Economia

Dopo i contanti, Ue lancia guerra a oro e pietre preziose

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BRUXELLES (WSI) – Continua la guerra al denaro contante e si allarga a macchia d’olio finendo per colpire non soltanto i delinquenti, bensì gli stessi proprietari di oro. Nella nuova definizione di “contante” che l’UE deve elaborare sembra che saranno incluse infatti come categorie da prendere di mira anche  l’oro e i metalli preziosi.

Il denaro contante e l’oro in lingotti “spesso sono utilizzati per attività criminali come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo“, dice l’Ue, che al G20 intende inoltre porre all’attenzione dei paesi partecipanti, esaminare e studiare misure per regolamentare il mercato dei Bitcoin e delle valute digitali analoghe, che stanno vivendo un boom senza precedenti.

Se ne parla poco sui media mainstream, ma negli ultimi giorni Bruxelles ha deciso di introdurre controlli più severi sul denaro contante in entrata o in uscita da un paese all’altro. Attualmente le persone fisiche sono tenute a dichiarare somme di denaro contante transfrontaliere pari o superiori a 10.000 euro. In seguito le autorità avranno anche il potere di sequestrare il contante al di sotto della soglia dei 10.000 euro in caso di sospetta attività criminale.

Tra le altre novità figura anche l’ampliamento della definizione di “contante” per includere l’oro, le pietre e i metalli preziosi, nonché le carte prepagate anonime di contante elettronico, e rendere obbligatoria la comunicazione del contante “non accompagnato” inviato dal carico.

La giustificazione di questi cambiamenti? Da Bruxelles fanno sapere che l’attuale legislazione è “enigmatica” e piena di scappatoie. Queste scappatoie legali, a quanto pare, rendono molto facile il riciclaggio del denaro al di là delle frontiere, soprattutto perché i criminali spostano regolarmente gli importi al di sotto del limite dei 10.000 euro.

“Grandi somme di denaro contante, siano esse banconote o lingotti d’ oro, sono spesso utilizzate per attività criminali come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo. Con questa legislazione forniamo alle nostre autorità gli strumenti di cui hanno bisogno per migliorare la loro lotta contro questi crimini “

Così ha dichiarato Mady Delvaux, eurodeputato. La decisione di rafforzare i controlli non è una sorpresa. Il 21 dicembre dello scorso anno la Commissione europea aveva già avuto modo di annunciare che intende intensificare gli sforzi per “rendere più severi i controlli sul contante, facilitare le ispezioni della polizia transfrontaliera e accelerare il congelamento dei beni e le decisioni di confisca”. Tutto questo fa parte di un più ampio pacchetto denominato “Unione per la sicurezza” lanciato nell’ aprile 2015.

Il problema è come l’Unione Europea intende giustificare i nuovi controllo sugli spostamenti di oro: le autorità nazionali hanno constatato che alcune materie prime preziose di valore elevato, come l’ oro, vengono utilizzate per eludere l’ obbligo di dichiarazione, in quanto l’ oro non è considerato “contante” ai sensi delle norme vigenti. Ad esempio, le autorità doganali francesi hanno trovato denaro contante e oro non dichiarati per un valore di 9,2 milioni di euro in pacchi postali e pacchi merci nel corso di un’indagine condotta all’aeroporto di Roissy nel 2015.

Come scrive il sito specializzato News.goldcore.com, in verità facendo una rapida ricerca su Google si scopre che di segnalazioni di questo tipo non v’è traccia. È pure interessante notare come l’esempio dell’UE non riesca a fornire una ripartizione precisa di quanto dei 9,2 milioni di euro intercettati fosse contante e quanto invece oro.

“La triste verità è che l’ UE sta assistendo a un aumento del numero di persone che prelevano i loro beni dai conti bancari e li collocano in beni materiali e lo fanno a causa della crescente minaccia di tassi di interesse negativi e del deposito cauzionale. Un divieto sul denaro contante esacerba questioni già esistenti e le pone in primo piano nella mente di ogni risparmiatore prudente e degli investitori: libertà, sicurezza del patrimonio, protezione della ricchezza da tassi di interesse negativi, bail-in e svalutazioni valutarie. L’attuale spinta verso una società senza contanti dimostra l’ importanza di essere diversificati e di non avere tutti i risparmi all’interno del sistema finanziario e bancario vulnerabile”.