercati: Austria, Danimarca, Germania, Norvegia e Svizzera.
L’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx 600 Index, ha aperto le contrattazioni in ribasso -0,37%.
L’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha aperto le contrattazioni in calo -0,51%, a 17.638,66 punti.
La nota di Goldman Sachs sui prezzi del petrolio porta le quotazioni del Brent a volare al massimo in sei mesi. Goldman ritiene che al momento il mercato del petrolio versi in una condizione di deficit.
Ecco il grafico di Goldman Sachs, attraverso cui la banca illustra la convinzione secondo cui il mercato del petrolio rimarrà in una condizione di deficit fino alla fine dell’anno, per tornare poi in una condizione di eccesso di offerta nel 2017.

Borsa di Francoforte chiusa, con il titolo Volkswagen che sconterà alla riapertura dei mercati la decisione del fondo sovrano della Norvegia di citarla in giudizio per le perdite subite legate allo scandalo emissioni. Dal grafico si evince come il titolo abbia perso -40% su base annua.

L’indice Ftse Mib accelera al ribasso e cede -0,85%, a 17.578,53 punti. Sotto pressione tra le banche Mediobanca -2,15%, Ubi Banca e Unicredit, che cedono entrambe oltre -3%. Intesa -2,25%, Mps -2,14%, Bper -2,32%, BPM -1,79%, Banco Popolare -2,60%. Tra gli altri titoli si mantiene positiva Telecom Italia, con +3,24%, dopo le dichiarazioni dell’AD Flavio Cattaneo. Saipem -1,80%, Stm -1,20%, Mediaset -0,59%, FCA -2,26%, male soprattutto Exor che arretra di oltre il 4%.
Ancora effetto Goldman Sachs. I prezzi del petrolio riportano una buona performance.
Indice Ftse Mib riduce il calo, scendendo -0,21%, a 17.692,77 punti. Tra le banche si segnalano Ubi Banca che vira in positivo con +0,30%, Unicredit che dimezza le perdite con -1,8% circa; Mediobanca -0,77%, Mps -1,25%, Bper invariata, BPM +0,75%, Banco Popolare +0,94%. Tra i titoli di altri settori Prysmian -1,61%, Telecom Italia che dimezza i guadagni facendo ora +1,95%, Yoox Net-A-Porter in calo oltre -2%, Exor sempre sotto pressione, cede oltre -3%, Buzzi Unicem +2,52%.
Piazza Affari prosegue la sessione all’insegna della debolezza, con il Ftse Mib che cede -0,11%, a 17.709,45, comunque in rialzo rispetto ai minimi testati durante la giornata.
In calo i futures sui principali mercati azionari europei. Da segnalare che oggi la Borsa di Francoforte rimarrà chiusa.