Economia

Euro al minimo da marzo. Pimco: “Bce finita nel limbo QE”. E cita l’Italia

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Accelerazione ribassista sul mercato del forex per il rapporto euro-dollaro, che scivola ai minimi dal mese di marzo, sotto la soglia di $1,09. Il motivo risiede nelle dichiarazioni rilasciate alla vigilia da Mario Draghi, numero uno della Bce, che ha smorzato le recenti speculazioni sull’avvio di un tapering o su una modifica imminente e/o improvvisa del piano di Quantitative easing.

L’euro conclude così la terza settimana consecutiva di ribassi, e segna una perdita del 3% circa dall’inizio di ottobre, dopo aver oscillato all’interno della banca di oscillazione piĂą stretta della storia nel corso del terzo trimestre.

La moneta unica sconta anche lo scetticismo degli operatori di mercato e guru di Wall Street: secondo Pimco, per esempio, la Bce non solo non smorzerĂ  gli acquisti di asset nella riunione di dicembre, ma espanderĂ  ulteriormente il suo piano QE, nel tentativo continuo e quasi disperato di riportare l’inflazione al suo target, di poco inferiore al 2%.

Per ora, sembra una impresa in stile Mission Impossible e  oggi gli stessi analisti della banca centrale hanno rivisto al ribasso le stime sulle pressioni inflazionistiche.

Contattati da Bloomberg, gli analisti di Australia & New Zealand Banking Group prevedono che l’euro scenderĂ  sotto la soglia di $1,05 nei prossimi mesi, sia per le scommesse da parte degli investitori su un aumento dei tassi da parte della Federal-Reserve, che a causa di rischi politici presenti in Europa, che includono il referendum in Italia e le elezioni in Olanda, Francia e Germania del prossimo anno.

Pimco rincara la dose, con il managing director e portfolio manager Andrew Bosomworth che parla di una Bce che potrebbe scivolare nel limbo del QE,  in quanto da un lato incapace di avviare davvero un tapering a causa della latitanza dell’inflazione, dall’altro lato impossibilitata a continuare, per paura di andare ben oltre quanto ha stabilito il suo mandato.

L’esperto tra l’altro cita l’esempio dell’Italia, paese dove la crescita del Pil è bassa, e dove c’è un disperato bisogno di riforme, a suo dire.

“La crescita del Pil nominale è stata in media, su base annua, di appena lo 0,2% dal 2009 e la crescita attuale è sostenuta in gran parte delle condizioni monetarie accomodanti (dunque il merito va a Draghi, non a Renzi).

L’alert per l’Italia diventa piĂą chiaro nel momento in cui Pimco fa notare che

“Se il QE venisse smorzato in un contesto di crescita ancora debole, la conseguenza potrebbe essere un aumento dei rendimenti dei titoli di stato a livelli che potrebbero rinfocolare i timori sulla sostenibilitĂ  del debito, specialmente per paesi con debiti elevati e con bassi tassi di crescita”.

Pimco mantiene dunque cauto il suo approccio verso l’Eurozona. E l’euro riflette lo scetticismo verso la ripresa dell’economia europea.