Mercati azionari deboli, con gli investitori che prestano attenzione alle notizie provenienti non solo dal fronte macro, ma anche da quello corporate.
Prosegue la stagione degli utili trimestrali, con le aziende che rendono noti i risultati di bilancio relativi al secondo trimestre del 2016. Il Ftse Mib continua a fare i conti con i problemi delle banche italiane: il piano di Renzi volto a derogare alle regole del bail-in incontra non pochi ostacoli. E’ di oggi la decisione della Corte di Giustizia Ue di dare ragione all’ Unione europea sul tema del bail-in, anche se la stessa Corte ha affermato che deroghe sono possibili in circostanze eccezionali.
Di banche italiane ha parlato anche il Fondo Monetario Internazionale, facendo riferimento a problemi irrisolti nel report con cui ha di nuovo falciato le stime sul PIL globale. Sul Ftse Mib vendute ancora così le banche, con Mps in pesante ribasso. Male tra gli altri titoli a FCA, quasi -4% dopo la notizia di un’indagine Usa sul modo in cui Fiat Chrysler Usa riporta le sue vendite negli Stati Uniti.
Sul valutario, l’l’euro rischia anche $1,10, cedendo oltre mezzo punto percentuale sul dollaro. Dollaro-yen in rialzo a JPY 106,30 circa. Sterlina cede -1% a $1,3130 circa. Rafforzamento dello yen, con il rapporto dollaro-yen in calo sotto JPY 106. Cede la sterlina nei confronti del dollaro, viaggiando al di sopra di $1,32. Euro-yen giù, viaggia comunque sopra JPY 117.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è scambiato ormai da diverse sessioni al di sotto della soglia di $50 al barile. WTI Crude in calo, attorno la soglia di $45, mentre il Brent scambia poco sotto $47. Oro in lieve rialzo, attorno a $1.330. l’oncia. Sul mercato dei titoli di stato, forte calo dello spread BTP-Bund, che cede oltre -5% attorno a 125 punti base. Tassi sui BTP decennali attorno all’1,22%, in lieve flessione.
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Borsa Tokyo positiva, dopo la chiusura della sessione di lunedì. L’indice Nikkei 225 sale +1,37%, a 16.723,31 punti. Tuttavia, forti vendite suk titolo Softbank, all’indomani dell’annuncio dell’accordo siglato per acquistare il colosso dei semiconduttori britannico ARM Holdings per un valore di $32 miliardi. A Tokyo ha perso anche Line, dopo lo sbarco sia sul New York Stock Exchange che sul Tokyo Stock Exchange della scorsa settimana. Il titolo ha ceduto oggi oltre -10%, ma è importante segnalare che al momento del debutto aveva aperto a 4.900 yen per azione, prezzo +48% rispetto ai 3.300 del suo collocamento. Molto bene ancora Nintendo, che continua a beneficiare del lancio dell’APP Pokemon GO. Altri mercati asiatici negativi. Hong Kong -0,65%, Sidney -0,13%, Shanghai -0,60%, Seoul -0,21%.
Futures sui principali indici azionari europei negativi.

Avvio negativo per le principali borse europee. Lo Stoxx Europe 600, indice di riferimento dell’azionario europeo, ha aperto in calo -0,30%. Il comparto peggiore è quello delle risorse di base; soffre anche il settore hi-tech, mentre la migliore performance è quella del comparto costruzioni.

Borsa Milano altalenante, l’indice Ftse Mib riesce a virare in rialzo, ma dura poco. Alle 9.54 ora italiana, l’indice cede -0,68% a 16.648 punti e Mps, che era in rialzo oltre +1%, torna a perdere terreno, seppure in modo lieve. Va peggio alle popolari come Bper -1,29%, BPM -2,52%, BP -1,41%. Ma male anche Intesa e Unicredit. Giù tra gli altri titoli FCA, dopo la notizia dell’indagine del dipartimento della Giustizia Usa sul modo di riportare le vendite da parte dei concessionari Usa. Il sospetto è che i numeri siano stati gonfiati. Il titolo cede -2,50%.
Accelerazione ribassista per i principali indici di Borsa in Europa. Pesa il crollo dell’indice Zew ai minimi da novembre 2012. Sulla fiducia dei tedeschi nell’economia – scesa a -6,8 punti da quota 19,2 del mese precedente – ha influito negativamente la Brexit.

Il Ftse MIB cede l’1,73% poco dopo mezzogiorno. Sulle banche italiane tramortite improvvisamente dalle vendite (in particolare popolari, MPS e Unicredit che accusano ribassi tra il 4 e il 5%) pesa la sentenza della Corte di Giustizia Ue, il massimo organo giudiziario europeo, secondo cui gli Stati membri non sono obbligati a far pesare i costi del salvataggio di una banca su azionisti e creditori subordinati prima di un intervento pubblico.
L’imposizione di perdite prima del bailout è tuttavia considerata legale dalla Corte del Lussemburgo in una sentenza sollecitata dalle autorità slovene. Le regole non sono però vincolanti secondo la Corte, che pone dei contenuti limiti ai poteri antitrust della Commissione. La Commissione Ue potrebbe però aprire una inchiesta formale per stabilire se uno Stato ha infranto le norme sulla concorrenza non imponendo perdite a creditori subordinati.
Il Ftse MIB cede l’1,73% poco dopo mezzogiorno. Sulle banche italiane tramortite improvvisamente dalle vendite (in particolare popolari, MPS e Unicredit che accusano ribassi tra il 4 e il 5%) pesa la sentenza pro bail-in della Corte di Giustizia Ue, il massimo organo giudiziario europeo, secondo cui gli Stati membri non sono obbligati a far pesare i costi del salvataggio di una banca su azionisti e creditori subordinati prima di un intervento pubblico.
L’imposizione di perdite prima del bailout è tuttavia considerata legale dalla Corte del Lussemburgo in una sentenza sollecitata dalle autorità slovene. Le regole non sono però vincolanti secondo la Corte, che pone dei contenuti limiti ai poteri antitrust della Commissione. La Commissione Ue potrebbe però aprire una inchiesta formale per stabilire se uno Stato ha infranto le norme sulla concorrenza non imponendo perdite a creditori subordinati.
Dopo che la banca centrale della Turchia ha tagliato i tassi di interesse all’8,75% dal 9% la lira turca si è indebolita nei confronti del dollaro Usa. Viste le prospettive sull’inflazione, nonostante quello che il taglio del costo del denaro possa far pensare, la banca centrale ha deciso di mantenere una politica di irrigidimento monetario.
Il trend dei futures sull’azionario Usa indica che sarà un avvio debole per Wall Street. Hanno deluso i conti fiscali di Netflix, mentre i risultati trimestrali di Goldman Sachs superiori alle previsioni sostengono il paniere del Dow Jones.
Malgrado i ricavi e gli utili superiori alle stime della banca i future sul Dow non sono in rialzo bensì piatti. I contratti su S&P 500 e Nasdaq lasciano sul campo entrambi lo 0,2%.
Sessione all’insegna delle vendite per l’indice Ftse Mib di Borsa Italiana, che si conferma il peggiore tra i listini europei occidentali, sulla scia delle perdite che continuano a zavorrare le quotazioni dei titoli bancari. Protagonista la decisione della Corte di Giustizia europea di dare ragione all’Unione europea e alle regole del bail-in (pur contemplando la possibilità che si presentino circostanze eccezionali). Vendite su Mps e BPM, che scivolano di oltre -5%. Tra i titoli di altri settori, male FCA che scende -4,5% dopo aver reso noto l’avvio di un’indagine Usa sul modo in cui riporta i dati sulle vendite negli Stati Uniti.
Sessione negativa per Wall Street. L’indice Dow Jones è praticamente piatto, con un rialzo +0,04%, a 18.540,14 punti; lo S&P 500 è in ribasso -0,22%, a 2.162,13. Nasdaq -0,29% a 5.041,51 punti. In Europa Londra è in lieve rialzo con +0,15%, mentre Francoforte cede -0,80% e Parigi -0,68%. Fa peggio il Ftse Mib di Piazza Affari che arretra -1% circa, mentre Madrid -0,58%. L’indice di riferimento dell’azionario europeo cede -0,41%.
L’indice S&P è orientato comunque a segnare il terzo guadagno consecutivo su base settimanale, che lo ha portato a salire +8,2% in tre settimane.
Ftse Mib si conferma il peggiore indice tra quelli azionari dell’Europa occidentale, di nuovo alle prese con i ribassi delle banche, che comunque risalgono dai mini intraday. Unicredit -1,17%, Ubi Banca -0,93%, Mediobanca -1,43%, Mps -3,68%, Bper -4,15%, BPM -3,14%, BP -1,99%, Intesa SanPaolo -1,91%. Occhio tra gli altri titoli a FCA che accelera al ribasso con -3,71%.
In chiusura dei mercati europei lo spread tra Btp e Bund decennali si posiziona in area 127 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,24%.
Tra gli altri mercati, al momento il tasso di cambio euro dollaro quota $1,10, mentre il contratto sul petrolio Wti cede lo 0,7% a 44,90 dollari al barile.
Le borse europee terminano le contrattazioni in calo di oltre mezzo punto percentuale. Il paniere di riferimento EuroStoxx50 accusa un calo dello 0,6%. Pesano le tensioni interrnazionali, il forte calo della fiducia in Germania e il taglio delle stime di crescita da parte del FMI. Negativo i titoli bancari, Bmw, E.On, Nokia, Vivendi, Axa e Orange. In rialzo Asml e Unibail.
Piazza Affari termina con cali più contenuti rispetto ai minimi di giornata. L’indice delle blue chip Ftse MIB fa segnare un meno 0,5% in chiusura, in linea con le principali borse europee. In calo i titoli bancari e del lusso, Azimut, Eni, Leonardo, Mediaset, Unipol, FCA e Tenaris. In rialzo invece Saipem, Stm e Yoox.
Ma il vero fenomeno borsistico del mese, anzi forse della storia del Giappone, è quello di Nintendo. Dopo che è trascorsa poco più di una settimana dalla presentazione del nuovo gioco per smartphone e tablet Pokemon Go, la casa giapponese ha visto il valore dei propri titoli raddoppiare in sole tre sedute borsistiche. Chi avesse investito nell’azienda di Kyoto il primo luglio scorso, oggi avrebbe un guadagno del 116,71%.
Ma il vero fenomeno borsistico del mese, anzi forse della storia del Giappone, è quello di Nintendo. Dopo che è trascorsa poco più di una settimana dalla presentazione del nuovo gioco per smartphone e tablet Pokemon Go, la casa giapponese ha visto il valore dei propri titoli raddoppiare in sole tre sedute borsistiche. Chi avesse investito nell’azienda di Kyoto il primo luglio scorso, oggi potrebbe contare su un guadagno del +116,71%.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è scambiato ormai da diverse sessioni al di sotto della soglia di $50 al barile. WTI Crude in calo, poco al di sopra di $45, mentre il Brent scambia attorno a $46,80. Oro piatto, attorno a $1.329 l’oncia.