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Borsa Milano azzera rialzi. Pesano incognite su banche

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MILANO (WSI) – Nel finale l’azionario europeo ha dovuto fare i conti con la debolezza che è tornata a colpire le banche. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha chiuso praticamente piatto, con una variazione +0,02%, a quota 18.611,34 punti.

Svanito subito l’effetto delle pressioni di Draghi sui leader Ue , che sono riuscite a dare la carica all’azionario globale per poche ore. Anche i prezzi del petrolio hanno fatto dietrofront, con il contratto WTI che è tornato verso quota $4o al barile e il Brent che è piombato sotto$42.

A Piazza Affari hanno tenuto banco soprattutto i timori sul settore bancario, che sono stati rinnovati con la lettera con cui la Bce ha chiesto espressamente a Banco Popolare e BPM, le popolari protagoniste di un piano di fusione, di soddisfare determinate condizioni, prima di dar vita alla terza banca del paese.

Gli investitori sono sempre più scettici sulla fattibilità del piano di fusione, motivo per cui i due titoli sono stati oggetto di forti vendite negli ultimi giorni, con BP che in una sola seduta ha perso oltre -10%. Per questo motivo, la Consob ha disposto il divieto di vendite allo scoperto sull’azione, per tutta la seduta odierna.

Sull’intero settore delle banche italiane, pesano diverse incognite. La Bce ha chiesto in particolare a BP e BPM chiarimenti sui crediti deteriorati in portafoglio e a Pop Milano un piano industriale e una bozza dello statuto entro un mese. Secondo la Bce, inoltre, il nuovo soggetto nato dalle due popolari avrebbe bisogno di “capital action”. 

Nel finale, il trend delle banche si è confermato contrastato, fattore che ha pesato sull’indice Ftse Mib: Unicredit -1,39%, Ubi Banca +0,21%, Intesa SanPaolo -0,95%, Mps solida con quasi +4%, bene anche Bper +1,11%. Giù invece BPM -0,52%, mentre Banco Popolare ha fatto +2,47% .

Tra i titoli di altri settori, molto bene Saipem +2,76%, Ferragamo +2,96%, Tenaris sotto pressione con -1,65%, Anima Holding +3,65%, Eni +0,88%, FCA +2,67%, Finmeccanica +3,62%.

In generale, in Eurozona si è smorzato l’effetto Draghi, che lo scorso 10 marzo ha ulteriormente abbassato i tassi sui depositi, già negativi, tagliando anche i tassi di rifinanziamento.

Le banche nutrono forti dubbi sulla riuscita dei nuovi piani per agevolare le attività creditizie varati dalla Bce. A tal proposito, in una dichiarazione non proprio rassicurante per il settore, oggi uno dei membri del board, Peter Praet, ha annunciato in un’intervista a La Repubblica che “se necessario taglieremo ancora tassi sui depositi“.

L’eventuale misura minaccerebbe ulteriormente i margini di profitto delle società finanziarie. L’obiettivo della Bce è spingere le banche a usare i soldi per concedere prestiti a famiglie e imprese anziché parcheggiarli presso l’istituto centrale di Francoforte.

Nell’ultima riunione di marzo Draghi aveva però detto il contrario di Praet, facendo intendere che la banca centrale intendeva fermarsi, pur prevedendo di lasciare i tassi vicini allo zero ancora a lungo.

Oggi l”azionario europeo è stato sostenuto soprattutto dal settore auto – che ha beneficiato del dietrofront dell’euro – e dal settore minerario. L’indice Stoxx Europe 600 ha guadagnato circa +14% dal minimo testato lo scorso 11 febbraio.

Nelle ultime sedute il trend dei titoli delle società esportatrici era stato zavorrato soprattutto dal rafforzamento della moneta unica, che – complici gli ultimi annunci della Federal Reserve – è tornata a puntare verso l’alto.

In Asia quarta seduta negativa consecutiva per la Borsa di Tokyo, che paga il continuo rafforzamento dello yen sul dollaro (ora il trend si è ribaltato). L’indice Nikkei-225 ha ceduto l’1,25%. La Borsa di Shanghai ha invece archiviato la seduta in rialzo (+1,73%), in concomitanza con un balzo dello yuan.

Sul valutario il dollaro recupera qualcosa sull’euro dopo le perdite di ieri. La moneta unica scende sotto la soglia di $1,13, riagguantata ieri, al massimo in cinque mesi. Il dollaro risale anche sullo yen, sebbene il rapporto di cambia rimanga tuttora al di sotto della soglia a JPY 112.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund viaggia attorno a 104-105 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali in lieve rialzo all’1,27% e i tassi sui Bund tedeschi a 10 anni sotto pressione, allo 0,22%.

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