Federal Reserve pagina 119
Scenario confuso dopo i dati contrastati. Jeffrey Lacker (Fed): rialzo dei tassi anche in caso di dati deboli. Nella settimana i principali indici hanno perso il 3% circa.
Creati 173 mila posti, meno del previsto. Disoccupazione al 5,1%. Bene i salari. Mercato crede in stretta monetaria a settembre. Futures in calo dell’1%.
Il processo di dedollarizzazione probabilmente sarà inevitabile. Ma prima ci saranno sorprese sui mercati. TUTTI I GRAFICI
Investitori guardano anche alla Bce. Sussidi salgono più del previsto alla vigilia del rapporto sull’occupazione di agosto. Nervosismo per decisione Fed.
Ma Fmi continua a fare pressioni per rimandare la stretta monetaria: la paura è che sbagliando il tempismo si provochi lo scoppio di una nuova crisi.
Sono imprevedibili e non si può fare affidamento sui dati storici: ci troviamo in un territorio inesplorato. Cali pari a quelli visti dopo l’11 settembre 2001.
Stretta monetaria potrebbe scatenare un’altra crisi dopo quella del Black Monday. Molteplici le ramificazioni di un rafforzamento del dollaro.
Eric Rosengren della Fed di Boston chiude la porta alla possibilità che si vedano una serie di strette monetarie in successione.
Tutti i principali indici perdono circa il 3%. JP Morgan aveva avvertito di un imminente crash dei mercati. Crolla petrolio Wti (-7%)
Il rapporto a 120 giorni tra l’euro/dollaro e lo Spread tra i contratti swap a 2 anni delle due divise ha raggiunto i massimi da gennaio. Cosa significa?