Economia

Oro, vendere riserve Bankitalia: governo fa sul serio. Padoan: “Come l’Argentina”

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Per l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan vendere l’oro di Bankitalia sarebbe un’idea poco sensata che farebbe sembrare l’Italia come l’Argentina.

La proposta di dismettere le riserve auree di Bankitalia, per la verità mai presentata dal governo, sarebbe secondo l’ex ministro ed ex funzionario OCSE un modo per avere la fama dell’Argentina prima del default”.

La proposta di legge del deputato della Lega Claudio Borghi serve a proteggere le riserve auree e precisare che la proprietà delle riserve auree gestite dalla Banca d’Italia è dello Stato. E non di autorità esterne. L’obiettivo è a dare un’interpretazione autentica e definitiva alla questione giuridica della proprietà dell’oro.

Bozza Lega per consentire vendita oro

Ma l’iniziativa potrebbe anche aprire la strada a un’altra ipotesi, che per la verità era già emersa più di cinque anni fa e che lo stesso Beppe Grillo – fondatore del MoVimento 5 stelle – promuoveva sul suo blog. Ossia quella di usare l’oro per mettere in sesto i traballanti conti pubblici del Paese. Ed è a questa misura – per il momento solo paventata – che fa riferimento Padoan in un’intervista a La Stampa.

Secondo le indiscrezioni stampa, l’intento sarebbe quello di disinnescare le clausole di salvaguardia da 32 miliardi di euro in due anni. Recuperare 12 miliardi nel 2019 e 20 miliardi nel 2020 permetterebbe di scongiurare l’aumento dell’IVA. Misura alquanto impopolare che l’esecutivo giallo verde, viste le premesse anti austerity del programma di governo – non può permettersi.

Reuters oggi cita una bozza della Lega volta a consentire la vendita delle riserve auree tramite una eventuale legge costituzionale. Sempre la stessa agenzia di stampa dà notizia del fatto che un gruppo di eurodeputati italiani ha interpellato la Bce con una interrogazione scritta. Obiettivo: discutere delle proprietà legate alle riserve auree dei singoli stati membri.

Perché non è una proposta percorribile

Marco Zanni della Lega e Marco Valli, espulso alla fine dello scorso anno dal Movimento 5 Stelle, chiedono alla Bce di chiarire “a chi debba essere attribuita la proprietà legale delle riserve auree degli Stati membri”, e di far sapere in che modo la stessa Bce “possa disporre di tali riserve”.

I problemi di una misura all’apparenza semplice sono diversi. Innanzitutto il primo riguarda la fattibilità. In base ai Trattati europei la gestione delle riserve auree spetta alla Bce. In secondo luogo c’è da tenere conto dell’impatto negativo che avrebbe sui prezzi dell’oro. Inoltre la vendita di una parte del patrimonio – 2.542 tonnellate di oro per 90 miliardi di euro circa – non potrebbe essere usata per neutralizzare clausole di salvaguardia. Per farlo servirebbe infatti un finanziamento annuale e non una tantum.

La componente leghista della maggioranza di governo italiana “ha messo a punto la bozza di una norma”, scrive Reuters che ha visionato il testo, “che consentirebbe al governo la vendita dell’oro custodito dalla Banca d’Italia qualora fosse autorizzata da una legge costituzionale”.