Società

Alitalia: salvataggio in alto mare dopo addio EasyJet

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il salvataggio di Alitalia torna in alto mare, dopo che ieri EasyJet si è ufficialmente tirata indietro lasciando la sola Delta come partner di Ferrovie dello Stato. Un’alleanza che rischia di partire con un capitale in cui la quota “cielo” sarebbe ridotta ai soli 100 milioni promessi dagli americani su un totale minimo necessario di 1,5 miliardi, che rischiano di essere tutti a carico di governo e controllate.

Secondo indiscrezioni stampa riportate dal Sole 24 Ore il vice premier Luigi Di Maio vorrebbe coinvolgere le partecipate nell’operazione salva compagnia aerea di bandiera. Pare che il governo stia premendo su Atlantia.

“La partecipazione di Delta, dice una fonte vicina alle trattative, potrebbe eventualmente in futuro salire fino al 49% (direttamente o attraverso altre compagnie partner) se nei prossimi anni Alitalia avrà dei risultati positivi. Ma prima di poter pensare a questo, bisogna completare il piano industriale e l’assetto societario di partenza dell’ipotizzata “newco”, la nuova Alitalia”.

Vuoto lasciato da EasyJet sarà colmato da partecipazioni pubbliche

L’addio di EasyJet dovrà essere bilanciato dalle partecipazioni pubbliche, visto che Ferrovie dello Stato non vorrebbe avere oltre il 30%.

Finora si era parlato del Ministero dell’Economia con una quota del 15% mentre sono ancora coperte le carte sull’impegno delle aziende partecipate sebbene sia Poste che Leonardo abbiano sempre negato un loro interesse mentre Cassa Depositi e Prestiti si era detta disponibile a dare supporto finanziario per l’acquisto di nuovi velivoli.

Sullo sfondo, come riporta il Sole 24 Ore – rimane sempre l’alternativa Lufthansa.

“Questa comporterebbe comunque un impatto sociale più pesante: i tedeschi rileverebbero poco più di metà della sola attività di volo (poco più di 70 aerei sui 118 attuali), con circa 3mila esuberi. Inoltre resterebbero nell’Alitalia commissariata le attività di handling e manutenzione, con altri 5mila addetti circa da collocare”.