La Bce ha deciso di estendere il piano QE almeno fino a dicembre del 2017, riducendo tuttavia gli acquisti di asset, a partire dal mese di aprile del 2017, da 80 miliardi a 60 miliardi al mese. Inizialmente l’annuncio della Bce viene interpretato come inizio di una fase di tapering. Ma Mario Draghi rassicura poi nella conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi, che non si tratta di questo: tutt’altro.
Draghi lancia infatti quello che potrebbe essere ribattezzatoun QE NO Limits: se fino a oggi il limite di asset acquistabili era rappresentato dal rendimento pari a quello del tasso di deposito (portato in territorio negativo allo -0,4%), ora la Bce potrà acquistare anche i bond che rendono meno.
Le parole di Mario Draghi, nella conferenza stampa che segue la decisione dei tassi da parte della BCE arrivano in un periodo pieno di incognite per il futuro dell’Eurozona. Per quanto i funzionari dell’area continuino a rassicurare i mercati sul caso Italia, il caos politico che si è venuto a creare dopo il referendum-costituzionale è una spada di Damocle che pende sulla testa di chi si trova ad operare scelte di investimento.
Sul caso Italia, l’interrogativo è se l’estensione del piano di QE e soprattutto la rimozione del limite sui rendimenti possano essere considerati alla stregua di uno scudo BTP, o come strumento per non lasciare le banche italiane, in primis MPS, al loro destino. Ma Draghi sorride e risponde con un “ovviamente no” a chi, in conferenza stampa, fa notare come la mossa possa alimentare le accuse di chi ritiene già che la Bce stia facendo troppo a favore del Sud Europa in generale, e dell’Italia in particolare. Tra l’altro, sono i bond tedeschi a presentare rendimenti ancora più bassi rispetto a -0,40%.
Draghi lancia piuttosto un chiaro messaggio a Roma, nel momento in cui afferma che le riforme strutturali devono essere messe in atto anche in un clima di incertezza politica.
Tra l’altro, proprio oggi Moody’s ha tagliato l’outlook dell’Italia a negativo, confermando come un taglio del rating sia più probabile
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La tensione si riflette nei tassi dei bond dell’Eurozona, che puntano verso l’alto. Quelli sui BTP decennali, osservati speciali a causa della crisi italiana scatenata con la vittoria del NO al referendum costituzionale, si riavvicinano alla soglia del 2%.
Azionario europeo riduce i guadagni, come indica il grafico che evidenza il rallentamento dell’indice di riferimento Stoxx Europe 600.
I rendimenti dei Bund a 10 anni salgono al record in mesi.
Sul mercato del forex, il cambio euro-dollaro schizza inizialmente verso l’alto, per poi azzerare i guadagni, con gli investitori che attendono le indicazioni di Mario Draghi, sui dettagli dell’iniziativa.
Ecco in un grafico il rapporto euro-dollaro dopo mezz’ora dall’annuncio della Bce.
Ecco l’andamento del rapporto dell’euro nei confronti delle principali valute mondiali.
Fino alla fine di marzo il piano QE continuerà per un valore di 80 miliardi di euro al mese. Dall’inizio di aprile intendiamo continuare a portare in avanti il QE per un valore di $60 miliardi. Lo afferma Mario Draghi, numero uno della Bce, sottolineando che gli acquisti potranno anche essere estesi a seconda del trend dell’inflazione.
“I tassi di riferimento sono stati lasciati invariati (allo zero per quelli di rifinanziamento e -0,4% per i tassi sui depositi) e riteniamo che rimarranno attorno ai livelli attuali o a livelli inferiori per un periodo esteso di tempo”. Lo afferma Draghi ripetendo quanto espresso nel comunicato della Bce.
MOAR #YIELD! pic.twitter.com/lSGHnDb2AQ
— jeroen blokland (@jsblokland) December 8, 2016
#ECB '#TAPERING' in one chart! pic.twitter.com/RItYB2sWMZ
— jeroen blokland (@jsblokland) December 8, 2016
Mario Draghi conferma che la Bce sta apportando modifiche ai parametri utilizzati nel piano di QE, al fine di acquistare bond governatici che abbiano rendimenti inferiori rispetto a quelli del tasso di deposito (-0,4%). Ciò significa che la Bce potrebbe iniziare ad acquistare anche quei bond sovrani considerati ultrasicuri, come i titoli di debito tedeschi a breve termine (al momento prezzati a un valore troppo alto per poter rientrare nella categoria degli asset acquistabili)
Draghi spiega la decisione della Bce di ricalibrare il QE con “la ripresa dell’economia dell’Eurozona, che prosegue a passo moderato, ma che sta diventando più solida”. Tuttavia per il banchiere i rischi continuano a essere in qualche modo al ribasso, anche se si assiste a un rafforzamento dell’economia globale.
Draghi insiste che la riduzione dell’ammontare del QE dal valore di 80 miliardi a 60 miliardi al mese non corrisponde a un tapering del piano. “Non stiamo ricorrendo al tapering”, afferma. “E il tapering non è stato discusso oggi”, aggiunge.
Boom di acquisti sui Bund tedeschi, considerati tra i bond sovrani dell’Eurozona più sicuri, con i tassi dei Bund a cinque anni, che scendono di 5 punti base, attestandosi a un valore inferiore a quello del tasso di deposito stabilito dalla Bce (al momento pari a -0,4%)
“I problemi dell’Italia sono ben noti” e le vulnerabilità delle banche italiane sono presenti da molto tempo. “Sono fiducioso sul fatto che il governo italiano” saprà affrontare le questioni. E’ quanto afferma Mario Draghi, rispondendo a una domanda su quanto sia preoccupato riguardo alle condizioni di salute del sistema bancario italiano. Interpellato di nuovo sulla questione dell’incertezza politica in Europa, Draghi non risponde direttamente alla domanda, ricordando come l’incertezza sia presente ovunque. “Riguardo a quello che la Bce può fare, questo è un interrogativo aperto..possiamo continuare nella nostra politica monetaria accomodante, ma il punto è che i paesi che hanno bisogno di riforme devono metterle in atto a prescindere dal clima di incertezza politica”.
Alla domanda, nel corso della conferenza stampa successiva alla decisione della Bce sui tassi, se il raggiungimento di un tasso di inflazione all’1,7%, nel 2019, sia sufficiente (come previsto dalla stessa Bce), Draghi risponde: “Un livello dell’1,7% non è sufficientemente vicino all’obiettivo del 2%).
I mercati finanziari hanno mostrato di saper resistere in misura maggiore rispetto al passato agli choc provocati da alcuni eventi, come la Brexit, le elezioni Usa e il referendum costituzionale in Italia. E’ quanto afferma Mario Draghi nella conferenza stampa successiva alla decisione della Bce sui tassi, che sono stati lasciati invariati.
Lo stesso Draghi afferma tuttavia che “tutti questi eventi, soprattutto Brexit e la nuova amministrazione negli Stati Uniti (dopo le elezioni Usa, hanno effetti che, per la loro stessa natura, dispiegheranno le loro piene conseguenze nel medio-lungo termine”.
Alla domanda sul modo in cui risponde alle accuse secondo cui la Bce sosterrebbe in modo particolare i paesi del sud Europa, in particolare l’Italia, nel decidere di estendere il QE, Mario Draghi sorride e risponde:
“Ovviamente no”, la Bce non fa favoritismi. Aggiungendo: “le nostre politiche non sono molto diverse da quelle di altre banche centrali”.
Interpellato di nuovo sulla questione dell’incertezza politica in Italia, Draghi non risponde direttamente alla domanda, ricordando come l’incertezza sia presente ovunque nel mondo.
“Riguardo a quello che ‘la Bce può fare, questo è un interrogativo aperto..possiamo continuare nella nostra politica monetaria accomodante, ma il punto è che i paesi che hanno bisogno di riforme devono metterle in atto a prescindere dal clima di incertezza politica”.
Detto questo, secondo Draghi la crisi che si è aperta nel panorama politico italiano non mette a rischio l’euro.
“In questa fase non intravediamo rischi per l’euro” legati al clima che si è generato in Italia con la vittoria del NO al referendum costituzionale: anche perchè “i fondamentali economici sono più solidi rispetto a cinque anni fa, quando invece il rischio contagio si era presentato.
Prima di concludere la conferenza stampa, l’ultima del 2016, Mario Draghi afferma che nella giornata di oggi il Consiglio direttivo della Bce ha stabilito che le banche centrali avranno la possibilità di accettare anche cash come garanzia per i titoli che acquistano all’interno del programma Public Sector Purchase Programme (PSPP).
La Bce di Mario Draghi gela i mercati. Nonostante la crisi politica in Italia, dopo il caos generato dall’esito del referendum costituzionale, e a dispetto delle preoccupazioni sulle conseguenze che l’instabilità del quadro italiano potrebbe avere sul comparto delle banche, la Banca centrale europea ha deciso di ridurre l’ammontare degli asset che acquista ogni mese nell’ambito del suo programma di QE: da 80 miliardi a 60 miliardi di euro al mese, a partire dal mese di aprile.