Economia

Morte del dollaro: una grande occasione per i trader?

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ROMA (WSI) – Ormai parlare di de-dollarizzazione o di morte del dollaro è diventato normale. Tuttavia, come suggerisce Phoenix Capital Research, “rimane il fatto che tutti sul pianeta continuino a indebitarsi in dollari da decenni, o comunque aumentano il loro ammontare di debito con il leverage utilizzando i dollari”. E di norma tale processo giunge alla fine attraverso un altro diametralmente opposto, che è quello di deleveraging.

È noto, infatti, che il contrarre troppo debito aumenta il rischio che l’azienda in questione (o l’investitore) faccia default o cada in bancarotta. [ARTICLEIMAGE]
L’elemento interessante è che proprio il deleveraging porta con sé ghiotte opportunità. Come? Nel momento in cui un paese o un’azienda o individuo contrae prestiti in dollari, di fatto shorta il dollaro. Di conseguenza, quando il leverage cala attraverso casi di default o ristrutturazioni, il numero dei dollari in circolazione diminuisce. E calando l’offerta di dollari, in base alle leggi della domanda e dell’offerta, il dollaro si rafforza. Sapendo questo, il trader può giocare di anticipo.

Già ora sembra di assistere ormai all’inizio di un ciclo massiccio, destinato a durare anni, di deleverage dei prestiti in dollari, fenomeno che sta portando la valuta Usa a rompere importanti resistenze nei confronti delle principale monete.
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Di conseguenza, da un punto di vista operativo, si consiglia ai trader di puntare su un mercato toro del dollaro pluriennale, che certo potrà essere accompagnato da crisi su altri asset: d’altronde, su base globale, ci sono debiti superiori ai $9000 miliardi in dollari Usa – per un valore di carry trade in dollari Usa, per capire la portata, uguale alla dimensione delle economie, su base combinata, di Germania e Giappone – investiti tra l’altro in altri asset o progetti.

Quando tali debiti inizieranno a essere rimborsati o in generale quando scatterà il deleveraging, la quantità di dollari nel sistema subirà un drastico ribasso: e sarà allora che si scatenerà il mercato toro del dollaro.
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Il problema è che il rally del biglietto verde non è di norma accolto positivamente dai mercati, in primis da Wall Street. Per esempio il dollaro ha segnato un forte rialzo nel 2008, anticipando poi un crollo dell’azionario. Bisogna vedere se si realizzerà la stessa cosa anche stavolta.

La relazione inversamente proporzionale del dollaro rispetto all’azionario, è visibile nell’anno 2014, quando lo S&P 500 ha segnato una buona performance al rialzo, a fronte della debolezza del dollaro. [ARTICLEIMAGE]

Ed è visibile anche se si fa riferimento ai trend dell’intero 2015, con lo S&P che è stato condizionato negativamente dall’apprezzamento del dollaro. Almeno fino a ora e in attesa di capire le prossime mosse della Fed.(Lna)