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Borsa Milano rimbalza grazie a banche, Mps oltre +5%

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MILANO (WSI) – Il nuovo ribasso del petrolio ha condizionato di nuovo il trend dell’azionario globale, anche se le flessioni sono state ridotte nel corso della sessione. Sull’andamento della materia prima ha pesato la fine dello sciopero dei lavoratori in Kuwait dopo tre giorni in cui i pozzi erano rimasti chiusi. Ma nel finale delle contrattazioni a Piazza Affari, complice la pubblicazione delle scorte in Usa, il greggio ha recuperato terreno.

In Italia, dove si è registrata una seduta volatile, il ritmo è stato scandito dal settore bancario, che ha beneficiato del giudizio positivo che l’Ue ha riservato al fondo Atlante, il fondo creato ad hoc per gestire i crediti deteriorati e le operazioni di aumento di capitale delle banche italiane. In particolare, il commissario alla concorrenza Vestager ha affermato che l’Ue non ritiene che il fondo aggiri le norme europee sugli aiuti di Stato.

I titoli delle banche hanno così puntato verso l’alto, con rialzi anche superiori a +5%, come nel caso di MPS, anche se BPM e BP sono rimaste praticamente piatte. Il Ftse Mib ha archiviato la sessione con un incremento superiore a +1%, ben al di sopra della soglia di 18.600 punti.

Attesa per la riunione di domani della Bce. Gli economisti si interrogano su quelli che potrebbero essere gli annunci del numero uno Mario Draghi.

Tra gli altri titoli scambiati sul Ftse Mib, ENI oltre +1%, così come FCA. Ancora meglio Cnh Industrial, che ha archiviato la sessione con un rialzo superiore a +3%.

In Asia le Borse hanno registrato una performance negativa, con la Cina che ha perso maggiormente terreno (Shanghai in particolare, con ribassi di anche -4%, ha chiuso in calo di oltre -2%). In controtendenza invece l’indice Nikkei, che è salito sui massimi di tre mesi in scia alla seduta di guadagni di Wall Street. La Borsa del Giappone è stata aiutata dal consolidamento del dollaro nei confronti dello yen sul Forex, che ha sollevato il sentiment di mercato. Focus sull’euro, e su quelle che potrebbero essere le conseguenze di eventuali annunci della Bce sul rapporto di cambio nei confronti del dollaro. La moneta unica scambia a un livello attorno a $1,1370, ovvero al massimo da ottobre.

A dare una spinta ai listini nipponici sono state anche le dichiarazioni della Banca del Giappone. L’istituto centrale guidato da Kuroda si è detto pronto a intervenire nuovamente con un taglio ulteriore dei tassi di interesse e con un secondo piano di Quantitative Easing.

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