Mercati azionari cauti, in attesa della conferenza stampa del presidente eletto Donald Trump, che si terrà alle 17 ora italiana. Di Trump si parla in queste ore in merito alle indiscrezioni circolate sull’esistenza di documenti compromettenti sul presidente eletto da parte della Russia. Il Cremlino ha smentito, precisando di non essere in possesso di materiale compromettente, né su Trump, né su Hillary Clinton. Dal canto suo il presidente si sfoga su Twitter: “Notizia falsa! Una totale caccia politica alle streghe”.
Il Ftse Mib di Piazza Affari mostra un certo nervosismo, condiviso dagli altri indici azionari europei, anche in previsione dell’imminente inaugurazione della presidenza Usa sotto l’egida di Trump. Tensioni su UniCredit, mentre tra i protagonisti positivi di Piazza Affari c’è sicuramente Tod’S, dopo le ultime indiscrezioni.
Molte le incognite su quelle che saranno le politiche economiche che forgeranno il destino degli Stati Uniti e del mondo intero.
A tal proposito le incertezze sul ritmo della crescita economica globale sono state rinnovate con il report della Banca Mondiale diffuso nelle ultime ore, da cui risulta che “nel 2017 ci sarà una crescita del Pil globale solo moderata”. Nel suo report Global Economic Prospects la Banca Mondiale prevede un rialzo del PIL del 2,7%, rispetto a +2,3% previsto per il 2016. Il sostegno alla crescita, spiega l’istituto, arriverà con il miglioramento delle condizioni dei mercati emergenti, con la debolezza del Brasile e della Russia, in particolare, che volgerà alla fine. Per i paesi avanzati le stime sono di una crescita dell’1,8%, lievemente migliore rispetto a quella del 2016, ma ancora bassa rispetto al periodo precedente la crisi finanziaria globale.
Sui mercati asiatici, in primo piano il balzo delle materie prime, sulla scia dell’ottimismo sull’economia cinese. I titoli delle società produttrici di commodities sono balzati al massimo in quasi un mese, grazie al rialzo, in particolare, delle quotazioni del rame e del minerale di ferro, in crescita dopo i numeri sull’inflazione cinese. Sui mercati asiatici, Hong Kong è salita per il decimo giorno consecutivo, mentre la borsa di Seoul è vicina al record dal luglio del 2015. Giù invece Shanghai.
Trend positivo anche per i prezzi del commodities, che tuttavia viaggiano al minimo in un mese, sulla scia dei timori sulla possibilità che gli Stati Uniti aumentino la produzione proprio in un momento in cui i membri dell’Opec stanno iniziando a tagliarla.

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Avvio debole per gli indici azionari europei.


Il trend dei principali mercati asiatici.

In rialzo le quotazioni di petrolio.

Il Ftse Mib vira in territorio positivo, oscillando tuttavia attorno alla parità. Sotto pressione le banche, mentre bene fa il titolo del lusso Moncler, che balza di oltre +3%.
La sterlina è ancora sotto pressione nei confronti del dollaro, dopo la pubblicazione del dato relativo alla produzione industriale del Regno Unito, che a novembre ha registrato un rialzo, su base mensile, del 2,1%, decisamente meglio del +0,8% atteso dal consensus. Su base annua, la crescita è pari a +2%.

Ecco il trend dei principali titoli del debito sovrano a livello mondiale. Treasuries in ribasso – e rendimenti in rialzo – in attesa dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, che arriverà il prossimo 20 gennaio. Trump parlerà oggi in conferenza stampa alle 17 ora italiana. Andamento positivo dei futures sugli indici azionari Usa.


A Piazza Affari l’indice Ftse Mib mostra un certo nervosismo e al momento è negativo, in ribasso dello 0,14% a 19.396,18. Tra i titoli peggiori si mettono in evidenza ancora Banco BPM -2,23%, Bper Banca -1,94%, UniCredit, sulla scia dei rumor sull’aumento di capitale, Generali -1,41%. Acquisti invece su Banca Mediolanum, al momento titolo migliore con +3,36%, Moncler +3,12%, Azimut Holding +2,55%, Telecom Italia +2,36%. Tra altri titoli positivi si segnalano FCA +0,69%, Luxottica +2,36%. Il settore del lusso beneficia delle indiscrezioni relative alla decisione di Andrea Bonomi di investire in Tod’S con una partecipazione del 3%. Tod’S corre a Piazza Affari, mettendo a segno un balzo superiore a +7%.
Il tesoro tedesco ha collocato 4,018 miliardi di euro di nuovi Bund decennali nell’asta odierna, meno dei 5 miliardi previsti per la scadenza febbraio 2027. Il tasso medio è stato dello 0,36%. Dopo i minimi toccati a luglio di -0,19% i rendimenti di riferimento hanno invertito la tendenza toccando a metà dicembre i massimi relativi in area 0,39%. La domanda riscontrata nelle quattro precedenti aste di titoli tedeschi, per una media di 4,35 miliardi di euro collocati, faceva presagire che sarebbe stato difficile coprire l’emissione completamente, anche se il bid-to-cover a inizio anno è stato più solido del 2016.
A parte l’asta di Bund e di Bot di stamattina, i mercati obbligazionari rivolgeranno l’attenzione al primo incontro di Trump con la stampa in sei mesi di tempo, al discorso che Mark Carney, numero uno della Banca d’Inghilterra, terrà al parlamento inglese e al possibile taglio dei tassi di interesse del Brasile.
Al momento sul secondario il rendimento del Bund decennale è stabile allo 0,28%, dopo la discesa sotto l’area dello 0,2% di fine 2016, mentre quello del BTP sale invece di tre punti base all’1,94%, mentre il titolo Bonos spagnolo si attesta all’1,48%, in rialzo di due punti base. Lo spread tra i due rendimenti di riferimento di Germania e Italia è in ampliamento di 3 punti base a quota 166.
La ripresa della materie prime e delle risorse di base, favorita dal rialzo dei prezzi alla produzione cinesi, dà una mano al settore minerario, soprattutto in Asia e in Inghilterra. In Europa i listini azionari delle piazze principali procedono in ordine sparso, nel contesto di una fase interlocutoria in attesa del cambio di presidenza degli Usa e della reale messa alla prova delle politiche annunciate da Donald Trump
Sui mercati petroliferi, il Brent sale a 53,84 dollari al barile mentre il contratto Wti scende a quota 50,78. Il gas naturale scambiato sul Nymex vale 3,27 dollari.
Sul valutario il dollaro continua a salire di prezzo in attesa della conferenza di Donald Trump con i giornalisti, la prima da quando è stato eletto e anche la prima in sei mesi di tempo. I futures sui principali indici della Borsa Usa dicono che l’avvio dell’azionario sarà invece sottotono.
Il future sull’S&P 500 segna un calo dello 0,11%, mentre quello sul Nasdaq dello 0,1%. Male anche il contratto sul Dow Jones (-0,01%), che oggi cercherà ancora una volta di superare la quota magica dei 20 mila punti.
I rendimenti sui Btp decennali sono scesi ai minimi di una settimana dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul referendum promosso dalla Cgil e sottoscritto da 3,3 milioni di italiani sul Jobs Act. I rendimenti si attestano all’1,855%, valore toccato il 4 gennaio, dopo che sui mercati gli investitori iniziano a scommettere sull’allontanarsi dell’ipotesi delle elezioni anticipate.
I giudici della Consulta hanno bocciato uno dei tre quesiti, quello più importante sull’abolizione delle modifiche all’articolo 18 introdotte con la riforma del Lavoro del governo Renzi. Promossi invece i quesiti sull’abrogazione del voucher e sulla responsabilità sociale dei lavoratori degli appalti.
L’avvio di Wall Street è sostanzialmente senza direzione in attesa della prima conferenza stampa di Donald Trump da quando è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Dal 15 dicembre l’effetto Trump rialzista sui mercati azionari è quasi del tutto evaporato.
L’economia del Regno Unito è cresciuta dello 0,5% nei tre mesi conclusisi a dicembre 2016, in sintonia con la performance del trimestre precedente. Il National Institute of Economic and Social Research inglese stima che la sesta economia al mondo e la terza d’Europa abbia registrato una crescita del 2% l’anno scorso dopo il +2,2% del 2015, ma nei prossimi mesi si prospettano tempi più bui.
Nel commentare i dati sul Pil James Warren, Research Fellow del think tank, ha scritto che “le nostre stime dicono che l’economia si è espansa del 2% nel 2016, in linea con il potenziale di crescita dell’economia. La composizione di crescita economica è stata squilibrata l’anno scorso: le spese al consumo solide hanno compensato la debolezza di altri settori. I consumatori dovranno affrontare degli ostacoli quest’anno e il prossimo, in particolare per via dell’aumento dell’inflazione che è una conseguenza della svalutazione della sterlina vista nel 2016″.
Sul valutario la sterlina ha appena toccato i minimi di 31 anni sul dollaro. Il cambio euro dollaro vale invece $1,05. La divisa britannica è scesa anche fino a 1,2039 dollari (al momento cede -1% a 1,2056 dollari). Neil Wilson, senior market analyst di ETX Capital, osserva che l’andamento debole è determinato più che altro dal rafforzamento del biglietto verde in attesa della conferenza stampa di Donald Trump.
I titoli Lockheed Martin cedono terreno scivolando ai minimi di seduta dopo che Trump ha citato la società durante la prima conferenza stampa da quando è stato eletto presidente. Trump ha detto che la costruzione di aerei F-35 è indietro rispetto ai piani e miliardi di dollari oltre il budget. Il titolo cede quasi l’1% a quota 253,86 dollari.
Il mercato azionario non sembra positivamente impressionato dalle dichiarazioni di Trump in conferenza stampa, con S&P 500, Nasdaq e Dow Jones che estendono le perdite e cedono più dello 0,3% al momento. Anche il dollaro, forte in attesa della conferenza stampa di New York, ha perso slancio. Nel frattempo l’indice di volatilità ha fatto un bel balzo.
Chiusura contrastata per le principali piazze azionarie d’Europa. Il Ftse 100 tiene meglio grazie alla debolezza della sterlina che è scesa temporaneamente ai minimi di 31 anni sul dollaro Usa.
Le frasi di Trump sul comparto farmaceutico e la revisione delle regole su come vengono assegnati i brevetti hanno un effetto negativo sul settore biotech, che sul Nasdaq cede il 3,5% circa.
Le frasi di Trump sul comparto farmaceutico e la revisione delle regole sulle gare con cui vengono assegnati i brevetti hanno un effetto negativo sul settore biotech, che cede il 3,5% circa.
I tre principali incidi della Borsa Usa hanno fatto una virata in rosso da quando Trump ha preso la parola ma poi sono risaliti dai minimi di seduta quando il presidente eletto ha abbandonato il podio. Una parte del mercato è probabilmente rimasta delusa dalla mancanza di riferimento al piano di alleggerimento fiscale. Trump ha invece fatto un riferimento al mercato del lavoro, promettendo che sarà “il più grande creatore di posti di lavoro che dio abbia mai messo sulla Terra”.
Piazza Affari chiude in modesto progresso la seduta, con l’indice FtseMib a 0,32%. Contrastati i titoli bancari, con Pop Emilia e Banco BPM in forte calo, mentre chiude in positivo Mediolanum. Molto bene anche il comparto del lusso con Moncler e Luxottica, Mediaset e Azimut.
Sul valutario il dollaro sta cercando di consolidare i rialzi, che però perdono quota. In chiusura dei mercati europei il cambio euro dollaro si attesta a 1,048 dollari.
Sul mercato energetico il contratto Wti sul petrolio è in rialzo di oltre il 2,5% a 52 dollari al barile. L’EIA ha reso noto che le scorte settimanali di greggio negli Stati Uniti si sono attestate a 4,1 milioni di barili, ampiamente oltre le attese che erano per 1,2 milioni di barili. Sopra le previsioni anche le scorte di benzina (5 milioni contro 1,6 milioni attesi) e di distillati (8,4 milioni contro i 900 mila barili attesi).
Sul valutario il dollaro si è rafforzato nuovamente e ora l’indice del dollaro, che misura la performance del biglietto verde nei confronti delle principali valute rivali, è in rialzo dello 0,5%.
I settori migliori e peggiori dell’azionario europeo.