I mercati azionari d’Europa si apprestano a chiudere il mese con il miglior risultato da ottobre 2015 (+6,5%). A fare da traino è l’atteggiamento morbido della Federal Reserve. Nella riunione conclusasi ieri Jerome Powell ha confermato che porterà pazienza e non avrà fretta di alzare i tassi di interesse. Anche il programma di riduzione del bilancio potrebbe subire una frenata per via delle incertezze sull’andamento dell’economia statunitense.
A proposito di rallentamento economico, i dati sul Pil dell’area euro certificano intanto la recessione tecnica per l’Italia. Con un Pil negativo dello 0,2%, peggio delle stime che parlavano di un -0,1%, si consuma la seconda contrazione trimestrale di fila per la terza economia dell’area euro. Il dato del Pil dell’Eurozona nel suo complesso ha mostrato un incremento dell’attività magro, dello 0,2%, come previsto.
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Piazza Affari continua a scambiare con un segno meno. L’andamento è peggiorato come c’era da aspettarsi dopo il rilascio del dato sul Pil del quarto trimestre dell’Italia, peggiore delle attese. Pesano alcune indiscrezioni che sembrano un campanello d’allarme sulle condizioni di Deutsche Bank. Il Ftse Mib scambia a -0,39%.
Sulla scia di Deutsche Bank, soffrono in particolare i bancari con l’indice di settore che cede 2,56%. Ribassi consistenti per Bper Banca (-3,62%), Banco Bpm (-4,21%), Ubi Banca (-2,98%) e Intesa Sanpaolo (-2,60%). I rialzi del greggio sostengono i titoli del settore: ENI guadagna 1,32%, Saipem l1,97% e Tenaris lo 0,6%. Comprata FCA (+0,35%) dopo che Moodys ha confermato il rating a Ba2, grazie alla diversificazione sul fronte dei marchi e la posizione di forza nei mercati principali. Fuori dal Ftse Mib, Inwit guadagna il 2,72% dopo che l’Ad di TIM (+5,92%) Luigi Gubitosi ha rilanciato il suo ruolo per la ricerca di sinergie. Denaro su Safilo (+3,09%) dopo le anticipazioni su ricavi ed Ebitda 2018 diffuse ieri.
L’attenzione in Italia è sulla recessione in cui è finito il paese nell’ultimo trimestre del 2018, ma i mercati europei sono aiutati dal tono accomodante di Federal Reserve. I prezzi del greggio in rialzo e i buoni risultati di Shell intanto spingono il comparto petrolifero, controbilanciando gli scarsi risultati di Nokia e Unilever. Royal Dutch Shell ha annunciato che i profitti sono cresciuti di oltre un terzo lo scorso anno raggiungendo la quota di $21,4 miliardi, il più alto dal 2014. Il titolo guadagna il 4,13%.
Restando in ambito di trimestrali, il gigante dei beni di consumo Unilever perde il 3,15% dopo che le vendite del quarto trimestre sono state inferiori alle attese. Nokia cala del 2,08%, dopo essere arrivata a perdere oltre il 5,5%, in previsione di un primo semestre morbido dopo aver superato le aspettative di profitto e vendite nel quarto trimestre. Sono forti i risultati anche da Diageo (+4,13%), la più grande società al mondo di alcolici, che ha registrato vendite semestrali maggiori, grazie ai mercati di India e Cina. Il produttore svizzero di orologi Swatch perde il 5,76% dopo aver registrato risultati inferiori alle attesi in una fase di calo in Asia e Francia. Deludono anche i risultati della tedesca Software, che perde oltre il 6%.