Economia

Spread in calo dopo S&P ma permangono rischi

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Lo spread tra BTp e Bund tedeschi ha aperto in calo a 256 punti base con rendimento al 2,56% e questo grazie alla decisione di Standars and Pooor’s di confermare il rating dell’Italia a BBB con outlook negativo.

I mercati tirano così un sospiro di sollievo anche se il giudizio dell’agenzia getta ombre sul futuro avvertendo che l‘outlook negativo significa anche che, dice la stessa S&P’s, “potremmo abbassare il nostro rating sull’Italia nei prossimi 24 mesi”. Lo spread in ogni caso sembra giovarne vista l’apertura di oggi ma, avverte su MilanoFinanza Andrea Iannelli, investment director per l’obbligazionario di Fidelity International, non è tutto oro quello che luccica.

Nonostante il superamento di questo test possa far tirare un sospiro di sollievo agli investitori in Btp, le prospettive per l’economia, e per il debito sovrano, rimangono complesse. Con un rapporto debito/pil già elevato e che con molta probabilità tornerà a salire, l’Italia sarà sempre più sensibile ai cicli di mercato. Il premio al rischio sugli asset nostrani salirà al primo segno di un rallentamento dell’economia o di un incremento della volatilità sui mercati”.

A pesare dice l’analista l’incertezza sulle prospettive italiane che ha già avuto un impatto sui rendimenti da inizio anno.

“A fronte di un forte recupero di tutti i mercati nel primo trimestre, i Btp hanno sottoperformato gli altri governativi periferici. Lo spread con il Bund ha sicuramente recuperato tanto nell’ultima parte del 2018, a seguito dell’accordo sul budget siglato con i partners europei. Quest’anno però si è attestato sui 250 punti base, nonostante il forte rally che ha beneficiato i mercati globali, complice i dati macro sfavorevoli e l’ammissione dello stesso governo che le previsioni fatte lo scorso anno fossero troppo rosee” Rimaniamo cauti sul Btp, dopo aver preso profitto all’inizio dell’anno. È necessario un approccio tattico visti i rischi all’orizzonte. Ai livelli attuali, lo spread non compensa adeguatamente ne per l’incertezza politica ne per il deterioramento delle prospettive di crescita. Monitoreremo attentamente le dinamiche politiche e le elezioni europee saranno un benchmark importante. Ancor più rilevante sarà il nuovo budget che verrà negoziato a fine anno, dopo l’esperienza tutt’altro che serena del 2018, e con un quadro macroeconomico che da allora è peggiorato. Se l’estate italiana sarà calda, l’autunno non sarà da meno