Economia

Grecia, sanità al collasso: proteste anti austerity

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ROMA (WSI) – Anche se la crisi del debito europea non occupa più le prime pagine dei grandi media, in Grecia la situazione è ancora tragica e la crisi lì non è certo finita. Come dimostrano le nuove proteste anti austerity andate in scena oggi ad Atene.

Migliaia di infermiere e membri del personale ospedaliero sono scesi in strada per protestare contro i nuovi tagli previsti dall’ultimo pacchetto di riforme chieste dai creditori internazionali in cambio di finanziamenti al paese fortemente indebitato. Intanto la Borsa continua a capitolare, anche in giorni di poderosi rialzi altrove. Sotto alcuni punti di vista è la peggiore al mondo.

Il pacchetto di misure dovrebbe passare lo scoglio parlamentare questa notte. La corrispondente del Guardian Helena Smith scrive che il secondo round di voti per approvare una delle pietre miliardi delle misure di austerity imposte dai creditori della Troika per l’ultima tranche di aiuti concessi al governo di sinistra, potrebbero non comprendere la questione calda della riforma delle pensioni.

La rabbia della popolazione monta comunque. Le infermiere sono infuriate perché l’ultimo pacchetto di riforme prevede un taglio del 40% delle retribuzioni per i capi di Dipartimento ospedalieri in un momento di crisi occupazionale nel settore, che ha già dovuto subire riduzioni del 30%.

Il sistema sanitario è sull’orlo del collasso. Le infermiere si sono riunite in corteo davanti al ministero della Salute cantando “niente più riduzioni”, determinate a spingere il governo a un ripensamento.

Da quando la crisi del debito è scoppiata in Grecia, molte infermiere hanno votato per l’elezione di Syriza, partito che poi è stato eletto ma che ha creato malcontento nei suoi elettori dopo essersi piegato alle richieste dei creditori. Secondo i critici non hanno saputo mantenere le promesse fatte in campagna elettorale: “bugie, bugie, solo bugie”, dicono i sindacati del corpo ospedaliero.

“Ora come ora c’è grande delusione, la sensazione generale è che sono il peggio del peggio”, ha dichiarato al giornale britannico Giorgios Drachtidis, che fa parte del board dei sindacati.