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Borsa Milano: profondo rosso, Londra ai minimi di tre anni

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MILANO (WSI) – Altro che rally di Natale. Il concetto espresso dagli analisti è che prima della fine dell’anno bisognerà farsi un’abitudine ai cali odierni. Borsa Milano chiude in territorio ampiamente negativo, ai livelli più bassi da agosto, mentre alcuni dei principali indici d’Europa hanno testato i minimi di tre anni. Londra per esempio ha perso l’1,3% a quota 5.874,06, il punteggio più basso da dicembre 2012. Dopo aver visto azzerati i guadagni riportati nella prima parte della mattinata, il mercato azionario italiano è caduto anch’esso vittima della pioggia di vendite che avevano già colpito i mercati emergenti e quelli asiatici. Si è poi riscontrata un’accelerazione ribassista nel finale.

È fuga degli investitori dagli asset più rischiosi, in vista della riunione della Federal Reserve. Il Fomc, il suo braccio di politica monetaria della Fed, si riunirà domani 15 dicembre, e annuncerà la decisione sui tassi dopodomani, il 16 dicembre. Quasi scontata la decisione, che dovrebbe decretare il primo rialzo dei tassi Usa dal 2006, ovvero in quasi 10 anni.  I trader ritengono che ci sia una probabilità del 74% dell’adozione di una politica monetaria restrittiva da parte di Janet Yellen & Company.

Ma il problema è il momento delicato in cui verrà dato il la al ciclo di rialzi del costo del denaro. La Cina sta rallentando e le autorità sembrano aver perso il controllo della situazione. Il petrolio è in caduta libera: la diga si è rotta dopo che l’Opec ha deciso di non ridurre i livelli di produzione, anzi di alzarli per tenere conto del ritorno dell’Indonesia nel cartello dei maggiori esportatori della materia prima. Intanto il bond ad alto rendimento sono caduti vittima di un selloff e al momento in Usa rendono il 17% di media, una percentuale che non si è vista nemmeno all’apice della crisi del debito in Eurozona.

Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro rialza la testa, con la moneta unica che supera la soglia di $1,10.  Dollaro in calo, mentre salgono le valute e gli indici legati al petrolio, sulla scia del recupero dei prezzi del contratto WTI, scambiato sul Nymex.

I prezzi del petrolio WTI hanno recuperato terreno, mentre le quotazioni del Brent rimangono sotto pressione, ma smorzano i cali dopo perdite fino a -4%. Al momento cedono il 2% circa. Così dice David Hufton, del broker PVM, ha commentato il mercato, al Financial Times:

“Si torna a respirare l’odore di paura nell’aria”.

Secondo l’analista il fatto che l’Opec non abbia abbassato la soglia di barili prodotti continuerà a trascinare al ribasso i prezzi dell’oro nero per un po’ di tempo. “La diga è venuta giù e i prezzi sono in caduta libera, con conseguenze devastanti”.

A New York, sul mercato Nymex, è stata bucata per un momento al ribasso anche la soglia dei $35 al barile, al nuovo minimo in sette anni, mentre il Brent Crude è crollato fino a quota $36,42, avvicinadosi al minimo di $36,20 testato ai tempi della crisi finanziaria, alla fine di dicembre del 2008.

A Piazza Affari attenzione alle banche, dopo i pesanti smobilizzi che hanno colpito il settore la scorsa settimana, sulla scia del timore di una grave crisi di fiducia sul settore, dopo le perdite sofferte da azioni e obbligazioni con il decreto salva banche. I titoli bancari sono ancora sotto pressione. 

Occhio all’azionario delle economie emergenti.  L’indice di riferimento MSCI Emerging Markets Index è sceso per la nona sessione consecutiva, soffrendo la fase ribassista più duratura dallo scorso giugno, e scivolando ai minimi dal 2009. Il listino ha perso -20% nel corso del 2015 e si avvia a riportare la perdita, su base annua, più forte dal 2011. Al momento è scambiato a un valore che corrisponde a 10,7 volte gli utili stimati a 12 mesi. l’MSCI World Index, indice di riferimento dell’azionario globale, è sceso nello stesso arco di tempo -4,5% ed è scambiato a un multiplo di 15,4-

Sell off anche sui mercati asiatici, con l’ASX di Sidney che cede -2%, sfonda al ribasso la soglia di 5.000 punti, e precipita ai minimi del 2015. Bene Shanghai, mentre Tokyo arretra -1,80%.

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