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Recessione, spunta piano B governo: assalto all’oro di Bankitalia

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L’Italia è in recessione tecnica e per evitare una impopolare manovra bis, il governo giallo-verde starebbe pensando di giocare la carta delle riserve auree di Bankitalia.

Lo riporta oggi La Stampa secondo cui  “l’idea dei giallo verdi sarebbe quella di usare una parte delle riserve auree per dirottarle sulla spesa, evitando così una manovra correttiva e l’aumento dell’Iva nella legge di Bilancio del prossimo anno, esito che nell’esecutivo cominciano a considerare scontato se la crescita continuerà a essere così rallentata”.

L’idea secondo quanto riferisce il quotidiano torinese piacerebbe sia al Movimento Cinque Stelle che alla Lega. E’ stato proprio il Movimento fondato da Beppe Grillo qualche anno fa a chiedersi dov’era finito l’oro di Bankitalia. Poi La Stampa ricorda un articolo apparso sul blog di Grillo del 2018 a firma del professore Gabriele Gattozzi, che con tanto di tabelle, spiega che Bankitalia è la terza detentrice di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve e la Bundesbank.

Lingotti d’oro: Italia terza dopo Fed e Bundesbank

“Prevalentemente sono lingotti (95 mila), il resto monete. Gli altri Paesi europei, dice il post di Grillo, hanno venduto dal 20% al 60% del loro oro. E l’Italia? «Non ha venduto nemmeno un grammo di metallo prezioso. Perché?».

Potrebbe farlo, continua l’articolo, «nel corso di un eventuale CBGA giunto alla quinta edizione (è il Central Bank Gold Agreement, che disciplina la vendita dell’oro delle banche centrali, di durata quinquennale, ndr) che potrebbe partire già dal quarto trimestre del 2019 sulla base del prezzo di mercato odierno di 33,34 Euro/grammo».

Una scadenza con un tempismo perfetto. Perché darebbe una mano in vista della prossima manovra. «Sarebbe una misura una tantum quinquennale ma che potrebbe permetterci di tirare il fiato e fornire una copertura extra budget – senza sforare gli stringenti parametri comunitari – da destinare a provvedimenti urgenti e non rimandabili. Ma soprattutto consentirebbe di porre finalmente un termine a questa fastidiosa litania sul fatto che “non ci sono i soldi».

L’ultima parola spetta adesso al premier Giuseppe Conte. Due cose sono certe: il governo si è già mosso in questo senso e cicuramente la prospettiva di scongiurare l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia cedendo una parte delle riserve auree è allettante.

Per impedire l’incremento dell’imposta e bloccare le clausole di salvaguardia servono 32 miliardi nei prossimi due anni. Due mesi dopo la pubblicazione del post del fondatore del M5S sul suo blog, il leghista Claudio Borghi – presidente della Commissione di Bilancio alla Camera – ha depositato una proposta di legge sull’oro posto a garanzia da Bankitalia quando nel paese circolavano ancora lire. L”idea è porre le riserve auree sotto il controllo diretto dello Stato.