Società

Salvini: chiederemo che Bce diventi garante del debito

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“Una grande conferenza europea” che veda il Parlamento europeo e la Commissione impegnate a ridiscutere il ruolo della Bce “nella garanzia del debito” degli Stati membri. È quanto ha dichiarato di voler discutere in Europa il leader della Lega, Matteo Salvini, durante una diretta Facebook (in basso).

Un forum comunitario da indire possibilmente prima della scadenza del mandato di Mario Draghi a ottobre, il cui scopo finale sarebbe un’impervia riscrittura dello statuto della Banca centrale europea, la quale dovrebbe agire programmaticamente per contenere gli spread sovrani dei Paesi membri, al fine di incentivare gli investimenti e ridurre la spesa per interessi sui titoli di stato.

Anche lo stesso ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aveva prospettato un rinnovo della politica monetaria, invocando il superamento del tabù in accordo al quale la Bce non può finanziare direttamente gli stati (ne avevamo parlato in questo articolo).

Una conferenza per riscrivere lo statuto della Bce

Quella immaginata da Salvini è “una conferenza europea che metta intorno al tavolo tutti i protagonisti della nuova Europa” su “lavoro, crescita, investimenti” e, di fatto, una nuova definizione del mandato Bce. Quest’ultimo aspetto, da un punto di vista giuridico, è assai complesso in quanto richiederebbe un unanime consenso da parte degli Stati membri dell’Eurozona. La competenza nel merito, dunque, non è del Parlamento o della Commissione. Dove in ogni caso gli eurodeputati di MoVimento 5 Stelle e Lega appartengono a gruppi minoritari.

Secondo il vicepremier il fatto che i bund tedeschi abbiano rendimenti assai bassi o negativi, mentre gli omologhi titoli italiani siano ben più onerosi per lo stato che li emette dimostrerebbe che “c’è qualcosa che non funziona”.

Da un punto di vista strettamente tecnico, il premio al rischio richiesto dagli investitori riflette l’effettiva solvibilità dei vari Paesi europei, benché in ultima analisi esistano fondi di emergenza europei a garanzia dei debiti sovrani e le Omt della Bce (peraltro mai viste in azione). Su questo punto, nuoce all’Italia il sospetto che sia da un lato troppo grande per fallire e, allo stesso tempo, forse, troppo grande da salvare (‘too big to bail’).