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Le banche centrali restano sotto i fari dei mercati finanziari. In particolare, l’attenzione resta concentrata sulla Federal Reserve, che questa settimana diffonderà le decisioni di politica monetaria. L’appuntamento è atteso al termine della due giorni di meeting, in calendario martedì 30 aprile – mercoledì 1 maggio.
In 3 anni secondo Assoutenti il prezzo medio della tazzina è già rincarato del 15% nelle principali città italiane. E le prospettive secondo Citi non sono buone.
Il problema del ricambio generazionale nelle grandi aziende a conduzione familiare è molto sentito, considerando soprattutto la mole di denaro che circolerà. Secondo uno studio condotto dall’Aipb, l’associazione italiana private banking e Prometeia, difatti in dieci anni passerà di mano una cifra vicina ai 300 miliardi di euro in eredità.
Le big tech a stelle strisce hanno reso noti i conti trimestrali, battendo le aspettative di Wall Street.
Circa 42 milioni di contribuenti hanno presentato “Redditi Persone Fisiche”, “730” o dichiarato con la Certificazione unica, e 4,2 milioni di operatori Iva hanno trasmesso il relativo modello. Cresce la pressione fiscale.
Tesla ha riportato utili e ricavi trimestrali più deboli del previsto, ma il titolo è salito in borsa durante le contrattazioni. Tutto merito di Musk che ha intensificato le sue promesse per un futuro di tecnologia a guida autonoma.
La spinta all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei prodotti Meta incrementa i risultati finanziari, ma i prezzi delle azioni crollano a causa delle deboli previsioni di vendita.
I super ricchi vivono in un mondo a parte e anche le loro strategie di investimento sono molto diverse dal portafoglio dell’investitore medio. “Sebbene non esista una soglia ufficiale, i milionari e gli individui con un patrimonio netto totale di oltre 100 milioni di dollari sono un buon punto di riferimento per entrare nel club dello 0,001%”, ha dichiarato Kevin Teng, CEO di WRISE Wealth Management Singapore.
Il professionista del risparmio deve contribuire a diffondere cultura finanziaria ma i risparmiatori devono essere più ricettivi di Ruggero Bertelli Si parla molto di educazione finanziaria. A me piace parlare di cultura finanziaria. La differenza consiste nella consapevolezza che l’educazione finanziaria non basta o forse non è necessaria fino in fondo. Mi spiego. Per prendere
Nel dettaglio i dati emersi dalla Relazione trimestrale sul mercato italiano del risparmio gestito di FIDArating analysis.