Il balzo dei rendimenti obbligazionari Usa e il rafforzamento del dollaro successivo ai verbali della Fed piegano le Borse asiatiche e in particolare quella cinese che ha ceduto quasi tre punti percentuali. L’indice MSCI della regione arretra dello 0,7%. I future sui principali indici di Borsa in America indicano che l’avvio sarà fiacco anche a Wall Street. La Cina paga anche le dichiarazioni del suo premier, secondo il quale l’economia deve fare i conti con pressioni al ribasso sempre più insistenti.
Nel frattempo l’Organizzazione Mondiale del Commercio ha avvisato delle conseguenze estremamente negative di una guerra commerciale a tutto campo tra Cina e Stati Uniti, le prime due potenze economiche al mondo. In apertura di giornata le contrattazioni sono contrastate in Europa dove il morale non è alle stelle. Sul Forex il contesto di avversione al rischio in Asia ha aiutato lo yen e altri beni rifugio.
I verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Fed hanno mostrato una banca centrale dall’atteggiamento relativamente “falco”, che è pronta sfidare Donald Trump e imporre un altro rialzo dei tassi di interesse entro fine anno. Il presidente Usa ritiene che la Fed “sia impazzita” e che stia adottando misure di politica monetaria troppo restrittive.
Con l’entusiasmo ai minimi in Asia, i mercati europei fanno fatica a spingersi in rialzo con gli investitori un po’ spaesati. In Italia, prima che l’UE ufficializzi la bocciatura della legge di bilancio, Piazza Affari è in progresso dopo un avvio debole, mentre lo Spread di rendimento tra Btp e Bund decennali sale a quota 310. Il tasso del Btp a 10 anni scambia al 3,5%. Telecom Italia e FCA sono i titoli più richiesti a Milano con guadagni superiori al +2%.
Il Liveblog è terminato
Alla Borsa di Milano è in netto calo il titolo Buzzi Unicem (-4,6%) dopo la pesante revisione al ribasso delle stime per il 2018 della rivale tedesca Heidelberg Cement (-7,6%). Debole anche St (-2,5%), dopo il rialzo della vigilia e dopo che Tsmc ha fornito una guidance per il quarto trimestre leggermente inferiore alle attese. In rialzo i bancari nonostante l’ampliamento dello spread BTp/Bund, con Bper Banca che sale dell’1% come Mediobanca, rialzi inferiori al punto percentuale per gli altri istituti di credito. Gli acquisti premiano Telecom Italia (+3%) mentre recupera Fca (+2%) penalizzata ieri. Sale dell’1,7% Atlantia. Fuori dal listino principale, Astaldi sale dello 0,8% dopo l’ok del Tribunale al concordato. Sale del 3% Netweek dopo i dati dei primi 9 mesi con ricavi saliti del 5,5%.
Sul fronte macro Usa, le nuove domande per ricevere un sussidio di disoccupazione sono calate ancora. Sono state pari a 210 mila unità nella settimana conclusasi il 13 ottobre. Si tratta di un risultato più basso rispetto a quello della settimana antecedente, quando le richieste erano state pari a 215 mila unità (cifra ritoccata da +214 mila). Gli analisti si attendevano un valore pari a 211 mila sussidi di disoccupazione.
In ottobre subisce una frenata l’attività manifatturiero dell’area di Philadelphia. L’indice calcolato dalla Fed di Philadelphia, soprannominato Philly Fed, è passato da 22,9 a 22,2 punti del mese precedente. Il dato supera le attese degli analisti che stimavano un calo a 20 punti.
A Wall Street l’andatura è fiacca all’indomani della diffusione dei verbali della Fed, che hanno confermato la volontà della banca centrale americana di sfidare il presidente Trump e proseguire nel percorso di graduale rialzo dei tassi di interesse. Dopo un’ora di scambi, i tre indici principali siedono in rosso: il Dow Jones perde lo 0,22%, lo S&P 500 lo 0,26% e il Nasdaq 100 lo 0,74%.
Complice il rischio Italia ai massimi di cinque anni è peggiorata nettamente anche la performance della seduta sul finale a Piazza Affari. Il listino delle blue chip Ftse MIB ha perso l’1,89% dopo che i rendimenti del Btp decennale sono schizzati al 3,68% (vedi grafico sotto riportato).
Sebbene non ci siano state notizie di rilievo gli investitori preferiscono non prendere rischi e scaricano i titoli azionari e obbligazionari italiani. Crescono i dubbi sulla situazione finanziaria italiana mentre la Commissione Europea si appresta a bocciare la manovra finanziaria per il 2019. Lo Spread di rendimento tra Btp e Bund a 10 anni si è ampliato a 325 punti base, i nuovi massimi di cinque anni.
Si registra un calo anche per le Borse europee in chiusura, mentre il contagio si propaga anche a Wall Street dove il mercato teme un nuovo rialzo dei tassi della Fed entro fine anno. I guadagni dell’S&P 500 di ieri sono vanificati con la Borsa che in assenza di catalizzatori specifici paga un’avversione al rischio generalizzata. A pesare, dicono i trader, è lo Spread creditizio italiano ai livelli più alti dal 2013.
Sul Forex il cambio euro dollaro buca quota $1,15 attestandosi a quota $1,1496. Frena comunque il dollaro rispetto ai massimi da una settimana toccati in scia ai toni restrittivi delle minute Fed diffuse ieri sera, dalle quali è emerso un orientamento condiviso da tutti i membri a proseguire nel percorso rialzista del costo del denaro, oggetto di critiche da parte del presidente Donald Trump.
Dopo un momento di nervosismo iniziale, le Borse europee prendono la strada dei rialzi, con l’euro che torna a oltrepassare la soglia di 1,15 dollari e lo spread tra Btp e Bund decennali che dopo la fiammata iniziale viaggia in area 310 punti. Il listino Ftse Mib sale ora dello 0,5%, mezzo punto percentuale anche per le altre Borse europee con l’eccezione di Londra che resta piatta. Le minute della Fed che hanno confermato l’attesa per il quarto rialzo dei tassi, l’attenzione alla situazione italiana con la manovra allo studio di Bruxelles e delle agenzie di rating e le trimestrali sono gli elementi chiave di questo inizio di giornata.