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Blockchain e criptovalute, Banca Generali in prima fila

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La tecnologia blockchain sta iniziando a essere utilizzata anche nel mondo bancario e dei servizi finanziari. Sempre più istituti di credito hanno accelerato gli investimenti nel mondo della blockchain e messo a disposizione dei loro clienti prodotti finanziari legati alle criptovalute.
Per capire come si stanno muovendo gli operatori italiani ne abbiamo parlato con Riccardo Renna, Coo & Head of Innovation di Banca Generali.

Alcune banche Usa hanno iniziato a introdurre la tecnologia blockchain nei loro processi. in Italia a che punto siamo?

In Italia il processo di integrazione della blockchain nel mondo bancario è appena iniziato e alcuni operatori sono più avanti degli altri avendo già introdotto qualche applicazione basata su questa tecnologia. Per il settore finanziario il suo utilizzo sarà dirompente, con applicazioni simili a quelle sviluppate con infrastrutture standard come Swift. La blockchain viene utilizzata perché consente di certificare operazioni per le quali attualmente prevale ancora la burocrazia ma che con la digitalizzazione possono essere automatizzate e rese più sicure.
In particolare, questa tecnologia potrà essere utilizzata soprattutto nel la certificazione dei processi, nei trasferimenti di denaro, nel regolamento delle operazioni di post-trade, e nella digitalizzazione degli asset finanziari. In generale permetterà di ottenere una maggiore efficienza e sicurezza, una semplificazione dei processi e una riduzione dei costi soprattutto per quanto riguarda le operazioni di backoffice.

Ma quando sarà utilizzata diffusamente anche dai clienti?

Ritengo che entro un paio di anni potrà essere largamente diffusa anche all’interno dei processi bancari tradizionali che coinvolgono i clienti. La blockchain non significa solo criptovalute ma ha ambiti di applicazione molto più ampi di quelli che possiamo immaginare.
Tuttavia, per avere una maggiore penetrazione, sarà necessario sviluppare la diffusione dell’identità digitale e tutto quello che riguarda gli smart contract, ovvero quei prodotti finanziari che sono composti da una serie di regole al verificarsi delle quali si innesca una procedura automatica, come le polizze per il rimborso di un viaggio aereo.

Quali saranno gli impatti per i clienti derivanti dall’introduzione della blockchain?

Il vero impatto per i clienti derivante dall’introduzione della blockchain sarà quello legato alla cosiddetta tokenizzazione degli asset finanziari, attraverso la quale i tradizionali strumenti finanziari verranno convertiti in token, una sorta di gettone digitale, per essere scambiati attraverso la blockchain. In un futuro molto vicino i prodotti e servizi finanziari, come quote di fondi comuni o polizze assicurative, potranno essere digitalizzati e scambiati grazie alla tokenizzazione. Per il loro acquisto verrà utilizzata una criptovaluta e sarà necessario avere un wallet dedicato.
Oltre a una maggiore velocità di scambio, con i token si potranno ridurre i costi generali associati all’emissione, al trasferimento e alla gestione di attività tradizionali quali titoli, merci e beni immobili.

Recentemente Banca Generali ha acquisito una partecipazione nella fintech Conio attiva nel mondo delle criptovalute. Come mai?

Per Banca Generali si tratta di un investimento finanziario che ha una logica sia industriale che commerciale. In primo luogo ci consente di ampliare la nostra piattaforma tecnologica aperta e di studiare da vicino la tecnologia blockchain e il mondo delle criptovalute.
Conio vanta una tecnologia e brevetti esclusivi e si posiziona come wallet provider, offrendo servizi di custodia di valute digitali, negoziazione e reporting, al momento focalizzati sul Bitcoin ma che potranno essere estesi a qualsiasi moneta digitale in futuro. In secondo luogo, grazie a questa partnership, possiamo mettere a disposizione dei nostri clienti l’operatività nel mondo delle criptovalute che sono sempre più diffuse e richieste dagli investitori.
Basti pensare che gli scambi giornalieri a livello mondiale in criptovalute sono superiori ai 280 miliardi di dollari con 60 milioni di utenti che le negoziano direttamente tramite un wallet.

Quali sono ora i prossimi passi di questa operazione con Conio?

I primi mesi dopo l’annuncio dell’operazione sono stati dedicati al confronto dei nostri due modelli societari e alla profilazione dei requisiti minimi per consentire alla nostra clientela di operare su questa particolare asset class. Superata questa fase, stiamo attualmente lavorando in sinergia con Conio per integrare all’interno della nostra piattaforma di digital banking la possibilità di creare un wallet per l’acquisto e vendita di cryptovalute e in particolare Bitcoin. Nei prossimi mesi quindi alcuni nostri clienti con determinati requisiti patrimoniali avranno la possibilità di operare direttamente in modalità self destinando a questa asset class una piccola parte dei loro investimenti.